Bel problema quei cumuli. Chi li rimuove?

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PIOMBINO 5 dicem­bre 2018 — Legam­bi­ente nazionale, regionale e locale ha invi­a­to una let­tera al Min­istro dell’ Ambi­ente Ser­gio Cos­ta, al Pres­i­dente del­la Regione Toscana Enri­co Rossi ed al Sin­da­co di Piom­bi­no Mas­si­mo Giu­liani per porre il prob­le­ma, nel­l’am­bito del tema gen­erale del­la bonifi­ca del sito di inter­esse nazionale dei Piom­bi­no, del­la rimozione dei cumuli di mate­ri­ali e rifiu­ti lì pre­sen­ti.
Di segui­to la let­tera.

Alla cortese atten­zione di
Ser­gio Cos­ta Min­istro dell’Ambiente e del­la tutela del ter­ri­to­rio e del mare
Enri­co Rossi Pres­i­dente Regione Toscana
Mas­si­mo Giu­liani Sin­da­co Comune di Piom­bi­no
Ogget­to: Richi­es­ta chiari­men­ti e inter­ven­to su boni­fiche Piom­bi­no

L’associazione Legam­bi­ente da molti anni si inter­es­sa al prob­le­ma dei rifiu­ti indus­tri­ali prodot­ti in tut­ti questi anni dal­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co di Piom­bi­no e dell’inquinamento prodot­to da questi scar­ti delle lavo­razioni dell’acciaio. Il sito di Piom­bi­no è sta­to indi­vid­u­a­to come sito di bonifi­ca di inter­esse nazionale (SIN) ai sen­si dell’art.1, com­ma 4, del­la Legge 426/98.
La super­fi­cie del ter­reno indus­tri­ale, cir­ca 900 ettari, ha rice­vu­to, negli oltre cen­to anni del­la vita del­la fab­bri­ca, mil­ioni di metri cubi di rifiu­ti che sono in parte servi­ti come mate­ri­ale per il rit­o­mba­men­to di aree mor­fo­logi­ca­mente depresse ed ulte­ri­or­mente è sta­to accu­mu­la­to in enor­mi cumuli nelle aree libere dai capan­noni indus­tri­ali ed infra­strut­ture. Le quan­tità di questi rifiu­ti sono enor­mi: solo nell’area seques­tra­ta dal­la Mag­i­s­tratu­ra dopo un’indagine del­la Guardia di Finan­za nel 2007 si sti­mano oltre 600mila metri cubi di mate­ri­ali; sono suc­ces­si­va­mente segui­ti sequestri di altre aree con ingen­ti quan­tità di rifiu­ti spe­ciali. Tut­to questo mate­ri­ale giace da decen­ni in queste con­dizioni, è las­ci­a­to a giorno e sogget­to quo­tid­i­ana­mente alle azioni eso­gene deter­mi­nan­do peri­colosi dilava­men­ti che rag­giun­gono i cor­si d’acqua e cosparg­i­men­to di polveri ben oltre i con­fi­ni indus­tri­ali.
Inoltre devono essere boni­fi­cate le aree con l’asportazione di rifiu­ti dove si super­a­no liv­el­li di con­cen­trazione di inquinan­ti (hot spot), deve essere sca­v­a­ta una trincea drenante pre­vista nel prog­et­to di mes­sa in sicurez­za idrauli­ca del SIN, devono essere demoli­ti impianti indus­tri­ali non più uti­liz­za­ti, dovran­no essere sca­v­ate nuove fon­dazioni per altri impianti indus­tri­ali. In questo quadro, l’azienda siderur­gi­ca Afer­pi sta con­tin­uan­do a pro­durre rifiu­ti, anche se non nei volu­mi del pas­sato e in prospet­ti­va potrebbe aumentare le pro­duzioni se man­ter­rà gli impeg­ni degli inves­ti­men­ti per nuovi impianti. Tut­to questo avrà come log­i­ca con­seguen­za la pro­duzione di altre centi­na­ia di migli­a­ia di metri cubi di rifiu­ti.
Siamo di fronte ad una enorme quan­tità di rifiu­ti che in parte potrebbe essere rici­cla­ta con impianti che già esistono sul ter­ri­to­rio, che han­no bisog­no di essere ristrut­turati e adeguati, di pro­pri­età dell’azienda pubblico/privata “RIMa­te­ria”. Altri impianti potreb­bero essere real­iz­za­ti con il fine ulti­mo di avviare un reale sis­tema vir­tu­oso di econo­mia cir­co­lare. Quel­lo che non è pos­si­bile rici­clare potrà essere con­fer­i­to nel­la dis­car­i­ca sem­pre di RIMa­te­ria pos­ta all’interno del perimetro indus­tri­ale e i rifiu­ti peri­colosi potran­no essere trat­tati per ren­der­li non reat­tivi e mes­si in dis­car­i­ca o smalti­ti altrove quan­do non è pos­si­bile trat­tar­li.
Con forza rimarchi­amo come, a nos­tro avvi­so, la rimozione dei cumuli sia la pre­con­dizione nec­es­saria per pro­cedere alla mes­sa in sicurez­za di tut­ta l’area medi­ante la real­iz­zazione di un appos­i­to cap­ping dell’intera area indus­tri­ale. Occorre per­tan­to avere rapi­de ras­si­cu­razioni sulle pro­ce­dure e risorse final­iz­zate all’eliminazione del prob­le­ma dei cumuli e soprat­tut­to sui tem­pi.
Lo stes­so accor­do di pro­gram­ma del 2014 met­te­va in evi­den­za ques­ta pri­or­ità: “Si evi­den­zia che la rimozione dei cumuli di materiali/ rifiu­ti pre­sen­ti sia sulle aree pri­vate che su quelle in con­ces­sione con­diziona l’attuazione e l’efficacia delle attiv­ità di mes­sa in sicurez­za”.
Anche Invi­talia, in varie dichiarazioni e doc­u­men­ti, dichiara che la rimozione dei cumuli è la pre­con­dizione per pro­cedere anche nel­la disponi­bil­ità delle aree per prog­ettare e attuare la mes­sa in sicurez­za.
Dal­la relazione dell’ultima riu­nione del 3 otto­bre 2018 del­la “cab­i­na di regia ter­ri­to­ri­ale dell’Adp di Piom­bi­no” appren­di­amo che sono disponi­bili 16.400.000 euro ded­i­cati alla rimozione o mes­sa in sicurez­za dei cumuli. Appren­di­amo anche, con estrema pre­oc­cu­pazione, che Invi­talia pro­pone di optare per la non rimozione dei cumuli, ma solo la mes­sa in sicurez­za di ques­ta enorme mas­sa di rifiu­ti.
Si dice che il Min­is­tero non si è anco­ra espres­so in mer­i­to alla relazione tec­ni­ca redat­ta da Invi­talia a gen­naio 2018, che prevede l’impiego di quei sol­di per nuo­va­mente carat­ter­iz­zare il mate­ri­ale abban­ca­to (con cir­ca 558 cam­pi­oni), un prog­et­to di fat­tibil­ità per la mes­sa in sicurez­za del mate­ri­ale e poi pro­cedere con la prog­et­tazione defin­i­ti­va, esec­u­ti­va, la ver­i­fi­ca del­la prog­et­tazione ecc., ecc. ecc., … la soli­ta buro­crazia infini­ta. Inoltre, nel­la relazione, la stes­sa Invi­talia, dichiara che quei 16 mil­ioni e 400 mila euro non baster­an­no per il com­ple­ta­men­to degli inter­ven­ti.
Essere inde­cisi se rimuover­li o las­cia­r­li lì è un assur­do. Quei sol­di non baster­an­no per il com­ple­ta­men­to degli inter­ven­ti come dice Invi­talia, forse, se si con­tin­u­ano a buttare in inutili stu­di.
Anal­isi dei cumuli di rifi­u­to ne sono sta­ti fat­ti tan­ti, fare dei nuovi cam­pi­ona­men­ti sui cumuli è sola­mente uno spre­co di tem­po e di denaro che spos­ta in avan­ti il prob­le­ma sen­za pren­dere alcu­na deci­sione oper­a­ti­va e conc­re­ta vol­ta a sanare il ter­ri­to­rio. La situ­azione è conosci­u­ta e chiara.
Vogliamo pro­cedere alla loro rimozione per recu­per­are quel­la parte che è pos­si­bile rici­clare e di met­tere a dis­car­i­ca il restante? Vogliamo lib­er­are il ter­ri­to­rio da inutili e peri­colosi cumuli per fare spazio ad attiv­ità pro­dut­tive?
Chiedi­amo quin­di chiari­men­ti sul­la volon­tà e le tem­p­is­tiche di appal­to di rimozione dei cumuli. Dopo trop­pi anni in cui è sta­to isti­tu­ito il SIN ed i numerosi accor­di di pro­gram­ma suc­ce­dutisi nel tem­po, anco­ra non vedi­amo l’inizio di attiv­ità di risana­men­to e ricon­ver­sione pro­dut­ti­va del ter­ri­to­rio. Cosa impedisce l’avvio di una gara di appal­to per la rimozione? La cit­tà di Piom­bi­no e la Val di Cor­nia non pos­sono più con­cedere tem­po per inutili e ster­ili attese.

Adri­ano Bruschi Pres­i­dente Cir­co­lo Legam­bi­ente Val di Cor­nia
Ange­lo Fer­rara Pres­i­dente Cir­co­lo Legam­bi­ente Cos­ta Etr­usca
Faus­to Fer­ruz­za Pres­i­dente Legam­bi­ente Toscana
Ste­fano Ciafani Pres­i­dente nazionale Legam­bi­ente

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