Il senso di Debord per un cinema del dissidio

· Inserito in Bertelli, Da non perdere

PIOMBINO 12 mag­gio 2016 — Al cin­e­ma P​ostmodernissimo di Peru­gia, a cura di David Lau­ren­zi,  ser­a­ta  a ricor­do di ​GUY DEBORD  con la proiezione di Sur le pas­sage de quelques per­son­nes à tra­vers une assez courte unitè de temps (1959, 18’, VOST) e Cri­tique de la sépa­ra­tion (1961, 19’, VOST), di Guy Debord. Inizio ore 20.30 – Ingres­so euro 5.
Pre­sen­tazione di Pino Bertel­li (autore di Guy Debord, anche il cin­e­ma è da dis­trug­gere! e Guy Debord, un filoso­fo sovver­si­vo, Mime­sis Edi­zioni, 2015).
Se amate così tan­to il cin­e­ma da arrivare ad odi­ar­lo di tut­to cuore…
Se la servitù del­lo spet­ta­co­lo e lo spet­ta­co­lo del­la servitù
vi procu­ra­no mal di tes­ta cres­cen­ti o prin­cipi d’itterizia
siete cal­da­mente invi­tati il 16 mag­gio alla ser­a­ta ded­i­ca­ta a
Guy Debord,
sedi­cente cineas­ta, dot­tore in niente, non ric­on­cil­ia­to tra i non ric­on­cil­iati…
Non man­cate!
A rac­con­tar­lo e a riv­i­vere la sua deri­va situ­azion­ista
Pino Bertel­li, com­pag­no di stra­da, fotografo, fil­mak­er e criti­co cin­e­matografi­co
sen­za tregua né quartiere;
introdot­to (con la con­sue­ta sceller­atez­za) da David Lau­ren­zi…
E con la proiezione di due film di Debord, tra i suoi più preziosi, rad­i­cali e illu­mi­nan­ti
(a lun­go rimossi e invis­i­bili, trop­po sco­mo­di per una ammaes­tra­ta sto­ria
del cin­e­ma); in ver­sione orig­i­nale francese, sot­toti­to­la­ta in ital­iano.

Copia di Senza nome1Ho mer­i­ta­to l’odio uni­ver­sale del­la soci­età del mio tem­po e mi avrebbe dato
fas­tidio avere altri mer­i­ti agli occhi di una soci­età del genere. Ma ho nota­to
come sia anco­ra una vol­ta nel cin­e­ma che ho soll­e­va­to l’indignazione più per­fet­ta
e più unanime.
Si è persi­no spin­to il dis­gus­to al pun­to di pla­gia­r­mi molto meno qui che altrove,
in ogni caso fino a questo momen­to. La mia stes­sa esisten­za res­ta, in questo
ambito, una ipote­si gen­eral­mente respin­ta. Mi vedo dunque pos­to al di sopra di
tutte le leg­gi di genere.”
Guy Debord, In girum imus nocte et con­sum­imur igni, 1978

Il sen­so di Debord per un cin­e­ma del dis­sidio è tut­to den­tro una poet­i­ca del­la
bellez­za sfig­u­ra­ta, lac­er­a­ta, offe­sa dalle mist­i­fi­cazioni politiche, cul­tur­ali, dot­tri­nar­ie
dell’inumanità del­la sto­ria…
Sparate allo scher­mo, pri­ma di striscia­re nell’immaginario assogget­ta­to.
Pino Bertel­li, Guy Debord, anche il cin­e­ma è da dis­trug­gere!, 2015

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