Il misterioso suicidio di David Rossi

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SUVERETO 6 agos­to 2018 — Mer­coledì 8 agos­to alle 21.45 appun­ta­men­to con la cronaca, Car­oli­na Orlan­di (nel­la foto di Mar­cel­lo Fad­da, ndr), figlia di David Rossi, viene a rac­con­tare la sua ver­ità con­tenu­ta nel libro edi­to da Mon­dadori “ Se tu potes­si ved­er­mi ora”, con­duce l’in­ter­vista Fabio Canes­sa.
«Un mese pri­ma, David guardò mia madre negli occhi e le disse: “Ave­vi ragione. Se scam­po ques­ta, las­cio tut­to e inizio a fare solo quel­lo che mi dici tu”.» Ma la sera del 6 mar­zo 2013 David Rossi, influ­ente respon­s­abile dell‘area comu­ni­cazione del Monte dei Paschi di Siena, pre­cipi­ta dal­la fines­tra del suo uffi­cio nel­la stor­i­ca sede del­la ban­ca, nel pieno del­lo scan­da­lo che ne avrebbe seg­na­to il decli­no. La sua morte viene archivi­a­ta come sui­cidio, anche se fin dall‘inizio emer­gono aspet­ti inqui­etan­ti nel­la dinam­i­ca del­la cadu­ta e nei suoi ret­rosce­na: con­trad­dizioni, det­tagli con­tro­ver­si, ret­i­cen­ze, imper­don­abili leg­gerezze. Se tu potes­si ved­er­mi oraè un mem­oir bru­ciante, scrit­to nel nome del padre, il gesto nec­es­sario di una figlia per dis­si­pare le ombre di una vicen­da che, se per molti è soltan­to cronaca, per lei è la vita stes­sa, da quan­do, sedi­ci anni pri­ma, David vi è entra­to come mar­i­to di sua madre. Una vita pri­va­ta e poi, trau­mati­ca­mente, pub­bli­ca, in cui tutte le certezze sono diven­tate domande.
Car­oli­na, oggi ven­ticinquenne, con­seg­na una parte fino­ra invis­i­bile del­la sto­ria di David Rossi, rac­con­tan­do­lo dall‘interno, come padre, mar­i­to e uomo: colto, iron­i­co, inte­gro e tac­i­turno, con le sue pas­sioni e i fan­tas­mi che lo cir­con­da­vano nei giorni pri­ma del­la fine. E lo fa con gli occhi asciut­ti di chi è già abit­u­a­to a lottare e vuole conoscere la ver­ità. I ricor­di per­son­ali si mescolano alle indagi­ni giudiziarie e l‘amaro stu­pore si trasfor­ma in forza e con­sapev­olez­za a mano a mano che inizia a occu­par­si del­la vicen­da in pri­ma per­sona.
La dis­am­i­na di ogni par­ti­co­lare fuori pos­to – le tele­fonate mis­te­riose, i fogli­et­ti attra­ver­so i quali David le parla­va, gli abiti dis­trut­ti, il com­put­er vio­la­to, i prob­a­bili «tes­ti­moni» anco­ra sen­za volto del­la sua ago­nia – si fonde con l‘elaborazione impos­si­bile di un lut­to e il silen­zio di una cit­tà intera, Siena, fino ad assumere i dram­mati­ci con­torni del pri­mo incon­tro di una gio­vane ragaz­za con la crudeltà e l‘ingiustizia del mon­do.
«Una sera, a tavola, ti ho chiesto come mi sarei dovu­ta muo­vere, un giorno, se aves­si volu­to scri­vere un libro. E tu, con aria appar­ente­mente dis­in­ter­es­sa­ta, mi hai det­to: “Intan­to per scri­vere un libro bisogna aver qual­cosa da rac­con­tare”. Quel­la sera la pre­si come una man­can­za di fidu­cia nei miei con­fron­ti. Oggi io rac­con­to la più dura delle sto­rie. La tua».
“Un appun­ta­men­to di cronaca e di attual­ità – com­men­ta il sin­da­co Giu­liano Par­o­di – una vicen­da com­p­lessa che fotografa uno spac­ca­to del­l’in­trec­cio tra potere, polit­i­ca e banche che da sem­pre ha seg­na­to la sto­ria d’I­talia. Un sui­cidio con molti lati oscuri, un inchi­es­ta ria­per­ta gra­zie al gior­nal­ista delle IENE (italia 1) Antoni­no Mon­teleone, che per esi­gen­ze di lavoro non potra’ essere pre­sente”.

Uffi­cio stam­pa Comune di Suvere­to

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