I Comuni stretti tra rifiuti speciali, cave e infrastrutture

Da Asiu a RiMateria con strategie che mancano

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PIOMBINO 26 giug­no 2016 — Il Con­siglio comu­nale di Piom­bi­no, ed immag­ini­amo anche tut­ti i Con­sigli comu­nali dei Comu­ni soci di Asiu, sta per approvare una delib­er­azione di ind­i­riz­zo che dovrebbe portare

  • al con­fer­i­men­to a Sei Toscana del ramo d’azien­da che si è occu­pa­to del­la rac­col­ta e del­lo smal­ti­men­to dei rifiu­ti urbani ed assim­i­lati (1),
  • al con­fer­i­men­to in RiMa­te­ria del­la parte restante,
  • alla ces­sione a pri­vati del 60% di RiMa­te­ria,
  • alla liq­uidazione di Asiu ed all’in­gres­so dei Comu­ni nel 40% di RiMa­te­ria.

Tut­to ciò nat­u­ral­mente sub­or­di­nata­mente all’ot­ten­i­men­to da parte di Asiu del­l’au­tor­iz­zazione alla vari­ante 4 (riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca) delle dis­car­i­ca di pro­pri­età in Loc. Ischia di Cro­ciano che, oltre a risanare le aree, ren­derebbe fruibili 500mila metri cubi a servizio imme­di­a­to delle oper­azioni di bonifi­ca e demolizione impianti. L’oc­chio è  riv­olto anche al prog­et­to di bonifi­ca del­l’area LI53 sul­la quale è pre­vis­to il rica­vo di ulte­ri­ori 1,5 mil­ioni di metri cubi sem­pre per rifiu­ti spe­ciali (2).
Di tut­to questo Stile libero ha già par­la­to ampia­mente tan­t’è che pos­si­amo riman­dare almeno all’ar­ti­co­lo
Da Asiu a Rima­te­ria: porte aperte per i pri­vati.

Vale la pena, invece, di met­tere l’ atten­zione su alcune affer­mazioni che, se non chiarite politi­ca­mente, sono tali da annullare la cred­i­bil­ità di tut­ta l’op­er­azione che, come è molto spes­so accadu­to non solo in questo cam­po, rischia di essere smen­ti­ta dal­la realtà dei fat­ti suc­ces­sivi e dal­la loro inco­eren­za rispet­to a ciò che pri­ma è sta­to pub­bli­ca­mente det­to.

Asiu, si dice, ha sem­pre avu­to affi­da­ta la ges­tione dei rifiu­ti urbani e assim­i­lati e, in par­ti­co­lare il servizio di spaz­za­men­to, rac­col­ta, stoccag­gio, trasporto, trat­ta­men­to, smal­ti­men­to, recu­pero, nonché le attiv­ità di accer­ta­men­to, liq­uidazione e riscos­sione del­la rel­a­ti­va tar­if­fa. Tut­to vero ma parziale. Ciò che non si dice è

  • che ad Asiu, mescolan­do le carat­ter­is­tiche di azien­da di pub­bli­co servizio e di azien­da stru­men­tale, è sta­ta affi­da­ta l’ese­cuzione di boni­fiche, molto cos­tose, come quel­la delle dis­cariche di Pog­gio ai ven­ti e di Cit­tà futu­ra, sen­za con­sid­er­are che si trat­ta­va di lavori e non di servizi, mai ese­gui­te,
  • che Asiu ha oper­a­to nel cam­po dei rifiu­ti spe­ciali mescolan­do attiv­ità di pri­v­a­ti­va pub­bli­ca e di mer­ca­to,
  • che tut­to ciò è all’o­rig­ine del ril­e­vante deb­ito accu­mu­la­to per­ché  ha imped­i­to a ques­ta azien­da pub­bli­ca di fare i con­ti con il più sem­plice cri­te­rio di effi­cien­za.

Non chiarire tut­to questo com­por­ta non pog­gia­re la nuo­va oper­azione che si vuole fare su un ter­reno sicuro.

cava berrighiLa pro­duzione sec­o­lare di acciaio da ciclo inte­grale a Piom­bi­no ha prodot­to, si dice, ingen­ti quan­tità di scar­ti di proces­so e gran parte di questi non è mai sta­ta rici­cla­ta. Gli scar­ti in ques­tione, si con­tin­ua, pos­sono sos­ti­tuire in tut­to o in parte, i mate­ri­ali di cava estrat­ti nei Comu­ni di Campiglia e San Vin­cen­zo e des­ti­nati alla real­iz­zazione delle impor­tan­ti opere infra­strut­turali del ter­ri­to­rio.
Le affer­mazioni sono impor­tan­ti per­ché fino ad oggi, nonos­tante la nasci­ta di Tap, ora RiMa­te­ria, nel 1995 ed i finanzi­a­men­ti region­ali ottenu­ti e nonos­tante che la situ­azione fin da allo­ra fos­se iden­ti­ca a quel­la che oggi si descrive nel­la delib­er­azione, niente si é fat­to. Anzi, si è fat­to il con­trario. Bas­ta ricor­dare

  • le insignif­i­can­ti osser­vazioni del Comune di Campiglia nel­l’oc­ca­sione del­l’ap­provazione del piano provin­ciale delle cave o il non uti­liz­zo di mate­ri­ali da rici­clo nei lavori por­tu­ali fino­ra ese­gui­ti,
  • la negazione del prob­le­ma da parte dei Comu­ni e dei par­ti­ti di mag­gio­ran­za,
  • gli accor­di per il trasfer­i­men­to delle aree indus­tri­ali ad Afer­pi e quel­li per le boni­fiche e la rein­dus­tri­al­iz­zaione dove la tem­at­i­ca rifiu­ti indus­tri­ali ed in par­ti­co­lare la LI53 sono inesisten­ti, con i rifi­lessi finanziari neg­a­tivi che da questo derivano.

Cosa vogliono fare adesso i Comu­ni per essere coer­en­ti a ciò che sta scrit­to nel­la delib­er­azione? Se la sentono di affrontare seri­amente e conc­re­ta­mente la ques­tione del­la riduzione del­l’at­tiv­ità del­la cave e quel­la dei rifiu­ti indus­taili pas­sati, pre­sen­ti e futuri? E in quale modo inten­dono far­lo?
Non chiarire tut­to questo com­por­ta non pog­gia­re la nuo­va oper­azione che si vuole fare su un ter­reno soli­do.

In realtà è pro­prio tut­ta l’op­er­azione che rischia di par­tire zop­pi­can­do. La ratio del­la pro­pos­ta all’at­ten­zione dei Con­sigli comu­nali è chiara: «…Risul­ta di speci­fi­co inter­esse pub­bli­co per il gov­er­no ter­ri­to­ri­ale dei flus­si di mate­ria man­tenere una parte­ci­pazione diret­ta in RiMa­te­ria nel­la misura tale da con­sen­tire una gov­er­nance pub­bli­ca delle strate­gie e degli ind­i­rizzi ter­ri­to­ri­ali in una mate­ria così del­i­ca­ta e com­p­lessa, men­tre risul­ta di mag­giore con­ve­nien­za eco­nom­i­ca gen­erale attuare tali ind­i­rizzi in modo impren­di­to­ri­ale allargan­do la parte­ci­pazione soci­etaria a nuovi azion­isti già oper­a­tori in tale set­tore del mer­ca­to, al fine di acquisire pres­so la soci­età le migliori conoscen­ze ed il know how nec­es­sario allo svol­gi­men­to otti­male delle attiv­ità dal­la inte­grazione fra le strate­gie pub­bliche di gov­er­no del ter­ri­to­rio e la migliore impren­di­to­ria di set­tore, si gen­er­a­no tut­ti i sani pro­ces­si di svilup­po sosteni­bile nelle sue dec­li­nazioni eco­nomiche, sociali e ter­ri­to­ri­ali…».
Dunque per il pub­bli­co un ruo­lo strate­gi­co, raf­forza­to dal­la pre­sen­za nel 40% del­l’azionar­i­a­to. In realtà la pre­sen­za potrebbe anche essere annul­la­ta, ciò non farebbe venire meno l’e­si­gen­za di una strate­gia pub­bli­ca, mag­a­ri non garan­ti­ta dal­la parte­ci­pazione alla ges­tione di un’azien­da ma tale da disp­ie­gar­si sulle deci­sioni sug­li asset­ti ter­ri­to­ri­ali e sul­l’in­te­grazione e sul­la coeren­za tra questi e gli accor­di con altri sogget­ti pub­bli­ci e pri­vati. Altri­men­ti la parte­ci­pazione soci­etaria  pub­bli­ca nel­l’azien­da diven­ta nel­la migliore delle ipote­si una foglia di fico e nel­la peg­giore cat­ti­va ges­tione, così come ha dimostra­ta la stes­sa espe­rien­za pas­sa­ta di Asiu.
Ad oggi queste coeren­ze non si sono anco­ra man­i­fes­tate, anzi si è man­i­fes­ta­to esat­ta­mente il con­trario.

(1) Sono rifiu­ti urbani:
a) i rifiu­ti domes­ti­ci, anche ingom­bran­ti, prove­ni­en­ti da locali e luoghi adibiti a civile abitazione;
b) i rifiu­ti non peri­colosi prove­ni­en­ti da locali e luoghi adibiti ad usi diver­si da quel­li di cui alla let­tera a), assim­i­lati ai rifiu­ti urbani per quan­tità e qual­ità; l’as­sim­i­lazione è dis­pos­ta dal Comune in base a cri­teri fis­sati in sede statale;
c) i rifiu­ti prove­ni­en­ti dal­lo spaz­za­men­to delle strade;
d) i rifiu­ti di qualunque natu­ra o prove­nien­za, gia­cen­ti sulle strade ed aree pub­bliche o sulle strade ed aree pri­vate comunque soggette ad uso pub­bli­co o sulle spi­agge marit­time e lacuali e sulle rive dei cor­si d’ac­qua;
e) i rifiu­ti veg­e­tali prove­ni­en­ti da aree ver­di, quali gia­r­di­ni, parchi ed aree cimi­te­ri­ali;
f) i rifiu­ti da esumazioni ed estu­mu­lazioni, nonchè gli altri rifiu­ti prove­ni­en­ti da attiv­ità cimi­te­ri­ale diver­si da quel­li di sui alle let­tere b), c) ed e).

I rifiu­ti spe­ciali assim­i­l­abili agli urbani, ovvero degli urbani per assim­i­lazione, non va con­fusa con quel­la dei rifiu­ti spe­ciali che, pur rima­nen­do tali, pos­sono, per lib­era scelta di chi li ha prodot­ti o comunque li detiene, essere con­fer­i­ti, in base ad apposi­ta con­ven­zione-con­trat­to, al gestore del servizio pub­bli­co ove lo stes­so offra tale servizio.
Infat­ti è espres­sa­mente pre­vista tra le opzioni date al pro­dut­tore di rifiu­ti spe­ciali, per assol­vere ai pro­pri obb­lighi, quel­la del con­fer­i­men­to dei rifiu­ti a sogget­ti che gestis­cono il servizio di rac­col­ta dei rifiu­ti urbani, con il quale sia sta­ta stip­u­la­ta apposi­ta con­ven­zione (art. 188, com­ma 2, lett. c)), in alter­na­ti­va con l’au­tore­cu­pero o autos­mal­ti­men­to, al con­fer­i­men­to ad imp­rese spe­cial­iz­zate ed autor­iz­zate e alla esportazione (come ulti­ma istan­za).
Per­ciò non van­no con­fusi i “rifiu­ti urbani per assim­i­lazione” ed i rifiu­ti spe­ciali che, restando tali, il gestore del servizio pub­bli­co ha la facoltà di rac­cogliere (ed il pro­dut­tore di con­ferir­gli), chiara­mente sul pre­sup­pos­to che siano com­pat­i­bili e con­sim­ili ai rifiu­ti urbani. Per tali rifiu­ti non è dovu­to il paga­men­to del­la “tar­if­fa” venen­do il cor­rispet­ti­vo sta­bil­i­to nel­la con­ven­zione da stip­u­lar­si tra il gestore del servizio e l’u­tente.

(2) Sono rifiu­ti spe­ciali:
a) i rifiu­ti da attiv­ità agri­cole e agro-indus­tri­ali;
b) i rifiu­ti derivan­ti dalle attiv­ità di demolizione, costruzione, nonchè i rifiu­ti peri­colosi che derivano dalle attiv­ità di sca­vo, fer­mo restando che le terre e roc­ce da sca­vo non sono rifiu­ti ove ricor­ra­no deter­mi­nate con­dizioni (det­tagli­ata­mente sta­bilite dal­l’art. 186);
c) i rifiu­ti da lavo­razioni indus­tri­ali;
d) i rifiu­ti da lavo­razioni arti­gianali;
e) i rifiu­ti da attiv­ità com­mer­ciali;
f) i rifiu­ti da attiv­ità di servizio;
g) i rifiu­ti derivan­ti da attiv­ità di recu­pero e smal­ti­men­to di rifiu­ti, da pota­bi­liz­zazione ed altri trat­ta­men­ti delle acque, da depu­razione delle acque reflue e delle emis­sioni in atmos­fera;
h) i rifiu­ti derivan­ti da attiv­ità san­i­tarie;
i) i macchi­nari e le apparec­chia­ture dete­ri­o­rate ed obso­lete;
l) i veicoli a motore, rimorchi e sim­ili fuori uso e le loro par­ti;
m) il com­bustibile deriva­to da rifiu­ti (CDR).

 

4 risposte a “Da Asiu a RiMateria con strategie che mancano”

  1. Renzo Carletti says:

    Come si può par­lare di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca quan­do si aumen­ta l’al­tez­za del­la dis­car­i­ca facen­dogli super­are i 30 metri? Su tutte le scelte dei Comu­ni pesa il deb­ito di oltre 20 mil­ioni di euro del­l’A­SIU! Tale ques­tione sem­bra sparire dai dibat­ti­ti e dalle delibere ma in realtà le con­diziona forte­mente. I pri­vati che entr­eran­no in RiMa­te­ria-ASIU dovran­no accol­lar­si tale deb­ito ma dovran­no avere in cam­bio la pos­si­bil­ità di fare affari sicuri. Gli affari imme­di­ata­mente disponi­bili non saran­no cer­to rap­p­re­sen­tati dal rici­clo delle scorie siderur­giche per creare con­glomix o mis­to cemen­ta­to. Tali prodot­ti che RiMa­te­ria intende creare non saran­no com­pet­i­tivi nem­meno se i costi di pro­duzione saran­no pagati da chi gli por­ta le scorie. Per com­petere con prodot­ti sim­ili basati su mate­ri­ale nat­u­rale è nec­es­sario che siano forte­mente tas­sati i mate­ri­ali di cava.
    La quar­ta vari­ante alle opere di chiusura è quel­lo che dice il tito­lo del prog­et­to pre­sen­ta­to alla Regione Toscana. Non si chi­ude come pre­vis­to la dis­car­i­ca ma se ne pro­l­un­ga la vita con nuovi spazi. I nuovi volu­mi rica­vati, oltre che dal­l’au­men­to del­l’al­tez­za, si otten­gono uti­liz­zan­do lo spazio com­pre­so tra la dis­car­i­ca ASIU e quel­la ex-Luc­chi­ni. Tali spazi servi­ran­no a con­tenere rifiu­ti spe­ciali e non più rifiu­ti urbani che ver­ran­no trat­tati da SEI Toscana. E’ pre­vis­to anche un mod­u­lo per l’amianto da 70.000 metri cubi, insom­ma uno spazio di dis­car­i­ca da cui sarà pos­si­bile ricavare cir­ca 25 mil­ioni di euro a cui even­tual­mente si potrebbe aggiun­gere la nuo­va dis­car­i­ca da far nascere sul­la LI53 dal val­ore com­mer­ciale molto supe­ri­ore. Se le boni­fiche non partono i nuovi spazi saran­no comunque riem­pi­ti entro il 2018 dal mate­ri­ale prove­niente dal mer­ca­to come indi­ca­to nel prog­et­to pre­sen­ta­to alla Regione Toscana. Ed infine per accennare ad un solo pun­to criti­co dei molti da un pun­to di vista ambi­en­tale come si può met­tere un mod­u­lo per l’amianto quan­do la stes­sa Regione Toscana prevede che le abitazioni civili siano a dis­tanze supe­ri­ori ai 500 metri dal­la dis­car­i­ca quan­do le abitazioni di Col­ma­ta sono a dis­tanze infe­ri­ori e vicinis­sime?

    • Dario Poli says:

      Egr. Sig. Car­let­ti, mi per­me­t­ta di rispon­dere alle Sue affer­mazioni. Met­terò le mie con­sid­er­azioni fra par­ente­si.
      Lei dice: “Come si può par­lare di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca quan­do si aumen­ta l’altezza del­la dis­car­i­ca facen­dogli super­are i 30 metri?”
      (E cosa impedi­rebbe di riqual­i­fi­care pae­sag­gis­ti­ca­mente una dis­car­i­ca che supera i 30 metri? E, soprat­tut­to, per riqual­i­fi­care un area che vede pre­sen­ti quat­tro (numero 4) dis­cariche, cosa si dovrebbe fare? Forse adop­er­are mate­ria vergine? Oppure è meglio las­cia­re tut­to come è?)
      Poi affer­ma: “Su tutte le scelte dei Comu­ni pesa il deb­ito di oltre 20 mil­ioni di euro dell’ASIU! Tale ques­tione sem­bra sparire dai dibat­ti­ti e dalle delibere ma in realtà le con­diziona forte­mente.”
      (Non si capisce da quali dibat­ti­ti sarebbe spar­i­to il deb­ito di Asiu. Cer­to non da quel­lo del Con­siglio comu­nale. Intan­to di cer­to (e non per i dibat­ti­ti) il deb­ito com­p­lessi­vo non è più quel­lo, ma è ben al di sot­to dei 20 mil­ioni. Poi, come qual­si­asi per­sona che si occu­pa di queste cosa sa, il deb­ito è com­pos­to da “breve” e da “medio” ter­mine. Poi anco­ra, se le banche han­no rimod­u­la­to il deb­ito e ria­per­to i fidi qual­cosa vor­rà dire. E cer­ta­mente non vuol dire che ciò è dovu­to ai dibat­ti­ti. Infine, il prob­le­ma delle aziende, anche quelle sanis­sime (vedi FCA, ad esem­pio) non sono i deb­iti (che fan­no tutte le aziende), ma la capac­ità di pro­durre val­ore. Evi­den­te­mente il sis­tema cred­i­tizio sta val­u­tan­do che Asiu/RiMateria han­no ripreso a pro­durre val­ore. E tut­to questo al di là e al di fuori dei dibat­ti­ti più o meno con­sapevoli del­la mate­ria di cui dis­qui­sis­cono.)
      Inoltre dice: “I pri­vati che entr­eran­no in RiMa­te­ria-ASIU dovran­no accol­lar­si tale deb­ito ma dovran­no avere in cam­bio la pos­si­bil­ità di fare affari sicuri.”
      (Anche sen­za pri­vati, anche se RiMa­te­ria-Asiu fos­se 100% pub­bli­ca, dovrebbe fare prof­itti. Altri­men­ti pro­dur­rebbe deb­iti. E Lei direbbe, gius­ta­mente, che il pub­bli­co pro­duce deb­iti che Pan­talone dovrebbe rip­i­anare. Anzi, sec­on­do la Sua impostazione quel deb­ito dovrebbe rip­i­a­narlo Pan­talone, che non ha colpe. Questo per Lei sarebbe meglio, vis­to che ques­ta sarebbe l’unica alter­na­ti­va)
      E anco­ra affer­ma: “Gli affari imme­di­ata­mente disponi­bili non saran­no cer­to rap­p­re­sen­tati dal rici­clo delle scorie siderur­giche per creare con­glomix o mis­to cemen­ta­to. Tali prodot­ti che RiMa­te­ria intende creare non saran­no com­pet­i­tivi nem­meno se i costi di pro­duzione saran­no pagati da chi gli por­ta le scorie. Per com­petere con prodot­ti sim­ili basati su mate­ri­ale nat­u­rale è nec­es­sario che siano forte­mente tas­sati i mate­ri­ali di cava.”
      (Anche ques­ta è una opin­ione che non cor­risponde a realtà. Sia per­chè il rici­clo NON è solo pro­duzione di con­glomix o mis­to cemen­ta­to ben­sì anche da aggre­gati rici­clati per riem­pi­men­ti (Lei sa di cosa si par­la?), sia per­chè su questo dato (costi-ricavi) si pre­sume che le banche, nel val­utare i numeri del Piano Indus­tri­ale, siano almeno altret­tan­to attente di quan­to lo è Lei)
      E con­tin­ua: “La quar­ta vari­ante alle opere di chiusura è quel­lo che dice il tito­lo del prog­et­to pre­sen­ta­to alla Regione Toscana. Non si chi­ude come pre­vis­to la dis­car­i­ca ma se ne pro­l­un­ga la vita con nuovi spazi. I nuovi volu­mi rica­vati, oltre che dall’aumento dell’altezza, si otten­gono uti­liz­zan­do lo spazio com­pre­so tra la dis­car­i­ca ASIU e quel­la ex-Luc­chi­ni.”
      (E dunque? Dovrem­mo chi­ud­ere la dis­car­i­ca? Cioè dovrem­mo portare fuori non solo i rifiu­ti peri­colosi come sti­amo facen­do da anni sen­za che Lei si sia mes­so a stu­di­are il per­chè e a chi li abbi­amo man­dati, ben­sì dovrem­mo man­dare fuori anche i rifiu­ti spe­ciali prodot­ti dalle nos­tre indus­trie?)
      E anco­ra: “Tali spazi servi­ran­no a con­tenere rifiu­ti spe­ciali e non più rifiu­ti urbani che ver­ran­no trat­tati da SEI Toscana. E’ pre­vis­to anche un mod­u­lo per l’amianto da 70.000 metri cubi, insom­ma uno spazio di dis­car­i­ca da cui sarà pos­si­bile ricavare cir­ca 25 mil­ioni di euro a cui even­tual­mente si potrebbe aggiun­gere la nuo­va dis­car­i­ca da far nascere sul­la LI53 dal val­ore com­mer­ciale molto supe­ri­ore.”
      (Idem come sopra. A parte il fat­to che è sta­bil­i­to nel Piano regionale che i rifiu­ti urbani indif­feren­ziati (quel­li dif­feren­ziati van­no tut­ti fuori anche quel­li) non pos­sono più andare nel­la dis­car­i­ca di Piom­bi­no, dovrem­mo esportare ver­so pri­vati anche quei 25 mil­ioni di ricavi e man­dare a casa 40 lavo­ra­tori di Asiu rin­un­cian­do ad almeno altri 40–50 posti di lavoro nuovi?)
      Poi con­tin­ua: “Se le boni­fiche non partono i nuovi spazi saran­no comunque riem­pi­ti entro il 2018 dal mate­ri­ale prove­niente dal mer­ca­to come indi­ca­to nel prog­et­to pre­sen­ta­to alla Regione Toscana.”
      (E’ il soli­to refrain: il mer­ca­to va bene quan­do si esportano e non va bene quan­do si impor­tano? Va bene quan­do si esportano rifiu­ti peri­colosi (infet­tivi, infi­amma­bili, nucleari, amianto fri­abile e non, ecc…..), non va bene quan­do si impor­tano non peri­colosi (ma che vuol dire importare, se il Piano regionale dimen­siona ori­en­ta­ti­va­mente il mer­ca­to a liv­el­lo del­la Toscana? Che vuol dire importare i rifiu­ti se d’estate, con i tur­isti, i rifiu­ti rad­doppi­ano?)
      Dul­cis in fun­do: “Ed infine per accennare ad un solo pun­to criti­co dei molti da un pun­to di vista ambi­en­tale come si può met­tere un mod­u­lo per l’amianto quan­do la stes­sa Regione Toscana prevede che le abitazioni civili siano a dis­tanze supe­ri­ori ai 500 metri dal­la dis­car­i­ca quan­do le abitazioni di Col­ma­ta sono a dis­tanze infe­ri­ori e vicinis­sime?”
      (E qui Lei con­tin­ua a gio­care sull’equivoco. Si adop­er­a­no mezze ver­ità per dire intere bugie. Ma queste saran­no cose che dirimerà l’Ente autor­iz­za­tore)
      (La morale del Suo inter­ven­to è la soli­ta: era meglio quan­do si sta­va peg­gio. Opin­ione legit­ti­ma ma, evi­den­te­mente, ce ne sono anche altre. Del tipo: c’è da tenere insieme risana­men­to finanziario, risana­men­to ambi­en­tale, sal­va­guardia di posti di lavoro (e di lavo­ra­tori in carne ed ossa) e svilup­po di una impre­sa nel seg­no dell’economia cir­co­lare e del­la pos­si­bil­ità di guadagnare qualche pos­to di lavoro. Si può pen­sare anche così. O no? Io la pen­so così)

  2. Lirio Gentili says:

    La rispos­ta di Poli è abbas­tan­za lun­ga ma io che sono di poche parole vor­rei vedere i fat­ti dai nos­tri Comu­ni, che accettano tut­to quel­lo che il par­ti­to vuole. Allo­ra i deb­iti che si dice sono 20 mil­ioni (c’è chi dubi­ta che siano molti di più) come si rip­i­anano? Il fat­to stra­no è che una cifra così per una grande azien­da pri­va­ta sarebbe un peso enorme ed invece per le aziende pub­bliche del nos­tro ter­ri­to­rio sono bazzecole. Poiché fino ad oggi la ges­tione di Asiu da parte di per­son­ag­gi politi­ci ha por­ta­to a questo dis­as­tro vedremo il prossi­mo futuro come finirà questo deb­ito.

  3. Sergio Tognarelli says:

    ERRORI E DEBITI, CHE PROBLEMA C’E’? BASTA AUMENTARE LE TARIFFE, TANTO NESSUNO PROTESTA (MAI ANDARE CONTRO IL PARTITO).

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