Della centrale Enel a Tor del sale cosa ne facciamo?

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Luigi Faggiani

PIOMBINO 15 luglio 2013 — Ci sono centi­na­ia di ettari di ter­ri­to­rio indus­tri­ale inuti­liz­za­ti. Cosa ne fac­ciamo? C’è un cen­trale ter­moelet­tri­ca ormai spen­ta. Cosa ne fac­ciamo? Prob­le­mi defin­i­ti­va­mente rimossi? Domande inutili? Inter­rog­a­tivi fas­tidiosi?
La realtà è che in un quadro nazionale e locale di pre­oc­cu­pan­tis­si­ma crisi Piom­bi­no vive lo stal­lo del suo pen­siero politi­co-ammin­is­tra­ti­vo.
Si pro­cede a ten­toni nel­la sper­an­za di inci­ampare in un tesoro piovu­to qui per casuale coin­ci­den­za, vedi fanghi di Bag­no­li  o Con­cor­dia .
Nel frat­tem­po si ten­ta con dis­per­azione la dife­sa di un mod­el­lo di econo­mia e di svilup­po ormai con­dan­na­to ad una severo ridi­men­sion­a­men­to ( l’area a cal­do prob­a­bil­mente è da con­sid­er­ar­si una par­ti­ta per­sa ).
Le politiche del ter­ri­to­rio non stan­no dan­do i frut­ti sperati per­ché con lo zigzag che ha carat­ter­iz­za­to la piani­fi­cazione  e la man­can­za di una pun­tuale e decisa visione del futuro del­la zona tut­ta ( Val di Cor­nia ) cre­ano scon­cer­to e dep­ri­mono l’iniziativa pri­va­ta.
Non dimen­tichi­amo­ci che qui da noi, tolti i gran­di sta­bil­i­men­ti, i pri­vati non han­no mai cre­ato un’ inizia­ti­va di suc­ces­so e che anzi han­no spre­ca­to immense risorse pub­bliche a causa di fal­li­men­ta­ri pro­gram­mi indus­tri­ali fuori con­testo e quin­di sen­za futuro ( es. i tele­foni­ni a Piom­bi­no o schede pre­stam­pate per cel­lu­lari a Ven­tu­ri­na ).
In sostan­za men­tre assis­ti­amo al decli­no del­la buona pras­si pub­bli­ca del gov­er­no del­la cit­tà, al con­tem­po trascu­ri­amo colpevol­mente le politiche di riequi­lib­rio del ter­ri­to­rio.
In altre par­ti del gior­nale si par­la di un par­a­dig­ma che va cam­bi­a­to per con­tes­tu­al­iz­zar­lo ai nos­tri tem­pi e ai nos­tri futuri bisog­ni.
Se le cose stan­no così nasce allo­ra l’obbligo di par­tire da un nuo­vo mod­el­lo di svilup­po nel quale cer­care l’integrazione urban­is­ti­ca ed eco­log­i­ca, esclu­den­do nuove forme di espan­sione urbana di fronte all’emergere del suo­lo come risor­sa fini­ta e bene pub­bli­co irripro­ducibile.
Dob­bi­amo appli­care i prin­cipi di rigen­er­azione ambi­en­tale a tutte le trasfor­mazioni urban­is­tiche con speci­fiche regole di com­pat­i­bil­ità , mit­igazione e com­pen­sazione.
Se questo è il nos­tro con­testo a mio parere ci sono buone ragioni per con­sid­er­are le aree indus­tri­ali dismesse luoghi impor­tan­ti se non deci­sivi per il futuro del­la nos­tra cit­tà e del­la Val di Cor­nia in gen­erale.
Tut­ti voi, ne sono cer­to, sarete pas­sati una vol­ta, per rien­trare a Piom­bi­no, dal­la stra­da del­la Base Geo­det­i­ca e tut­ti voi avrete posato lo sguar­do su quell’enorme ter­ri­to­rio che con­fi­na, a par­tire dall’ENEL , con la stra­da per­cor­sa , il mare e Piom­bi­no giù in fon­do..
aree industrialiSi sta par­lan­do di 900 ettari di ter­ri­to­rio pari a quel­lo occu­pa­to dal­la cit­tà con tutte le sue frazioni.
E’ un immen­so ter­ri­to­rio attac­ca­to alla cit­tà, inuti­liz­za­to o quan­tomeno sot­touti­liz­za­to.
Per me è questo il grande e forse, a parte il mare, uni­co tesoro di Piom­bi­no.
Noi tut­ti dob­bi­amo pre­tendere di ritornare in pos­ses­so di tut­ta quell’area che super­flua per l’attività indus­tri­ale può essere deci­si­va per il rilan­cio del nos­tro com­pren­so­rio.
Se anziché cor­rere dietro ai fanghi di Bag­no­li o alla Con­cor­dia noi aves­si­mo ded­i­ca­to con forza una parte delle nos­tre energie nel­la richi­es­ta di dis­mis­sioni di dette aree indus­tri­ali al fine di ottenere spazi per moltepli­ci attiv­ità di servizio , impren­di­to­ri­ali, riu­so, infra­strut­turali e sociali ora forse potrem­mo vedere uno spi­raglio nel nos­tro futuro.
C’è sta­to nel pas­sato un ten­ta­ti­vo come quel­lo dei 15 ettari acquis­ta­ti dal Comune per allon­tanare la fab­bri­ca dal­la cit­tà e procu­rar­si spazi per attiv­ità eco­nomiche, ma Cit­tà Futu­ra come tut­ti san­no ha fat­to, per insip­ien­za pub­bli­ca, una brut­ta fine.
Sap­pi­amo però che le ammin­is­trazioni pub­bliche cam­biano e noi dob­bi­amo con­tare sul fat­to che le nuove sapran­no met­tere a frut­to le poten­zial­ità delle aree che dovessero anzi che dovran­no essere resti­tu­ite alla comu­nità locale.
Farò un esem­pio per non rimanere nel teori­co ed essere accusato di man­can­za di pro­pos­ta.
La Cen­trale Enel di Torre del Sale occu­pa uno spazio di cir­ca 50 ettari ed è for­ni­ta di un por­to molto ben attrez­za­to, con un fon­dale di tut­to rispet­to.
Non è mis­tero che attual­mente la cen­trale ter­moelet­tri­ca è spen­ta per gran parte dell’anno e non è un mis­tero che la deci­sione del­la sua chiusura è di fat­to già sta­ta pre­sa in con­for­mità con le diret­tive europee n. 2003/87/CE e 2004/101/CE e con il con­seguente D. Lgs. N. 216 del 4/4/2006, e la delib­er­azione del Min­is­tero dell’Ambiente del 27/11/2008 a fir­ma dr.CLINI.
Anche l’opportunità del metan­odot­to Gal­si è tra­mon­ta­ta e quin­di, scar­ta­ta, immag­i­no, l’ipotesi del nucleare, non rimane che la chiusura di Torre del Sale.
Ora non vi sem­bra una buona idea se quei 50 ettari di ter­ri­to­rio, dotati di por­to e legati ad una via­bil­ità nazionale diven­tassero un dipar­ti­men­to del­la nau­ti­ca posizion­a­to di fronte all’arcipelago toscano.
Ci sarebbe molto lavoro da fare e ci sareb­bero molte oppor­tu­nità di occu­pazione a com­in­cia­re dai 50 addet­ti attual­mente imp­ie­gati nel­la cen­trale.
Questo è un esem­pio pic­co­lo per­ché lim­i­ta­ta è la porzione di ter­ri­to­rio di cui sti­amo par­lan­do.
Immag­ini­amo ora per un atti­mo di essere rien­trati in pos­ses­so di 300 ha di ter­ri­to­rio attual­mente in mano all’industria.
Ecco che la tan­to bra­ma­ta diver­si­fi­cazione pren­derebbe for­ma conc­re­ta.
Dis­cu­ti­amo di questo, con­fron­ti­amo­ci su questo, ritro­vi­amo in Val di Cor­nia il modo e le occa­sioni di pen­sare di nuo­vo seri­amente al futuro del­la nos­tra econo­mia e dei nos­tri figli e smet­ti­amo di vivere alla gior­na­ta e tacere sui veri prob­le­mi.

2 risposte a “Della centrale Enel a Tor del sale cosa ne facciamo?”

  1. Luca Rossi says:

    Ma siamo sicuri che la nau­ti­ca sia anco­ra un set­tore trainante vista la crisi? Quan­ti por­tic­ci­oli vol­giamo fare: Salivoli, S. Vin­cen­zo, Barat­ti, Terre Rosse, Pun­tone, Pog­gio Bat­te­ria (se e quan­do ci sarà)?

  2. Antonio Francalacci says:

    E dei 900 ettari del ter­ri­to­rio, sono pro­prio i 50 su cui insiste la cen­trale ENEL a non farvi dormire? O mag­a­ri sarà il por­tic­ci­o­lo già pron­to a far gola ai soli­ti noti che non vedono l’o­ra di met­ter­ci le mani sopra?

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