Finisce l’era Cevital. E adesso cosa si fa?

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 21 novem­bre 2017 — Se è sta­ta pre­sa ques­ta deci­sione vuol dire sicu­ra­mente che ci sarà un cam­bio di rot­ta vis­to che le pri­va­tiz­zazioni sono state un fal­li­men­to totale, per i dirit­ti e i salari.
Adesso i lavo­ra­tori rivogliono i loro sol­di, per­si dopo un accor­do basato solo su una sper­an­za di ripresa, accor­do forte­mente  volu­to che poi alla fine ha por­ta­to solo a una decur­tazione del­lo stipen­dio, oltre alla perdi­ta di svariati dirit­ti. Un padrone scel­to dal gov­er­no, un padrone manda­to via dopo anni dal­lo stes­so gov­er­no, un padrone forte­mente volu­to dalle RSU e da Fim Fiom e Uilm e poi scar­i­ca­to, gius­to o sbaglia­to? Una cosa è cer­ta, sicu­ra­mente il gov­er­no deve a questo pun­to dire quale sarà il futuro di Piom­bi­no; sicu­ra­mente noi ci sgol­ere­mo per  chiedere la nazion­al­iz­zazione, come chiesto anche dall’ ex pres­i­dente del­la Port  Autor­i­ty di Piom­bi­no ( rap­p­re­sen­tante di spic­co del Pd, fra l’altro), uni­ca via di usci­ta per Piom­bi­no, ma, vis­to il tem­po per­du­to, è nec­es­sario dare subito il via alle boni­fiche per pot­er iniziare a met­tere in gio­co il futuro del­la cit­tà e del ter­ri­to­rio. Se qual­cuno pen­sa che la soluzione sia un padrone che sal­va metà fab­bri­ca e mag­a­ri, come a Taran­to, ri assuma  con il jobs act , a noi non inter­es­sa. Nel frat­tem­po i lavo­ra­tori fan­no come a monop­o­li, ripartono dal via con un nuo­vo sce­nario che nes­suno sa; si potrebbe aprire un con­tenzioso che dur­erà anni, dal quale solo i lavo­ra­tori usci­ran­no stremati. Il gov­er­no  deve  chiedere la resti­tuzione del salario per­so dai lavo­ra­tori a causa di  un accor­do che poi alla fine non è sta­to man­tenu­to.

USB PIOMBINO

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