Concordia: lotta nel Pd per conquistare un relitto

· Inserito in Vicenda Concordia

PIOMBINO 12 mar­zo 2013 — Se lo sman­tel­la­men­to del­la Cos­ta Con­cor­dia por­ta occu­pazione, il relit­to lo vedrem­mo volen­tieri a Piom­bi­no dove la crisi è forte e i posti di lavoro si stan­no per­den­do.
Abbi­amo volu­to iniziare con ques­ta pre­mes­sa per­ché non vor­rem­mo essere frain­te­si nel momen­to in cui, leggen­do i fat­ti e tralas­cian­do i procla­mi, nutri­amo più di un dub­bio cir­ca l’attuazione di un prog­et­to ril­e­vante, ambizioso e cos­toso. E avver­ti­amo pos­si­bile il ris­chio che annun­ci reiterati, entu­si­as­ti­ci e defin­i­tivi pos­sano sus­citare sper­anze e forse anche illu­sioni in molte famiglie che non han­no più la sicurez­za di uno stipen­dio quan­do addirit­tura non han­no già per­so la loro prin­ci­pale fonte di ren­di­ta.
Ed ecco i fat­ti.
Ven­erdì scor­so, 8 mar­zo, abbi­amo reg­is­tra­to l’annuncio pri­ma del min­istro dell’ambiente Cli­ni e poi del­la Pres­i­den­za del Con­siglio cir­ca l’adozione di “un provved­i­men­to che con­sen­tirà di rimuo­vere la Cos­ta Con­cor­dia dall’isola del Giglio e di por­tar­la nel por­to più vici­no, cioè nel por­to di Piom­bi­no”. Il min­istro rib­adisce oggi, 12 mar­zo, la fer­ma volon­tà dell’esecutivo. Lo fa rispon­den­do indi­ret­ta­mente ad alcune asso­ci­azione ambi­en­tal­iste (Green­peace, Mare Vivo e Wwf) pre­oc­cu­pate per le pos­si­bili ricadute sull’ambiente dai lavori di sca­vo del baci­no a Piom­bi­no.
Forte dell’iniziativa del gov­er­no, inten­zion­a­to anche ad accol­lar­si l’ingente spe­sa per le opere nec­es­sarie al Rossipor­to (cir­ca 150 mil­ioni di euro), il Gov­er­na­tore del­la Toscana Enri­co Rossi non ha nascos­to la pro­pria sod­dis­fazione e attra­ver­so l’agenzia di infor­mazione del­la giun­ta regionale ha com­men­ta­to: “Una notizia pos­i­ti­va e atte­sa. La deci­sione pre­sa dal Con­siglio dei min­istri risponde al nos­tro prog­et­to, per il quale ci siamo bat­tuti fin dal­l’inizio di ques­ta vicen­da con insis­ten­za. Dunque ave­va­mo ragione, l’ave­va­mo det­to per pri­mi e alla fine ci siamo rius­ci­ti. E oggi siamo sod­dis­fat­ti. La nos­tra pro­pos­ta era moti­va­ta da ragioni sia ambi­en­tali che eco­nomiche. Ambi­en­tali, per­ché il por­to di Piom­bi­no è il più vici­no al Giglio e quin­di riduce i rischi durante la nav­igazione di trasfer­i­men­to del relit­to. Eco­nomiche, per­ché gli inter­ven­ti che dovre­mo real­iz­zare al por­to di Piom­bi­no aggiun­gono a quel­la realtà indus­tri­ale un impor­tante van­tag­gio com­pet­i­ti­vo, oggi anco­ra più nec­es­sario a fronte del­la crisi del­la siderur­gia. D’ac­cor­do con il sin­da­co del­la cit­tà Gian­ni Ansel­mi già nel­la prossi­ma set­ti­mana ci incon­tr­ere­mo per definire meglio tutte le inizia­tive nec­es­sarie per con­sen­tire nei tem­pi pre­visti la real­iz­zazione del prog­et­to”.
Non da meno sod­dis­fat­ti e con­vin­ti di essere ormai vici­ni alla meta sono appar­si il sin­da­co di Piom­bi­no Gian­ni Ansel­mi che ha rin­car­a­to la dose inseren­do nel maz­zo dei lavori anche la stra­da statale 398, nel trat­to finale fino al por­to, ed il pres­i­dente dell’Autorità por­tuale Luciano Guer­ri­eri.
Il più ven­du­to gior­nale locale ha inter­pre­ta­to gli umori gen­er­ali e non ha las­ci­a­to pas­sare giorno sen­za regalare Anselmiservizi com­pia­cen­ti ai pro­pri let­tori.
E men­tre questo è accadu­to sul sito del­la pres­i­den­za del con­siglio dei min­istri ad oggi sono elen­cati tut­ti i decreti e tut­ti i provved­i­men­ti adot­tati nelle ultime sedute del 7 e 8 mar­zo meno quel­lo che riguar­da il relit­to a Piom­bi­no. La moti­vazione si tro­va nelle parole del Capo del­la pro­tezione Civile Fran­co Gabriel­li: «..Nel cor­so del­la dis­cus­sione su questo argo­men­to due sono sem­pre sta­ti i nodi por­tati all’attenzione delle varie Isti­tuzioni da parte mia: le com­pe­ten­ze ben pre­cise che la legge 100 del luglio 2012 ha nuo­va­mente attribuito alla Pro­tezione Civile (nul­la a che vedere con infra­strut­ture, por­ti, opere), e la neces­sità di emanare una nor­ma pri­maria che con­cedesse a un Com­mis­sario apposi­ta­mente nom­i­na­to i poteri, le deroghe e le risorse nec­es­sarie per real­iz­zare le opere infra­strut­turali pre­viste». Un pas­tic­cio che recla­ma un qualche stru­men­to per super­are l’im­passe.
E intan­to l’armatore che fa? Silen­zio asso­lu­to dal parte del­la Con­cor­dia e del­la casa madre amer­i­cana Car­ni­val. Neanche una paro­la dalle assi­cu­razioni a cui dovran­no far cari­co le spese di sman­tel­la­men­to. Ave­vano promes­so un pro­nun­ci­a­men­to entro feb­braio ma sono rimasti muti e la cosa, se non ha un sig­ni­fi­ca­to defin­i­ti­vo, di cer­to non depone a favore del­la scelta-Piom­bi­no.

Nel “Sec­o­lo XIX”, il più impor­tante gior­nale di Gen­o­va, cit­tà del­la Cos­ta crociere, si è intan­to potu­to leg­gere un arti­co­lo del col­le­ga Alber­to Quarati il quale tra l’altro, riguar­do a Piom­bi­no, ha scrit­to: “…son­dan­do nei cor­ri­doi del­lo ship­ping, parec­chi sono i dub­bi sul­la fat­tibil­ità del­l’­op­er­azione. Il pri­mo prob­le­ma è che l’area dove la Con­cor­dia dovrebbe essere ospi­ta­ta, non esiste. Infat­ti per accogliere il relit­to è nec­es­sario dra­gare il fon­dale 15–20 metri, e soprat­tut­to costru­ire la banchi­na di appro­do. Oper­azione che richiede un anno, nel­la migliore — e cer­to non più real­is­ti­ca — delle ipote­si. Negli ambi­en­ti ship­ping nes­suno osa con­trad­dire il min­istro, però si fa notare che forse il relit­to sarebbe meglio por­tar­lo in una strut­tura già esistente, piut­tosto che las­cia­r­lo a bag­no­maria un altro inver­no con tut­ti i rischi ambi­en­tali che questo può com­portare.
Per ora da Cos­ta non com­men­tano. La com­pag­nia nei mesi scor­si ave­va sonda­to alcu­ni cantieri per la demolizione del­la Con­cor­dia: Bis­ag­no-Gar­rè in cor­da­ta con Saipem (le sovras­trut­ture del­la nave sareb­bero state sman­tel­late a Gen­o­va, lo scafo nel mega-baci­no di Mar­siglia), Fin­cantieri (che avrebbe imp­ie­ga­to il Tideibaci­no di Paler­mo) e i cantieri turchi di Alia­ga (che già si sono occu­pati del­la demolizione di Cos­ta Alle­gra). A suo tem­po ven­nero inter­pel­lati anche i cantieri Apua­nia, che tut­tavia sec­on­do rumors di set­tore, rifi­u­tarono la commes­sa”.
Dub­bi, incertezze e pre­oc­cu­pazioni che esistono anche all’interno del Pd dove i par­la­men­tari Michele Anzal­di, Fed­eri­co Gel­li ed Andrea Mar­cuc­ci han­no sostenu­to che “La scelta di indi­care il por­to di Piom­bi­no come des­ti­nazione per lo smal­ti­men­to del­la Cos­ta Con­cor­dia non rien­tra nel­l’or­di­nar­ia ammin­is­trazione, ma si trat­ta di una scelta polit­i­ca ben pre­cisa”.
“Il Quiri­nale – han­no det­to — valu­ti se il gov­er­no dimis­sion­ario è nel­la posizione di poter­la pren­dere. Per pot­er portare il relit­to del­la Con­cor­dia a Piom­bi­no occor­rono ingen­ti lavori di adegua­men­to del por­to, che potreb­bero durare cir­ca un anno, sec­on­do quan­to ripor­ta­to dal­la stam­pa. Ciò sig­ni­ficherebbe che la nave rimar­rà almeno fino al prossi­mo inver­no sul mare del Giglio. L’adegua­men­to di Piom­bi­no com­por­ta, inoltre, altissi­mi costi, si par­la di cir­ca 150 mil­ioni di euro. Altro ele­men­to da con­sid­er­are è il ris­chio ambi­en­tale: scav­are per 15 metri in un por­to indus­tri­ale come quel­lo di Piom­bi­no sig­nifi­ca incon­trare chissà quali tipi di rifiu­ti. Di fronte a rischi di questo tipo è lecito doman­dar­si se un esec­u­ti­vo dimis­sion­ario da alcu­ni mesi pos­sa pren­dere sim­ili deci­sioni. La scelta del por­to per la des­ti­nazione del relit­to è rimas­ta bloc­ca­ta per un anno e l’ac­cel­er­azione avviene a pochi giorni dal pos­si­bile inse­di­a­men­to di un nuo­vo gov­er­no. La Pres­i­den­za del­la Repub­bli­ca valu­ti la con­gruità di ques­ta pro­ce­du­ra ammin­is­tra­ti­va”.
Ed oggi, 12 mar­zo, infine la ciliegi­na sul­la tor­ta. Di nuo­vo una voce in con­tro­ten­den­za che esce all’interno del OrtelliPd. E’ il sin­da­co di Civ­i­tavec­chia, Pietro Tidei, ad uscire allo scop­er­to chieden­do al Gov­er­no, alla Pro­tezione civile ed ai Gov­er­na­tori di Toscana e Lazio addirit­tura un ripen­sa­men­to sul­la deci­sione di far demolire il relit­to a Piom­bi­no. Tidei por­ta argo­men­ti ogget­ti­va­mente for­ti. “Civ­i­tavec­chia – dice il sin­da­co – è pronta a rice­vere la nave dispo­nen­do già oggi di fon­dali adeguati, di un adegua­to baci­no inter­no e di ampie aree per la lavo­razione”. In ter­mi­ni con­creti a Civ­i­tavec­chia c’è già tut­to sen­za dover spendere un euro, a Piom­bi­no invece non c’è nul­la ed in 6–7 mesi di dovreb­bero real­iz­zare opere ingen­ti dal cos­to di cir­ca 150 mil­ioni di euro. E purtrop­po Tidei spaz­za via, sen­za pos­si­bil­ità di repliche, anche la val­u­tazione sul­la dis­tan­za del­la nave dal por­to finale. Un dato spe­so sen­za soste da Rossi, da Ansel­mi e da chi­unque abbia pun­ta­to su Piom­bi­no. Il por­to di Civ­i­tavec­chia infat­ti dista dal Giglio, miglio più miglio meno, quan­to quel­lo del­la Val di Cor­nia.
Tidei, con queste carte in mano, riv­olge “una cortese sol­leci­tu­dine affinché ven­ga indet­to, quan­to pri­ma, un incon­tro tra tut­ti i sogget­ti inter­es­sati alla ricer­ca del­la migliore soluzione”.
E gli ammin­is­tra­tori del Giglio? Il sin­da­co Ser­gio Ortel­li non nasconde la pro­pria pre­oc­cu­pazione. Non per la scelta del­la des­ti­nazione del relit­to ma per la rimozione che pre­sen­ta anco­ra incog­nite sui tem­pi e sui modi. “Non vor­rei – dice – che questo aspet­to finisse in sec­on­do piano men­tre per noi è asso­lu­ta­mente pri­or­i­tario. Ho un por­to com­ple­ta­mente monop­o­liz­za­to dalle attrez­za­ture e dai mezzi che lavo­ra­no intorno alla Con­cor­dia. Il nos­tro pic­co­lo Comune sta sop­por­tan­do dis­a­gi oltre le pro­prie pos­si­bil­ità. Non nascon­do di vivere male ques­ta situ­azione. Anche per­ché il Giglio avrà bisog­no di ripar­tire. Se la Con­cor­dia è ormai diven­ta­ta un’emergenza per cui lo Sta­to inter­viene con una stanzi­a­men­to di 150 mil­ioni per Piom­bi­no, sarebbe anche gius­to che, non dico tan­to, ma almeno un mil­ione ci fos­se riconosci­u­to. Sapete quan­to è arriva­to fino­ra nelle casse del nos­tro comune? Appe­na 98mila euro”.

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