La gente della città del ferro è la mia gente…

· Inserito in Da non perdere
Pino Bertelli

PIOMBINO 13 mar­zo 2018La fotografia, quan­do è grande, esprime il ritrat­to di un’epoca. Non evo­ca nul­la. Mostra una parte per il tut­to.  

In ogni for­ma d’arte ciò che è impor­tante è fare una scelta, elab­o­rare una sin­te­si, esclud­ere l’inutile e il trop­po facile.
Si trat­ta di tagliare le fronde dell’opulenza descrit­ti­va per lavo­rare nel rizoma del seg­no roves­ci­a­to. Dietro ogni grande fotografia c’è un crim­i­nale o un poeta dell’anima bel­la, sem­pre.
La gente del­la cit­tà del fer­ro è la mia gente… la car­tografia del loro sudore appar­tiene a una sto­ria anti­ca… i loro volti, i loro cor­pi, le loro pos­ture non trac­ciano mappe, anzi le scom­bi­nano…
le loro mem­o­rie sono nel­la nos­tra vita da sem­pre e dur­eran­no anche dopo la loro scom­parsa… la dig­nità, il rispet­to, la fra­ter­nità delle loro ges­ta sono dis­sem­i­nati su alture indi­men­ti­ca­bili
e i loro sor­risi sporchi di car­bone e di rug­gine han­no affida­to al ven­to del­la sto­ria le loro sper­anze, i sog­ni e i desideri di un mon­do più gius­to e più umano.
Han­no pianto la letizia dove man­ca­va e seg­na­to la stra­da a intere gen­er­azioni come cav­a­lieri che fecero l’impresa… han­no per­so battaglie, forse…
ma han­no lega­to quel sen­ti­men­to di umiltà che serve ad ogni inizio per unire pon­ti diver­si…
pro­fu­so l’energia delle parole che unisce le dis­tanze e, più di ogni cosa, han­no intrec­cia­to le loro esisten­ze appas­sion­ate per sparg­ere semi di futuro nell’avvento di un’umanità migliore ” .

*dal cat­a­l­o­go: GENTE DELLA CITTADEL FERRO. PIOMBINO 1970 — 2014

Commenta il post