Il recupero delle ecoballe non può fermarsi

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PIOMBINO 6 mag­gio 2020 — “Non pos­si­amo per­me­t­tere che un prob­le­ma buro­crati­co intral­ci le oper­azioni di recu­pero delle ecoballe, con tutte le con­seguen­ze che ciò potrebbe com­portare in ter­mi­ni ambi­en­tali e tur­is­ti­ci”.
Così il sin­da­co di Piom­bi­no Francesco Fer­rari e Car­la Bezzi­ni, asses­sore all’Ambiente, tor­nano a par­lare delle cir­ca 40 ecoballe che dal 2015 giac­ciono sui fon­dali davan­ti alla cos­ta piom­bi­nese e il cui avan­za­to sta­to di degra­do sta minac­cian­do l’ecosistema mari­no dell’intero arcipela­go toscano.
“Le ton­nel­late di microplas­ti­ca – con­tin­ua Fer­rari – che la nave Ivy ha fat­to cadere in mare al largo del­l’isolot­to di Cer­boli, nel mez­zo del San­tu­ario dei Ceta­cei Pela­gos, ver­sano in un avan­za­to sta­to di sfal­da­men­to: il con­cre­to ris­chio è che le reggette che ten­gono unite le balle cedano a causa del­la cor­ro­sione e rilas­ci­no tut­ti quei mate­ri­ali in mare, cau­san­do un enorme dan­no ambi­en­tale e non solo.
Il prob­le­ma sem­bra essere un intral­cio buro­crati­co: Aure­lio Cali­giore, Con­tram­mi­raglio del­la Guardia Costiera, è sta­to nom­i­na­to com­mis­sario stra­or­di­nario con decre­to del Pres­i­dente del­la Repub­bli­ca e l’Autorità Garante del­la Con­cor­ren­za e del Mer­ca­to ha con­tes­ta­to tale nom­i­na soll­e­van­do il dub­bio di un poten­ziale con­flit­to di inter­es­si, essendo  l’am­mi­raglio capo del Repar­to ambi­en­tale delle Cap­i­taner­ie di por­to.
Il com­mis­sario in questi pochi mesi ave­va già ter­mi­na­to il lavoro di local­iz­zazione ed era prossi­mo alla pub­bli­cazione del ban­do per la pro­ce­du­ra di recu­pero, preve­den­done la con­clu­sione pri­ma del­la sta­gione esti­va: un lavoro com­p­lesso por­ta­to a ter­mine in pochi mesi. Men­tre la buro­crazia inchio­da questo pro­ced­i­men­to così impor­tante per il nos­tro ter­ri­to­rio, quelle ton­nel­late di plas­ti­ca giac­ciono sul fon­do del mare a decom­por­si: già alcune sono rimaste impigli­ate nelle reti dei pesca­tori o sono state spinte a riva dalle mareg­giate. Ogni vol­ta, queste microplas­tiche etero­ge­nee han­no dis­eg­na­to un’in­qui­etante striscia col­orata sul­la spi­ag­gia, per decine e decine di metri, las­cian­do pre­sa­gire il dis­as­tro ambi­en­tale che deriverebbe dal­la rot­tura di una sola di queste balle. I ripetu­ti appel­li abbi­amo riv­olto alle mas­sime autorità non han­no avu­to rispos­ta, ma l’i­ne­sora­bile proces­so di decom­po­sizione di quel mate­ri­ale inquinante non con­cede altro tem­po”.

Uffi­cio stam­pa Comune di Piom­bi­no

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