In ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo

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PIOMBINO 12 feb­braio 2019 — Il Giorno del ricor­do è un’oc­ca­sione per com­mem­o­rare  «la memo­ria del­la trage­dia degli ital­iani e di tutte le vit­time delle foibe, del­l’e­so­do degli istri­ani, dei fiu­mani e dei dal­mati ital­iani dalle loro terre durante la sec­on­da guer­ra mon­di­ale e nel­l’im­me­di­a­to sec­on­do dopoguer­ra (1943–1945), e del­la più com­p­lessa vicen­da del con­fine ori­en­tale».
Di segui­to le inizia­tive a Piom­bi­no e San Vin­cen­zo.

Comune di Piom­bi­no
Un incon­tro pub­bli­co di appro­fondi­men­to orga­niz­za­to dall’amministrazione comu­nale in col­lab­o­razione con Istore­co Livorno e con l’associazione nazionale “Venezia Giu­lia e Dal­mazia” sezione di Livorno in occa­sione del Giorno del ricor­do.
Mer­coledì 13 feb­braio alle 15,30 pres­so l’archivio stori­co comu­nale, via Fer­ruc­cio 18, si svolge un incon­tro pub­bli­co dal tito­lo “Con­fine ori­en­tale e sto­ria repub­bli­cana” al quale parte­ci­pano Sil­vio Fer­rari, inseg­nante e tradut­tore di orig­ine dal­ma­ta e Ser­gio Pasquali dell’associazione nazionale “Venezia Giu­lia e Dal­mazia”. L’incontro sarà coor­di­na­to da Mar­co Man­fre­di di Istore­co Livorno.
Alla fine del­la sec­on­da guer­ra mon­di­ale, da bam­bi­no, Sil­vio Fer­rari fu costret­to a las­cia­re la Dal­mazia con la madre  zarati­na, e dopo un breve sog­giorno nel cam­po profughi di Tri­este si trasferì a Camogli, cit­tà natale del padre.
Il sen­so dell’iniziativa è infat­ti quel­lo di fare luce sug­li avven­i­men­ti legati all’esodo degli ital­iani dall’Istria e dal­la Dal­mazia tra il 1943 e il 1954 anal­iz­zan­do pacata­mente le ragioni di quei fat­ti e la com­p­lessità di quel peri­o­do stori­co.  Che cosa sta­va succe­den­do in quel momen­to agli istri­ani e dal­mati di nazion­al­ità ital­iana? Era­no al cen­tro di una con­te­sa di con­fine tra una parte vin­cente (la Jugoslavia) e una parte soc­combente (l’Italia) che non accetta­va questo ruo­lo, addos­san­do le respon­s­abil­ità del­la guer­ra al fas­cis­mo e fre­gian­dosi di aver com­bat­tuto la lot­ta per la lib­er­azione. Pari­gi non fu clemente con gli ital­iani.
Isti­tui­ta con legge del­lo sta­to nel 2004 per non dimen­ti­care l’esodo degli ital­iani dall’Istria e dal­la Dal­mazia l’iniziativa fa rifer­i­men­to alla data del 10 feb­braio 1947, quan­do fu fir­ma­ta la pace di Pari­gi che delin­ea­va l’assetto dell’Europa post-bel­li­ca.
Dagli anni Novan­ta sono fior­ite le opere sul tema e si è con­sol­i­da­ta una bib­li­ografia di rifer­i­men­to.
L’iniziativa ha val­ore for­ma­ti­vo per gli inseg­nan­ti inter­es­sati.

Comune di San Vin­cen­zo
In occa­sione del “Giorno del ricor­do”, ven­erdì 15 feb­braio alle ore 15.30 pres­so la Torre di San Vin­cen­zo, si ter­rà l’incontro “Il sec­o­lo dell’esodo” che vedrà la parte­ci­pazione di Mar­co Man­fre­di (Istore­co Livorno), di Mario Cervi­no e Ser­gio Laganà (ANVGD comi­ta­to provin­ciale Livorno), e di Sil­via Rusich, autrice di “Da Pola a Firen­ze. Il sec­o­lo del­l’e­so­do”. Un libro che rac­con­ta la sto­ria del padre del­la Rusich, Ser­gio, profu­go istri­ano e par­ti­giano antifascista depor­ta­to nei campi di con­cen­tra­men­to di Flossen­burg, che si impeg­nò per difend­ere l’italianità di Pola con­tro l’annessione alla Jugoslavia di Tito.
Un’occasione per ren­dere omag­gio a tutte le vit­time delle foibe e dell’esodo giu­liano- dal­ma­ta del sec­on­do dopoguer­ra attra­ver­so il rac­con­to e la tes­ti­mo­ni­an­za di un sopravvis­su­to all’orrore.
“Nel Giorno del ricor­do, vogliamo com­mem­o­rare tutte le vit­time, i perse­gui­tati, i nos­tri com­pa­tri­oti tor­tu­rati, assas­si­nati per rap­pre­saglia, per vendet­ta, solo per­ché colpevoli di essere ital­iani. Per questo durante tut­ta la gior­na­ta del 10 feb­braio la bandiera del Comune è sta­ta mes­sa a mez­z’as­ta, in memo­ria di tutte le vit­time dell’orrore delle foibe” ha dichiara­to il sin­da­co.
“Si trat­ta di una pag­i­na dolorosa che ha tris­te­mente seg­na­to la sto­ria del nos­tro Paese. Delit­ti ai quali per trop­po tem­po è sta­to nega­to anche solo il ricor­do. Abbi­amo il dovere di ricor­dare per evitare che ver­ità storiche come queste pos­sano essere sot­to­poste a squalli­di revi­sion­is­mi. Come rap­p­re­sen­tan­ti delle isti­tuzioni abbi­amo l’obbligo morale di dif­fondere una cul­tura che rifiu­ti ogni for­ma di vio­len­za e di vendet­ta, abbi­amo il com­pi­to di ono­rare la sto­ria restituen­do ques­ta pag­i­na strap­pa­ta all’identità del­la nazione, affinché si pos­sa costru­ire un prog­et­to di fratel­lan­za, svilup­pare una coscien­za civile e una con­viven­za paci­fi­ca fra i popoli”, ha con­clu­so il sin­da­co di San Vin­cen­zo, Alessan­dro Mas­si­mo Ban­di­ni.

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