I ricordi confusi di Banti su cave e rifiuti

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 18 set­tem­bre 2015 — Il Comune dei Cit­ta­di­ni conosce bene i fat­ti, doc­u­men­tati dagli atti. La deci­sione di costru­ire l’impianto TAP risale alla fine degli anni 90. Nel pro­to­col­lo sot­to­scrit­to alla Pres­i­den­za del Con­siglio dei Min­istri Il 26 aprile 1999 si affer­ma che <per la ges­tione e il riu­ti­liz­zo dei rifiu­ti indus­tri­ali e per la bonifi­ca delle aree si dà atto degli stu­di di fat­tibil­ità in cor­so e dell’ ipote­si di uti­liz­zo del­la soci­età TAP (già isti­tui­ta dal Comune di Piom­bi­no e dal­la Luc­chi­ni)> . Il 30 otto­bre 2002 venne fir­ma­to un pro­to­col­lo d’intesa tra la Regione e i Comu­ni che, in pre­vi­sione del pos­si­bile impiego di mate­ri­ali di TAP, sta­bili­va che per le cave <l’indirizzo è quel­lo di giun­gere alla sca­den­za delle autor­iz­zazioni comu­nali sen­za ulte­ri­ori rinnovi>.Le cose sono andate in ben altro modo.
Il prog­et­to dell’impianto ha avu­to un iter travaglia­to e a dir poco con­trad­dit­to­rio. Basti ricor­dare che in rispos­ta ad una inter­rogazione del 2006, il Sin­da­co di Piom­bi­no Ansel­mi dichiar­a­va che <una parte prob­a­bil­mente con­sis­tente del fab­bisog­no di iner­ti da mis­ce­lare per pro­durre CIC (il prodot­to iniziale pre­vis­to da TAP,ndr) sarà nec­es­sari­a­mente cos­ti­tui­ta da cal­care nat­u­rale estrat­to dal­la zona: si capisce dunque che non solo la piattafor­ma CIC non si sos­ti­tuirà alle cave, ma al con­trario potrebbe averne bisog­no>. Il prog­et­to iniziale fu poi rielab­o­ra­to con la pre­vi­sione di un nuo­vo prodot­to denom­i­na­to “Con­glomix”. Venne appal­ta­to nel 2007 e fu inau­gu­ra­to durante la cam­pagna elet­torale del 2009, ma era pri­vo delle autor­iz­zazioni per la com­mer­cial­iz­zazione che furono rilas­ci­ate solo il 29 gen­naio 2013. Nonos­tante da allo­ra vi fos­sero le con­dizioni legali per vendere il Con­glomix nep­pure un gram­mo è sta­to imp­ie­ga­to, neanche per costru­ire il con­tiguo por­to di Piom­bi­no i cui lavori sono iniziati nel 2013 e sono tutt’ora in cor­so. Per quel­la grande opera pub­bli­ca sono sta­ti uti­liz­za­ti cir­ca 3 mil­ioni d’inerti del­la cava “Sales” di Monte Vale­rio. Ci risul­ta che la stes­sa soci­età Cave di Campiglia fos­se inter­es­sa­ta alla for­ni­tu­ra di quei mate­ri­ali.
Per la cava di Monte Calvi, nel 2002 il Comune di Campiglia, Sin­da­co Velo, ha con­ces­so autor­iz­zazioni che preve­dono pro­roghe fino al 2018 e aumen­to dei mate­ri­ali da scav­are da 4.865.000 a 8.507.000 metri cubi. Nel 2014, infine, il Comune di Campiglia, sin­da­co Sof­frit­ti, ha con­di­vi­so il Piano Provin­ciale per le attiv­ità estrat­tive che, nonos­tante la crisi e il calo del mer­ca­to, con­fer­ma i volu­mi da scav­are e crea le con­dizioni per il pro­l­unga­men­to delle autor­iz­zazione per altri 10 anni. Di mate­ri­ali di recu­pero in sos­ti­tuzioni degli iner­ti di cava non c’è trac­cia.
Bas­tano questi fat­ti a dimostrare in modo sin trop­po elo­quente che le scelte han­no con­trad­det­to clam­orosa­mente i proposi­ti sot­to­scrit­ti: le colline di rifiu­ti indus­tri­ali sono cresciute e le cave sono state poten­zi­ate. Durante questi anni Ban­ti è sta­to Sin­da­co di Campiglia fino al 1999, pres­i­dente di ASIU e TAP dal 2005 al 2006 (dal­la quale uscì per dimis­sioni), Pres­i­dente delle soci­età Cave di Campiglia dal 2004 e mem­bro degli organi diri­gen­ti dei DS e del PD.
Non per questo abbi­amo esi­ta­to a con­di­videre la posizione espres­sa dal­la Soci­età Cave di Campiglia per la parte­ci­pazione in TAP. E’ una scelta che va nel­la direzione da noi aus­pi­ca­ta da anni per la ricon­ver­sione delle cave. Con la stes­sa chiarez­za abbi­amo rib­a­di­to che non ser­vono fur­bizie. Gli atti prodot­ti fino ad oggi dalle ammin­is­trazioni pub­bliche sono andati in altre direzioni. Ben vengano dunque ravved­i­men­ti oper­osi. Se sono veri tro­ver­an­no il nos­tro sosteg­no.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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