Assistenza sanitaria, presentare il conto ai malati

· Inserito in Spazio aperto
Walter Gasperini

PIOMBINO 9 agos­to 2016 — La vita dei cit­ta­di­ni che lavo­ra­no è costel­la­ta da tante cose: la pri­ma in asso­lu­to è il paga­men­to delle tasse per pot­er con­tribuire al man­ten­i­men­to dei servizi nec­es­sari ad una vita dig­ni­tosa per sé e per gli altri. Cre­do sia chiaro che di per­sone oneste che lavo­ra­no e pagano le tasse ce ne sono tante e vor­rem­mo vedere i “furbet­ti” sem­pre più all’angolo e col­pi­ti con deci­sione, per­ché siamo stanchi di sop­portare quel­li che ci rubano ogni giorno qual­cosa di nos­tro, gli eva­sori che dovreb­bero essere col­pi­ti e scop­er­ti sem­pre di più per dare gius­tizia effet­ti­va al gov­er­no del paese.
Pren­di­amo un cit­tadi­no rego­lare, quel­lo che ha sem­pre paga­to le tasse sul­la base del pro­prio guadag­no. Si aspet­ta che il suo gov­er­no fac­cia tut­to il pos­si­bile affinché gli sia man­tenu­ta una vita sana; per far­lo abbi­amo i medici che, con le loro atten­zioni, dovreb­bero indi­care quali esa­mi diag­nos­ti­ci fare per pot­er pre­venire una qualunque malat­tia. For­ti del­la con­vinzione che pre­venire cos­ta meno che curare, sem­pre. Purtrop­po non sem­pre è così e quan­do una malat­tia colpisce, si giunge fino al ricovero ospedaliero per le cure nec­es­sarie. Bene la grande idea dell’assessora Sac­car­di è quel­la che al momen­to del­la dimis­sione del mala­to, gli ven­ga con­seg­na­to il con­to del­la spe­sa fat­ta per sostenere la sua cura. Bel­la idea, vero? Così, spe­ri­amo, l’ex-malato dovrebbe anche sen­tir­si in col­pa per aver causato tan­ta spe­sa, di sol­di che sono anche suoi. E per quel­li che tro­ver­an­no la morte in ospedale, ci sono sem­pre gli ere­di ai quali con­seg­nare la lista del­la spe­sa. E questo cosa sarebbe? Un atto che vor­rebbe portare a respon­s­abi­liz­zare le per­sone con­tro gli sprechi. Cosa tan­to più scioc­ca non è mai sta­ta pen­sa­ta. Caro cit­tadi­no per­ché ti sei ammala­to, così fai spendere un sac­co di sol­di. Smet­ti­amo di scherzare e fac­ciamo cose serie, ad esem­pio usi­amo il lavoro di chi dovrebbe fare questi con­ti per pro­durre risparmio anche nelle pieghe del­la buro­crazia e negli sprechi dell’amministrazione.
I medici di famiglia fan­no sapere che sono disponi­bili a diminuire le richi­este di diag­nos­ti­ca se però queste lim­i­tazioni saran­no estese anche ai pron­to soc­cor­so e agli spe­cial­isti. Forse sarebbe meglio che qual­cuno ci dica come si può fare la pre­ven­zione, per­ché ques­ta rimane l’unica strate­gia per diminuire i costi del­la san­ità. Non ho certezze in questo cam­po, ma l’unica che non si è mai offus­ca­ta è pro­prio il riconoscere il bisog­no asso­lu­to del­la pre­ven­zione e ques­ta la si ottiene solo con la diag­nos­ti­ca. Il prob­le­ma vero mi sem­bra che derivi dal­la cul­tura san­i­taria del medico, che non sem­pre risponde alle neces­sità ogget­tive. Esiste trop­po dis­tac­co tra il ter­ri­to­rio e l’ospedale, che dovrebbe vedere i noso­co­mi, tut­ti, al servizio del­la med­i­c­i­na ter­ri­to­ri­ale e da questi dare risposte con­crete in ter­mi­ni di pre­ven­zione. E non mi riferisco ovvi­a­mente alle eccel­len­ze toscane che sono evi­den­ti e attive, pen­so agli ospedali di per­ife­ria che dovreb­bero dare servizio effet­ti­vo esclu­den­do mire di liv­el­li avan­za­ti di con­cor­ren­za con gli altri. E non si ven­ga a dire che met­ten­doli in rete abbi­amo risolto, per­ché met­tere insieme due debolezze ci por­ta solo a fare una debolez­za più grande.
Non voglio affi­an­car­mi al coro del­la negazione di tut­to quel­lo che pro­duce il pub­bli­co, tutt’altro. Non mi inter­es­sano le scioc­che cas­san­dre di turno, sem­pre le solite e sem­pre con la soli­ta sol­fa, del tut­to sbaglia­to, del tut­to da rifare. Sono con­vin­to invece che deb­ba essere chiam­a­to il cit­tadi­no ad una mag­giore respon­s­abil­ità ma con una ricer­ca­ta parte­ci­pazione atti­va, che chiede con­tribu­ti per costru­ire una pro­gram­mazione socio-san­i­taria e non si limi­ta alla pre­sen­tazione di scelte già fat­te. Siamo anco­ra di fronte a molti sprechi nel­la ges­tione del­la san­ità ma questo non può essere attribuito al cit­tadi­no e non può essere chiam­a­to solo lui a pagare la dif­feren­za di con­to.
Così facen­do si scar­i­ca la pre­ven­zione sulle tasche del cit­tadi­no che, come ci dicono indagi­ni esem­pli­fica­tive, spes­so rin­un­cia a con­trol­li e cure per man­can­za di sol­di. Non voglio esa­mi sbagliati o di trop­po, vor­rei una san­ità nel suo com­p­lesso che abbia una adegua­ta cul­tura san­i­taria, che le strut­ture deb­bono fare e dif­fondere, ren­den­do chiaro che la pub­bli­ca san­ità non pos­sa essere una muc­ca da mun­gere per nes­suno, ma si ten­ga il dirit­to alla salute come ele­men­to impre­scindibile del­la vita quo­tid­i­ana e solo la pre­ven­zione potrà garan­tir­la nelle migliori con­dizioni.

2 risposte a “Assistenza sanitaria, presentare il conto ai malati”

  1. Giuseppe Ragazzini says:

    Ques­ta pic­co­la fun­zionar­ia di par­ti­to, che non ha mai lavo­ra­to, la Sac­car­di, deg­na emu­la di Kim Il Sung, tira fuori l’idea pere­g­ri­na di pre­sentare il con­to ai degen­ti ospedalieri, che già pagano il con­trib­u­to al SSN, l’ad­dizionale irpef regionale e i tick­ets san­i­tari, facen­doli sen­tire colpevoli di esser­si ammalati! La Sac­car­di è la stes­sa che difende la ver­gog­nosa lib­era pro­fes­sione intramoe­nia e i faraoni­ci stipen­di dei diri­gen­ti delle ASL.

    • Walter Gasperini says:

      Il sign­or Ragazz­i­ni sceglie questo modo di con­testare le scelte degli ammin­is­tra­tori che è lon­tano dal mio modo di essere e di vedere le cose. Si può e si deve esprimere dis­senso ma sem­pre nel rispet­to delle per­sone; ogni accen­no anche lon­tano ad offese ver­so qual­cuno non è deg­no di essere pre­so in con­sid­er­azione.

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