Cave e Tap, ovvero il gioco delle tre carte

· Inserito in Lettere
pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 8 set­tem­bre 2015LEGAMBIENTE e M5S si sono for­mal­mente espres­si sulle pro­poste del­la nuo­va pres­i­den­za di ASIU e TAP, con­div­i­den­done i prin­cipi gen­er­ali che pos­sono essere rias­sun­ti in: aumen­to dei prodot­ti risul­tan­ti da pro­ces­si di rici­clo, riduzione con­seguente e pro­porzionale del mate­ri­ale cava­to dalle mon­tagne, pro­mozione del prin­ci­pio di prossim­ità per ridurre l’in­ci­den­za dei trasporti.
Anche il Comi­ta­to per Campiglia vede queste pro­poste coin­cidere con quan­to da anni sta soste­nen­do e dimostran­do, dati alla mano, la cor­ret­tez­za di questi ind­i­rizzi anche alla luce delle politiche comu­ni­tarie in mate­ria.
Ma pro­prio in base all’es­pe­rien­za fat­ta, temi­amo che ques­ta sia una ulte­ri­ore pre­sa in giro ad uso e con­sumo di chi crede in una polit­i­ca degli iner­ti più mod­er­na e rispet­tosa delle attiv­ità pro­dut­tive del­la Val di Cor­nia.
Il fat­to che negli anni siano sta­ti dis­at­te­si tut­ti gli accor­di tra Comu­ni, Provin­cie e Regioni per una riduzione delle estrazioni da cave, il fat­to che per impor­tan­ti e recen­ti opere (come il por­to di Piom­bi­no) non pare sia sta­to fat­to rispettare l’ob­bli­go di uti­liz­zare almeno il 30% di mate­ri­ali rici­clati, dimostra­no che da anni si con­tin­ua a dire una cosa e poi fare tut­to il con­trario.
Il fat­to che il Sin­da­co Sof­frit­ti sot­to­scri­va il manda­to a Cara­mas­si per­ché por­ti avan­ti nuove strate­gie, quan­do in un recente Con­siglio Comu­nale ha con­di­vi­so “il gri­do di dolore” del PD locale che chiede­va di scav­are (per­ché il tur­is­mo non bas­ta) sen­za lim­i­ti tem­po­rali né quan­ti­ta­tivi, fa pen­sare che una delle due posizioni sia fal­sa in quan­to total­mente con­trad­di­to­rie.
Il fat­to che il Sin­da­co di Campiglia Marit­ti­ma, comune che van­ta il mag­gior numero di cave e la mag­giore quan­tità di mate­ri­ali estrat­ti di tut­ta la Val di Cor­nia, non si sia pre­oc­cu­pa­to di met­tere for­mal­mente in dis­cus­sione la pro­pos­ta del­la nuo­va legge regionale sulle attiv­ità estrat­tive già pronta nel cas­set­to del­l’al­lo­ra Asses­sore Cec­ca­rel­li, oggi asses­sore al ter­ri­to­rio al pos­to del­la Mar­son, dimostra che di fat­to non si vuole inter­venire sui veri nodi strate­gi­ci del­la ques­tione.
Il fat­to che chi gov­er­na il Comune di Campiglia non abbia min­i­ma­mente con­dan­na­to l’ind­i­riz­zo del Piano Provin­ciale delle attiv­ità estrat­tive del 2014, volto a trasfor­mare il campigliese in un “dis­tret­to degli iner­ti”, dimostra anco­ra una vol­ta che prob­a­bil­mente siamo di fronte all’en­nes­i­ma pre­sa di giro da parte dei politi­ci che più che difend­ere il ter­ri­to­rio, dan­no la sen­sazione di difend­ere l’at­tiv­ità delle cave. Attiv­ità per altro pochissi­mo red­di­tizia per le casse del Comune di Campiglia, vis­to che l’allora Sin­da­co Velo pen­sò bene di incas­sare in anticipo nel 2009 tut­ti gli oneri dovu­ti fino al 2018, las­cian­do il Comune sen­za un introito annuale. Antic­i­pazioni che fino ad oggi non è sta­to dato di sapere det­tagli­ata­mente come siano state uti­liz­zate .
In con­clu­sione ci vuole ben altro che le dichiarazioni di Cara­mas­si per con­vin­cer­ci che gli ammin­is­tra­tori pub­bli­ci, a tut­ti i liv­el­li, vogliano vera­mente fare un cam­bi­a­men­to di rot­ta e non la soli­ta man­f­rina pro­pa­gan­dis­ti­ca che con­siste nel far par­lare le per­sone in piaz­za men­tre le scelte reali si fan­no in altra sede.

Comi­ta­to per Campiglia

Commenta il post