Il piano di Baratti deve essere ripensato

· Inserito in Spazio aperto
Riccardo Gelichi

PIOMBINO 26 mar­zo 2016 — Soltan­to le ultime dis­cus­sioni, meno male, han­no rimes­so in luce non solo la crit­ic­ità dell’ambito di Barat­ti, ma soprat­tut­to han­no evi­den­zi­a­to l’assenza di soluzioni o quan­tomeno un piano coor­di­na­to d’azione con­ser­v­a­ti­vo e nel con­tem­po di val­oriz­zazione del pat­ri­mo­nio esistente. Abbi­amo atte­so più di un decen­nio per avere un piano par­ti­co­lareg­gia­to che rego­lasse, una vol­ta per tutte, le attiv­ità pre­sen­ti nel Gol­fo di Barat­ti: quelle arche­o­logiche, quelle com­mer­ciali, quelle legate alla nau­ti­ca e a tutte le attiv­ità legate all’u­so del mare.
Ma il piano adot­ta­to recen­te­mente dal­l’Am­min­is­trazione comu­nale, come ave­va­mo a suo tem­po sostenu­to, non si è dimostra­to all’al­tez­za delle aspet­ta­tive, nul­la è muta­to, nes­suna rispos­ta è sta­ta data al miglio­ra­men­to del­la con­ser­vazione, tan­tomeno a quel­lo del­la fruizione; inoltre la Parchi Val Di Cor­nia era ed è anco­ra la grande assente del piano.
Anche l’azione arche­o­log­i­ca dovrebbe calar­si nel con­testo urbano come un vero prog­et­to, dove l’ inter­ven­to e la sua fruizione pub­bli­ca pos­sano col­li­mare all’interno di strate­gie con­di­vise, evi­tan­do di acuire even­tu­ali con­flit­ti di inter­es­si; è una ques­tione di log­i­ca urban­is­ti­ca.
Medi­are fra le esi­gen­ze di con­ser­vazione e quelle delle nor­mali attiv­ità cit­ta­dine dovrebbe essere com­pi­to di un’attenta ammin­is­trazione del ter­ri­to­rio, che in questo caso potrebbe essere dep­u­ta­ta pro­prio alla Parchi Val di Cor­nia.
Del resto è sta­ta pro­prio la polit­i­ca del Pd a mod­i­fi­care la mis­sion del­la Parchi dec­li­nan­dola in una più inten­sa attiv­ità di mar­ket­ing nel­la pro­mozione del ter­ri­to­rio.
A breve, nel set­tore bal­n­eare e nau­ti­co anche a Barat­ti, ci saran­no riper­cus­sioni in ter­mi­ni di con­ces­sioni dema­niali sec­on­do le diret­tive Bolkestein: questo prob­le­ma dovrebbe rien­trare nell’alveo del­la gov­er­nance del ter­ri­to­rio e anche in questo caso le aree a par­co potreb­bero svol­gere un ruo­lo deter­mi­nante.
Bisognerebbe avviare una dis­cus­sione seria sull’argomento che non assuma l’aspetto del­la faziosa spec­u­lazione polit­i­ca, o peg­gio per­son­al­is­ti­ca, e alla fine arrivare ad una vari­azione sostanziale del Piano par­ti­co­lareg­gia­to di Barat­ti.

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