La pace non è un optional

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pervenuta in redazione

SUVERETO 12 gen­naio 2015 — In queste set­ti­mane gli even­ti tragi­ci di Pari­gi han­no fat­to com­pren­dere, anche a chi face­va fin­ta di non capire che la lib­ertà, la toller­an­za e il rispet­to ver­so gli altri ed i loro dirit­ti, è uni­ca con­dizioni per un gius­to domani che pos­sa garan­tire prospet­tive alle gio­vani gen­er­azioni. Alcu­ni mesi orsono mi ero per­me­s­so di con­tattare il nos­tro Vesco­vo Mon­sign­or CIATTINI, pro­po­nen­do di fare un appel­lo ad una mobil­i­tazione popo­lare a sosteg­no del­la PACE che trovasse come pri­mi sosten­i­tori pro­prio i Sin­daci delle due val­li del Cor­nia e delle Colline Met­al­lif­ere. Non era cer­ta­mente una spoc­chiosa inizia­ti­va ma vol­e­va soltan­to evi­den­ziare quan­to sia cen­trale dif­fondere una cul­tura del­la PACE con­tro ogni tipo di ves­sazione o di espres­sione vio­len­ta. Purtrop­po tut­to tace nel pro­fon­do con un silen­zio assor­dante.
Cer­to è sem­pre da apprez­zare l’impegno che i nos­tri “pri­mi cit­ta­di­ni” pon­gono alla soluzione dei prob­le­mi che afflig­gono anche le nos­tre comu­nità, al bisog­no di trovare sboc­chi di lavoro e nuovi ind­i­rizzi capaci di portare una mag­giore tran­quil­lità nelle nos­tre famiglie. Però non riesco a com­pren­dere come si pos­sa pen­sare che la PACE o la vio­len­za pos­sano inter­es­sar­ci soltan­to se ci toc­cano da vici­no, forse è l’ora di ren­der­si con­to che non è così, fac­ciamo parte di un mon­do aper­to al mon­do e con esso dob­bi­amo fare i con­ti ogni giorno, non potrà esser­ci pro­gres­so e miglio­ra­men­to delle nos­tre con­dizioni se intorno a noi non vive la Democrazia, se la toller­an­za è sconosci­u­ta e se pazzi crim­i­nali, dichiaran­dosi reli­giosi por­tano morte in nome di un loro Dio.
“Ha ragione l’amico Ser­gio Staino, ai tre ter­ror­isti di Pari­gi non inter­es­sa nul­la di Allah. Ad essi, alla loro vio­len­za ceca si può rispon­dere con una grande rinasci­ta del­la cul­tura, dob­bi­amo far­la ritornare al cen­tro del nos­tro impeg­no. È sta­to fat­to credere che il denaro sia l’unica unità con la quale si misura il suc­ces­so. C’è invece bisog­no di val­oriz­zare le strut­ture cul­tur­ali soprat­tut­to ter­ri­to­ri­ali. I gio­vani devono conoscere la sto­ria, sapere da dove arri­va il benessere di oggi. Solo una comu­nità forte e col­ta saprà perseguire la stra­da dell’inclusione rispet­to ai tan­ti dis­graziati che ven­gono da fuori”.
Mi sono per­me­s­so di riportare il pen­siero di Staino per­ché in esso ho trova­to la migliore espres­sione di quel­lo che dovrem­mo essere. Una soci­età con­sapev­ole, che sap­pia riconoscere le vie del bene, che dalle isti­tuzioni locali e di ogni altro liv­el­lo, giun­ga chiaro l’impegno in dife­sa del­la lib­ertà, del­la toller­an­za e del rispet­to degli altri, così come spet­ta a tutte le forze politiche, spogliar­si del­la dem­a­gogia che anco­ra per­vade alcu­ni set­tori, per essere parte di un dis­eg­no che pro­gre­disce ogni giorno, che è divul­ga­tore del­la conoscen­za. Sen­za mag­a­ri sen­tire la pro­pria coscien­za tran­quil­la per­ché il nos­tro Pres­i­dente Ren­zi è anda­to a Pari­gi alla grande man­i­fes­tazione. Anche qui, come in ogni altro luo­go pic­co­lo, medio o grande abbi­amo bisog­no di far sen­tire la voce dei cit­ta­di­ni, che vogliono guardare avan­ti e che san­no bene che la Democrazia e la PACE non si esporta mai con le armi, ma soltan­to si costru­isce con un lun­go e dif­fi­cile proces­so cul­tur­ale che sap­pia coin­vol­gere ogni paese nel mon­do intero.
La nos­tra Italia ha conosci­u­to peri­o­di tristi e tragi­ci del ter­ror­is­mo, lo abbi­amo potu­to scon­fig­gere per­ché abbi­amo saputo unire gli sforzi del­la soci­età nel suo insieme, tut­ti uni­ti con­tro la bar­barie. Mi sem­bra impos­si­bile che oggi non si pos­sa tornare a quegli impeg­ni cul­tur­ali, politi­ci e isti­tuzion­ali, la PACE, la Democrazia, la Lib­ertà e il rispet­to degli altri han­no sem­pre bisog­no dell’impegno di una soci­età che intende costru­ire il pro­prio domani. In molti han­no dichiara­to che “siamo tut­ti parig­i­ni”, bene dob­bi­amo avere la con­sapev­olez­za che se vogliamo esser­lo davvero, si dovrà dimostrare con i fat­ti che spin­giamo per mobil­itare il nos­tro popo­lo, tut­to, intorno al tavo­lo che si chia­ma parte­ci­pazione.
Se vuoi la PACE prepara la PACE.

Wal­ter Gasperi­ni

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