Il difficile viaggio della Concordia verso Piombino

· Inserito in Vicenda Concordia

Cosa può dire il min­istro dimis­sion­ario Cor­ra­do Cli­ni quan­do gli si prospet­ta di trasferire il relit­to del­la Con­cor­dia nel por­to più vici­no al Giglio? Che cosa può dire l’ingegner Fran­co Por­cel­lac­chia, respon­s­abile per la Cos­ta del prog­et­to di rimozione del­la nave, quan­do sono in cor­so val­u­tazioni per la scelta del­la des­ti­nazione ed intan­to gli viene indi­ca­ta la pos­si­bil­ità di ospitare la nave a Piom­bi­no? Che cosa può dire il respon­s­abile del­la pro­tezione civile Fran­co Gabriel­li, impeg­na­to soprat­tut­to a lib­er­are sol­lecita­mente l’isola dal relit­to, quan­do in assen­za di deci­sioni defin­i­tive, gli ammin­is­tra­tori toscani, gov­er­na­tore in tes­ta, lo martel­lano con l’indicazione Piom­bi­no? Per corte­sia, per impos­si­bil­ità o  mag­a­ri per­ché così aus­pi­cano, in coro si pro­nun­ciano con il meno impeg­na­ti­vo dei ver­bi, coni­u­ga­to per giun­ta al futuro: “Vedremo”. Se si vuol capire quante effet­ti­va­mente siano le pos­si­bil­ità che la nave arrivi al por­to del­la Val di Cor­nia e rechi quel sol­lie­vo eco­nom­i­co gen­eral­mente indi­ca­to in 300 posti di lavoro per alcu­ni anni, al momen­to non res­ta che met­tere in fila i dati che si han­no e quin­di trarre le logiche con­seguen­ze. Premet­ti­amo che chi­unque, come noi, abbia un min­i­mo di amore per la Val di Cor­nia fa aper­ta­mente il tifo per­ché la Cos­ta Con­cor­dia arrivi e por­ti lavoro in queste terre. Ma la sper­an­za e l’auspicio non pos­sono far super­are la pru­den­za se non altro per non gener­are illu­sioni in un com­pren­so­rio già dura­mente prova­to.

Pri­mo ele­men­to. L’impegno a rimuo­vere il relit­to indi­ca una data del 2013 com­pre­sa tra luglio e set­tem­bre. Una assi­cu­razione rib­a­di­ta in tutte le salse durante la gior­na­ta del ricor­do al Giglio. Di accel­er­are i tem­pi han­no bisog­no le assi­cu­razioni, chia­mate a sob­bar­car­si i costi, per­al­tro cres­cen­ti, del­la rimozione e del­lo sman­tel­la­men­to del­la nave, lo aus­pi­cano la Cos­ta e la casa madre Car­ni­val, stanche del­la pro­pa­gan­da neg­a­ti­va di un gigante are­na­to davan­ti al por­to di una delle più belle isole del Mediter­ra­neo. Lo vogliono molti gigliesi per i quali il relit­to rap­p­re­sen­ta il ricor­do per­ma­nente di una trage­dia mai digeri­ta.
Se non sarà pro­prio set­tem­bre di cer­to entro la fine dell’anno la Con­cor­dia potrebbe avviar­si ver­so l’ultimo viag­gio.

Sec­on­do ele­men­to. Lo stes­so ingeg­n­er Por­cel­lac­chia ha assi­cu­ra­to che la deci­sione sul­la des­ti­nazione finale del relit­to ver­rà adot­ta­ta “entro la fine di feb­braio”. La Car­ni­val e le assi­cu­razioni han­no affida­to la scelta del por­to alla soci­età londi­nese di con­sulen­za che si è già occu­pa­ta del­la selezione del prog­et­to per la rimozione. Gli ingle­si decider­an­no tenen­do pre­sente soprat­tut­to para­metri legati alla “dife­sa dell’ambiente ed alla sicurez­za”. Ovvero occhio a non gener­are inquina­men­to che, tra l’altro, com­porterebbe costi ulte­ri­ori rispet­to a quel­li esor­bi­tan­ti che già si devono sostenere e mas­si­ma atten­zione a pro­cedere sen­za cor­rere nuovi rischi.

Ter­zo ele­men­to. La Con­cor­dia ha una staz­za lor­da di 114mila 137 ton­nel­late, è lun­ga 290,20 metri e larga 35,50, pesca 8,2 metri. Quin­di per ospi­tar­la occorre una strut­tura impo­nente che oggi il por­to di Piom­bi­no non ha.

Quar­to ele­men­to. Per ospitare il relit­to l’autorità por­tuale di Piom­bi­no ha pre­dis­pos­to un prog­et­to che prevede un baci­no ad hoc (quin­di almeno una lunghez­za di tre­cen­to metri) con una pro­fon­dità che inizial­mente era sta­ta indi­ca­ta in ven­ti metri poi ridot­ti alle­vian­do i costi, un pon­tile ad hoc ed uno spazio, pre­sum­i­bil­mente attrez­za­to, per il cantiere a ter­ra (80mila metri qua­drati pari a cir­ca 13 campi di cal­cio uno accan­to all’altro. Il cos­to di una sim­i­le opera è sta­to pre­vis­to in 140 mil­ioni di euro la metà dei quali dovrebbe far cari­co alle assi­cu­razioni e l’altra metà al Gov­er­no, tra l’altro dimis­sion­ario e che per ora non ha deciso alcunché.

Quin­to ele­men­to. Da quel che abbi­amo ril­e­va­to si rica­va che, al mas­si­mo, in una deci­na di mesi, par­tendo prati­ca­mente da zero, a Piom­bi­no dovreb­bero essere con­clusi lavori di ril­e­vante con­sis­ten­za per 140 mil­ioni di euro sui quali al momen­to non esistono deci­sioni con­crete né da parte del finanzi­a­tore pri­va­to né da parte di quel­lo pub­bli­co. Anche da pro­fani non pos­si­amo non nutrire dub­bi sul­la pos­si­bile real­iz­zazione di un sim­i­le prog­et­to nell’arco tem­po­rale che si richiede per la Con­cor­dia.

Ses­to ele­men­to. Da più par­ti si dice che, una vol­ta rimosso, il relit­to non può essere trasci­na­to in lun­go ed in largo per il mare e che quin­di l’approdo più vici­no al Giglio è quel­lo che offre mag­giori garanzie. I tec­ni­ci al riguar­do con­cor­dano ma pre­cisano anche che, una vol­ta rimossa (ed è ques­ta l’operazione più dif­fi­cile) la nave può sop­portare un viag­gio anche assai  più lun­go di una quar­an­ti­na di miglia.

Commenta il post