Il piano Jindal è ormai arrivato al capolinea

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PIOMBINO 30 agos­to 2019 — Il Camp­ing CIG ril­e­va come l’amministrazione comu­nale di Piom­bi­no ha approva­to la vari­ante-tem­pra sen­za alcu­na garanzia, né tan­to meno la con­tes­tuale aper­tu­ra del­la fase di instal­lazione almeno del pri­mo dei tre forni elet­tri­ci annun­ciati da Jin­dal. Si è scel­to invece di aderire fret­tolosa­mente all’accordo di pro­gram­ma regionale, anziché seguire la pro­ce­du­ra ordi­nar­ia, in osse­quio all’azienda, la quale è per­al­tro assai lenta nel pro­durre la doc­u­men­tazione pre­scrit­ta. Come si dice, “pri­ma mostrare mon­ete, poi vedere cam­mel­li”. In ques­ta speci­fi­ca situ­azione non si vede dis­con­ti­nu­ità con l’amministrazione prece­dente.
Che sig­ni­fi­ca­to assume poi il trasfer­i­men­to in cor­so, dal­lo sta­bil­i­men­to di Piom­bi­no pres­so un’acciaieria berga­m­as­ca, di alcune decine di cola­tori alta­mente pro­fes­sion­al­iz­za­ti? Ce lo doman­di­amo, nel pieno rispet­to delle vicende indi­vid­u­ali delle per­sone coin­volte. La pre­oc­cu­pazione è moti­va­ta anche da quan­to pub­bli­ca­to da Mon­ey Con­trol, che ripor­ta le dichiarazioni del Cfo di JSW Steel Sesha­giri Rao, sec­on­do cui il taglio del­la pro­duzione (e degli addet­ti? si chiede il Camp­ing Cig) potrebbe essere la rispos­ta del grup­po indi­ano all’attuale fles­sione del mer­ca­to. Ci chiedi­amo quin­di se l’azienda non stia gio­can­do a nascondi­no e se tali posti di lavoro non saran­no defin­i­ti­va­mente can­cel­lati dagli organi­ci del­lo sta­bil­i­men­to di Piom­bi­no. E chiede per­ciò che le orga­niz­zazioni sin­da­cali con­vochi­no l’assemblea dei lavo­ra­tori per esam­inare col­let­ti­va­mente la vicen­da e decidere demo­c­ra­ti­ca­mente come avviare il con­fron­to di mer­i­to con l’azienda su cri­teri imme­diati e prospet­tive future dell’operazione.
Il quadro si fa anco­ra più fos­co quan­do le Rsu Piom­bi­no Logis­tics denun­ciano che i ritar­di croni­ci nel­la manuten­zione degli impianti, in questo caso delle gru sulle ban­chine por­tu­ali, impedis­cono agli addet­ti di svol­gere rego­lar­mente il loro lavoro. Sen­za dimen­ti­care che una manuten­zione sca­dente com­por­ta rischi per la sicurez­za dei lavo­ra­tori.
Molti ele­men­ti con­cor­rono dunque a far ritenere che il prog­et­to pre­an­nun­ci­a­to da Jin­dal per Piom­bi­no sia arriva­to al capo­lin­ea, come il Camp­ing CIG ripete da tem­po. Sec­on­do noi è tem­po di riven­di­care un piano B che veda pro­tag­o­nista lo Sta­to medi­ante una forte polit­i­ca indus­tri­ale, sen­za esclud­ere la pos­si­bile nazion­al­iz­zazione in vista del­la pro­duzione di acciaio puli­to di alta qual­ità. A una situ­azione eccezionale, risposte eccezion­ali in ter­mi­ni di risorse e nor­ma­tive. La stes­sa crisi di gov­er­no in cor­so va assun­ta come oppor­tu­nità per imporre al cen­tro dell’attenzione e dei pro­gram­mi politi­co-eco­nomi­ci il caso Piom­bi­no, medi­ante la mobil­i­tazione dei lavo­ra­tori e del­la popo­lazione per il red­di­to e la salute di tut­ti.

Asso­ci­azione Coor­di­na­men­to Art.1‑Camping CIG

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