Concordia, ultimi studi per scegliere il porto finale

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Fiorenzo Bucci

PIOMBINO 15 feb­braio 2014 — Siamo ormai alla por­ta con i sas­si. Del resto Michael Thamm, ammin­is­tra­tore del­e­ga­to di Cos­ta Crociere, lo ave­va pre­an­nun­ci­a­to alcu­ni mesi fa: “All’inizio del nuo­vo anno pre­dis­porre­mo una gara a liv­el­lo dei pae­si Ocse per definire il por­to e l’impresa a cui affider­e­mo la demolizione del relit­to del­la Con­cor­dia”. Ed infat­ti la gara è in cor­so con diver­si por­ti ital­iani (Gen­o­va, Piom­bi­no, Napoli, Taran­to, Civ­i­tavec­chia) ed alcu­ni stranieri (Cina, Fran­cia, Turchia, Norve­g­ia, Inghilter­ra) che si sono fat­ti avan­ti sti­mo­lati da un busi­ness che si cal­co­la in 600 mil­ioni di euro. La Lon­don Off­shore Con­sul­tants che, per con­to di Cos­ta e delle com­pag­nie di assi­cu­razioni, gestisce la pro­ce­du­ra per indi­vid­uare por­to e strut­ture adat­te allo smal­ti­men­to, ha già per­fezion­a­to due delle tre fasi in cui è sta­to dis­tin­to il suo lavoro. Ovvero l’in­vi­to a man­i­festare inter­esse al busi­ness e le rel­a­tive risposte  giunte entro il 13 novem­bre 2013 e quin­di, il suc­ces­si­vo sol­lecito invi­a­to ad alcu­ni dei can­di­dati, ritenu­ti più idonei, a for­mu­la­re pro­poste con­crete tenen­do pre­sen­ti le nor­ma­tive, la certez­za del risul­ta­to e il rispet­to del­l’am­bi­ente e delle con­dizioni di lavoro. Siamo attual­mente nel­la terza ed ulti­ma fase del­la pro­ce­du­ra, il pas­sag­gio, cioè, che riguar­da l’anal­isi appro­fon­di­ta dalle pro­poste. Sec­on­do le pre­vi­sioni tra la fine di questo mese di feb­braio e l’inizio di mar­zo ci sarà il pro­nun­ci­a­men­to defin­i­ti­vo. Inutile sof­fer­mar­si anco­ra sulle indi­cazioni che alcu­ni organi di infor­mazioni stan­no avan­zan­do. Più utile è ril­e­vare che la preno­tazione e quin­di la pos­si­bile uti­liz­zazione del Van­guard rende pos­si­bile il trasporto del relit­to in local­ità anche molto dis­tan­ti superan­do i rischi che invece si incon­tr­ereb­bero con il sem­plice traino del­la Con­cor­dia attra­ver­so i rimorchi­a­tori. Non una notizia di poco con­to anche sul piano stret­ta­mente buro­crati­co per­ché la rimozione del relit­to prevede un’autorizzazione da parte del­la Regione a cui spet­ta un pro­nun­ci­a­men­to, non ovvi­a­mente sul­la des­ti­nazione del­la nave, ma sui cri­teri del trasporto che deve avvenire in sicurez­za. Ed il Van­guard, come è noto, rap­p­re­sen­ta ciò che di più mod­er­no e sicuro pos­sa oggi offrire la tec­nolo­gia. Non per niente il noleg­gio per tre mesi di questo baci­no semi­som­mergi­bile costerà all’armatore la bellez­za di 30 mil­ioni di dol­lari.
In questo con­testo la parte del vaso di coc­cio la recita, ahi­noi, pro­prio Piom­bi­no, dove ormai sten­tano a reg­gere gli ulti­mi reiterati annun­ci det­tati forse più dall’obbligo di difend­ere i residui avam­posti che non da una vera con­vinzione. Tan­to è che di lavori al por­to si par­la ormai più in ter­mi­ni di real­iz­zazione del polo per la rot­ta­mazione del nav­iglio in dis­u­so che non nel­la pre­vi­sione di ospitare la Con­cor­dia.
ThamLa passerel­la di politi­ci nazion­ali e addirit­tura europei in Cit­tà, a ben con­sid­er­are, non ha mai prodot­to certezze ma solo aus­pi­ci. Soltan­to l’ex min­istro Cli­ni ha cre­du­to nel­la pos­si­bil­ità piom­bi­nese fino in fon­do e ha cer­ca­to di dar gambe ad un prog­et­to dif­fi­cilis­si­mo da real­iz­zare rega­lan­do alla Val di Cor­nia il con­trasta­to decre­to di aprile gra­zie al quale sono sta­ti mes­si insieme i 113 mil­ioni oggi disponi­bili per i lavori al por­to.
Il resto è sta­to carat­ter­iz­za­to tra il perenne con­trasto tra ciò che si annun­ci­a­va con enfasi e ciò che non si rius­ci­va a fare sul cam­po. Da ulti­mo si sono scop­er­ti perfi­no gli osta­coli del­la buro­crazia, in un paese dove questo fla­gel­lo sta affiev­olen­do da tem­po ogni entu­si­as­mo quan­do non addirit­tura non uccide le più utile e prat­i­ca­bile delle idee. Che novità! E che stra­no anche. Dal momen­to che le colpe ai buro­crati sono spes­so nate in cons­es­si nei quali niente si è fat­to per elim­inare il fla­gel­lo ed anzi qualche vol­ta lo si è addirit­tura ali­men­ta­to. Per­ché la buro­crazia qualche padre, qualche madre e qualche par­ente con­sen­ziente lo avrà pure avu­to in tut­ti questi anni.
Di più, il decre­to che ha riconosci­u­to Piom­bi­no come area di crisi com­p­lessa ha in qualche pic­co­lo modo con­tribuito a snel­lire (si fa per dire…) le pro­ce­dure vero è che, ad esem­pio, per un prog­et­to com­p­lesso si è super­a­to, sor­volan­do­lo, addirit­tura l’ostacolo del­la richi­es­ta del­la Val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale che non è mai una cosuc­cia da risolver­si in pochi bal­let­ti.
Men­tre scriv­i­amo siamo final­mente all’ok finale del Con­siglio supe­ri­ore dei lavori pub­bli­ci. Un pas­sag­gio inter­es­sante super­a­to, nonos­tante tut­to, in tem­pi lunghi ma non bib­li­ci. Qual­cosa anco­ra res­ta da definire tra pro­nun­ci­a­men­ti e pro­poste che proce­den­do dal liv­el­lo regionale pro­ced­er­an­no per qualche altra val­u­tazione in sede di Con­feren­za dei servizi per arrivare quin­di alla defin­i­ti­va asseg­nazione dell’appalto alla Cmc-Sales, chia­ma­ta a pro­durre la doc­u­men­tazione pre­vista dal ban­do di gara.
Se si mette insieme tut­to questo con le scelte di Cos­ta per con­clud­ere l’iter di asseg­nazione del relit­to entro mar­zo-aprile, si capisce come per Piom­bi­no diven­tano davvero min­i­mi i tem­pi per pro­cedere all’adeguamento delle strut­ture por­tu­ali. Perfi­no nell’ipotesi, conc­re­ta, che i lavori al Giglio sul relit­to, ritardi­no rispet­to all’indicazione di giug­no 2014 (si potrà forse arrivare all’autunno). È comunque cer­to che è tut­ta con­ve­nien­za di Cos­ta rispettare almeno i tem­pi nell’indicazione di des­ti­nazione del relit­to e nel­la scelta dell’azienda scelta per la demolizione. Non fos­se altro che per pre­dis­porre adeguata­mente le oper­azioni di trasfer­i­men­to del­la Con­cor­dia. Le quali cos­ti­tu­is­cono un altro impor­tante tas­sel­lo nel dif­fi­cile lavoro per giun­gere ad archiviare defin­i­ti­va­mente uno dei più gran­di ed assur­di dis­as­tri delle mariner­ie di tut­ti i tem­pi.

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