Buoni motivi per non condividere la variante Aferpi

· Inserito in Spazio aperto
Paolo Francini

PIOMBINO 14 set­tem­bre 2016 —  Questo inter­ven­to (1) nasce da una serie di incon­tri fra i sogget­ti, pri­vati ed asso­ci­azioni, i quali han­no pre­sen­ta­to osser­vazioni in oppo­sizione alla richi­es­ta di non assoggettare i prog­et­ti azien­dali a Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale, avan­za­ta da Afer­pi in sede regionale. Noi siamo con­vin­ti che Piom­bi­no e la Val di Cor­nia pos­sano e deb­bano avere un pos­i­ti­vo futuro in ter­mi­ni di diver­si­fi­cazione pro­dut­ti­va e occu­pazionale, la quale com­por­ti la sal­va­guardia dei posti di lavoro “stori­ci” e dei dirit­ti delle lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­tori; come pure la creazione di nuo­vo lavoro e lavoro nuo­vo per qual­ità sociale, ambi­en­tale, cul­tur­ale. Lavoro sta­bile e qual­i­fi­ca­to, basato sulle gran­di ric­chezze del nos­tro ter­ri­to­rio. Pen­si­amo che la pro­duzione di acciaio deb­ba asso­lu­ta­mente ripren­dere al più presto e col­lo­car­si in un oriz­zonte più ampio, evi­tan­do di entrare in con­trad­dizione con altri per­cor­si impren­di­to­ri­ali e occu­pazion­ali. Solo per fare alcu­ni esem­pi: nel­l’a­gri­coltura, nel tur­is­mo di qual­ità, nelle attiv­ità por­tu­ali. Tut­to questo è invece avvenu­to nel­la nos­tra Piom­bi­no per lunghi decen­ni, las­cian­do in ered­ità a ques­ta cit­tà un appa­ra­to pro­dut­ti­vo obso­le­to e un’area indus­tri­ale dis­sem­i­na­ta di mate­ri­ali alta­mente inquinan­ti. Su tale realtà final­mente sem­bra accen­der­si l’at­ten­zione delle isti­tuzioni dep­u­tate al con­trol­lo, le quali invece han­no fino­ra las­ci­a­to sostanziale mano lib­era agli inquina­tori, pro­pri­etari degli impianti siderur­gi­ci.
Abbi­amo pre­sen­ta­to le nos­tre osser­vazioni pro­prio per­ché siamo con­vin­ti che i prog­et­ti avan­za­ti da Afer­pi – e purtrop­po acriti­ca­mente assun­ti dal Comune di Piom­bi­no – si pongano in con­trad­dizione rispet­to all’idea di futuro e diver­si­fi­cazione alla quale abbi­amo accen­na­to. Siamo con­vin­ti che assec­on­dare in tal modo, da parte del Comune, le richi­este di Afer­pi cir­ca il nuo­vo trac­cia­to del Lot­to 2 del­la stra­da 398 e l’uso a fini siderur­gi­ci del­l’area umi­da prospiciente il Quaglio­dro­mo, fac­cia como­do all’azien­da richiedente. Ma è tut­to da dimostrare che tali richi­este alla lun­ga risulti­no coer­en­ti con una prospet­ti­va di avan­za­men­to gen­erale, sociale, ambi­en­tale, occu­pazionale e cul­tur­ale del­la cit­tà e del­la Val di Cor­nia nel suo insieme. Inoltre, in un’ot­ti­ca strate­gi­ca di lun­go peri­o­do, subire pas­si­va­mente da parte del potere pub­bli­co le richi­este del­l’azien­da non gio­va nep­pure al pri­va­to, né al suo – fino­ra mod­es­tis­si­mo – dinamis­mo impren­di­to­ri­ale. All’azienda va richi­es­ta invece una capac­ità di inves­ti­men­to, purtrop­po ad oggi assai defici­taria, e un’al­ta, lungimi­rante cul­tura indus­tri­ale, tali da impedire un ulte­ri­ore, suc­ces­si­vo pre­cip­itare delle sor­ti del­l’at­tiv­ità siderur­gi­ca, come è già purtrop­po accadu­to con la pri­va­tiz­zazione delle acciaierie nei pri­mi anni novan­ta del sec­o­lo scor­so. Pri­ma Luc­chi­ni, poi la ces­sione ai rus­si di Sev­er­stal e il loro suc­ces­si­vo inglo­rioso abban­dono, nonos­tante che tali impren­di­tori fos­sero sta­ti salu­tati da più par­ti come uomi­ni del­la Provvi­den­za. La nos­tra richi­es­ta di sot­to­porre alla VIA i prog­et­ti Afer­pi va appun­to in una nuo­va, con­sapev­ole direzione, per cui una mod­er­na siderur­gia non deve ipote­care gli asset­ti urban­is­ti­ci e la qual­ità del­la vita delle popo­lazioni e del ter­ri­to­rio. La VIA è fon­da­men­tale pure allo scopo di assi­cu­rare l’impiego delle migliori tec­nolo­gie disponi­bili in un Sito di Inter­esse Nazionale, quale è Piom­bi­no, per la sicurez­za degli addet­ti, all’in­ter­no di un prog­et­to di lun­ga dura­ta per un futuro cred­i­bile.
Un anti­co prover­bio Nava­jo ci ricor­da che “Non ered­i­ti­amo il mon­do dai nos­tri padri, ma lo pren­di­amo in presti­to dai nos­tri figli”. Così come la con­feren­za di Rio del 1992 ricor­da a tut­ti, ammin­is­tra­tori inclusi, che “Il dirit­to allo svilup­po deve essere real­iz­za­to in modo da sod­dis­fare equa­mente le esi­gen­ze rel­a­tive all’am­bi­ente ed allo svilup­po delle gen­er­azioni pre­sen­ti e future”. Le scelte di oggi invece grav­er­an­no come un ipote­ca sulle gen­er­azioni future se, come pre­tende Afer­pi, il trac­cia­to del­la 398 opprimerà la vita quo­tid­i­ana delle famiglie che risiedono in tut­to il quartiere del Cotone Pogget­to, in via del­la Resisten­za, nel trat­to ter­mi­nale di Cor­so Italia, in via Cav­al­lot­ti, in fon­do a via Pisacane, in via Pisa e via Por­tovec­chio. Idem se l’area umi­da del Quaglio­dro­mo ver­rà “espro­pri­a­ta” e invasa dal trac­cia­to fer­roviario, trasfor­man­do l’area nat­u­ral­is­ti­ca in area siderur­gi­ca a tut­ti gli effet­ti, come l’Azien­da pre­tende. Dunque, anziché ridurre la super­fi­cie occu­pa­ta dagli sta­bil­i­men­ti indus­tri­ali, la si ampli­erebbe. E pen­sare che un alto diri­gente delle Parte­ci­pazioni Statali, come Gam­bardel­la, già nel 1990, affer­ma­va che a Piom­bi­no si gio­ca­va “una par­ti­ta di ten­nis in un cam­po di cal­cio”, sot­to il pro­fi­lo del razionale uti­liz­zo delle aree indus­tri­ali.
Le alter­na­tive ci sono e sono prat­i­ca­bili. Il trac­cia­to utile del­la indis­pens­abile sec­on­da stra­da di acces­so a Piom­bi­no e al suo por­to è sta­to già deciso nel 2013 dal­la prece­dente Ammin­is­trazione comu­nale per il sec­on­do lot­to del­la 398, ed è da tem­po con­sulta­bile sul sito web del Comune. Un trac­cia­to tan­to più cred­i­bile adesso che tali aree saran­no meno gra­vate da esi­gen­ze indus­tri­ali. La lin­ea fer­roviaria, a servizio del­la nuo­va acciaieria elet­tri­ca e treno rotaie, va dis­eg­na­ta con soluzioni tec­niche meno inva­sive che sal­va­guardi­no la pre­gia­ta area umi­da del Quaglio­dro­mo: in un pro­ced­i­men­to di VIA i tec­ni­ci di Afer­pi sareb­bero sta­ti costret­ti su richi­es­ta del Comune a pro­durre loro stes­si una alter­na­ti­va tec­ni­ca che rib­a­di­amo è pos­si­bile e non penal­iz­zante per la stes­sa azien­da. Per­al­tro, gli ipoteti­ci più ele­vati costi delle mis­ure qui descritte (i quali andreb­bero comunque dimostrati, carte alla mano), devono comunque essere con­siderati quali veri e pro­pri inves­ti­men­ti per un futuro di lun­go respiro che riguarderà il des­ti­no almeno delle prossime tre gen­er­azioni.
Questo inter­ven­to è con­di­vi­so da un serie di Asso­ci­azioni: Comi­ta­to anti­nquina­men­to, Lavoro salute dig­nità, Legam­bi­ente, “Rug­gero Tof­fo­lut­ti” con­tro le mor­ti sul lavoro, Res­ti­amo umani, Coor­di­na­men­to art.1‑Camping CIG, e un grup­po di cit­ta­di­ni che han­no pre­sen­ta­to le osser­vazioni in Regione Toscana.

(1) Inter­ven­to let­to nel­l’oc­ca­sione del­l’in­con­tro orga­niz­za­to dal­l’Am­min­is­trazione comu­nale di Piom­bi­no il 14 set­tem­bre 2016

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