La salute è prioritaria, le fabbriche devono chiudere
PIOMBINO 23 marzo 2020 — Dopo l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ieri sera è stato pubblicato il decreto contenente le nuove misure per contrastare la diffusione del Coronavirus. In sintesi, le attività produttive dovranno chiudere, salvo quelle indicate nell’allegato 1 del decreto.
“Le fabbriche – dichiara il sindaco – sono inevitabilmente un luogo di assembramento quindi, nell’ottica di difendere la salute collettiva, l’unico modo per evitare che il virus si diffonda è chiudere gli impianti. Era un provvedimento atteso, forse anche tardivo, comunque sono convinto che il sacrificio di qualche settimana di chiusura sia doveroso in un’ottica di tutela della salute collettiva come assoluta priorità. Evitare gli assembramenti è indispensabile per contrarre i tempi dell’emergenza e poter ripartire a pieno regime più rapidamente. Serve senso di responsabilità e la collaborazione di tutti, sia dei cittadini che degli imprenditori. Chiudiamo oggi per ripartire più forti domani ma, comunque, superato questo momento di emergenza, servirà un massiccio intervento dello Stato a supporto delle attività e dei professionisti colpiti dalle conseguenze di questa chiusura forzata, inclusi tutti gli operatori del settore turistico. Adesso stiamo vivendo un’emergenza sanitaria senza precedenti ma domani dovremo fare i conti con le conseguenze che avrà sul tessuto economico e sociale del territorio”.
Il nuovo decreto sospende tutte le attività produttive fatta eccezione di quelle essenziali e di pubblica utilità indicate nell’allegato 1, tutte le altre potranno continuare a lavorare solo applicando la modalità del lavoro agile. Per quanto riguarda le attività commerciali e le attività professionali, invece, restano valide le misure contenute nel precedente decreto.
“La nuove disposizioni – dichiara Sabrina Nigro, assessore alle Attività produttive – interessano sostanzialmente le attività produttive, per quanto riguarda il commercio nulla è cambiato rispetto alle disposizioni precedenti. È una doverosa integrazione al precedente decreto in quanto non aveva ancora l’attività delle grandi aziende. Alcuni imprenditori avevano già sospeso la produzione autonomamente, anticipando quanto disposto dal nuovo DPCM, dimostrando grande senso di responsabilità nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, sia dell’azienda stessa che delle attività dell’indotto. Evitare assembramenti e contatti in un ambiente come quello della fabbrica è particolarmente difficile e sono convinta che la chiusura sia l’unica strada percorribile per garantire veramente la sicurezza di tutti”.
Oltre alle tipologie di aziende indicate nell’allegato 1, restano consentite anche le attività ad esse correlate nonché i servizi essenziali e di pubblica utilità previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, nella quale sono indicate specificamente le imprese e le amministrazioni beneficiarie dei prodotti e servizi attinenti alle attività consentite.
È sempre consentita l’attività di produzione, trasporto, commercializzazione e consegna di farmaci, tecnologia sanitaria e dispositivi medico-chirurgici nonché di prodotti agricoli e alimentari. Resta altresì consentita ogni attività comunque funzionale a fronteggiare l’emergenza. Sono consentite le attività degli impianti a ciclo produttivo continuo, previa comunicazione al Prefetto della provincia ove è ubicata l’attività produttiva, dalla cui interruzione derivi un grave pregiudizio all’impianto stesso o un pericolo di incidenti. Le imprese che le cui attività sono sospese devono completare le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo.
Sospesa, inoltre, la possibilità di rientrare nel proprio Comune di residenza o domicilio e lo spostamento in un Comune diverso da quello in cui ci si trova attualmente se non per comprovati motivi di lavoro, salute o assoluta urgenza.
Ufficio stampa Comune di Piombino
Comunicato del Coordinamento Art.1‑Camping CIG del 23 marzo ore 15:20
Registriamo che finalmente e giustamente le organizzazioni sindacali proclamano lo sciopero per fermare la produzione nelle fabbriche e tentare di salvaguardare la salute dei lavoratori e quindi dei loro familiari e della popolazione. Una decisione tanto più urgente di fronte alla protervia di Confindustria che pretende di ridurre al minimo le fermate. La fermata almeno temporanea era stata chiesta da tempo, non solo dal Camping CIG.
In questo contesto, merita una riflessione la lettera che Jindal in persona indirizzò il 19 marzo ai “carissimi” dipendenti, rettificata in data 20 con la motivazione della traduzione sbagliata, errore certo curioso in quanto commesso dagli uffici di una multinazionale di livello planetario, su una vicenda tanto delicata. Una lettera che tradisce comunque una buona dose di paternalismo e forse la tentazione di fare scaricabarile da parte dell’azienda nei confronti dei dipendenti in tema di prevenzione del virus. Comunque la concreta disponibilità dell’azienda alla indispensabile, immediata fermata è il terreno di verifica della preoccupazione manifestata dall’azienda stessa per i propri dipendenti.
In ogni caso, se Jindal è così preoccupato del futuro dei propri dipendenti incominci da subito e in vista del momento in cui la produzione potrà riprendere, fermi subito lo stabilimento. E s’impegni a programmare ciò che in realtà doveva essere già stato realizzato: revamping dei treni, investendo i 18 milioni promessi; smantellamenti, che dovevano essere conclusi nel 2019 e che riguardano impianti fatiscenti e pericolosi per i lavoratori e la popolazione (vedi cokeria). L’emergenza coronavirus non deve voler dire che l’azienda, zitta zitta, si è guadagnata un tempo infinito per la presentazione del piano industriale, per il quale dovrà essere comunque posto un limite temporale invalicabile, da concordare con le organizzazioni sindacali e le istituzioni.
Comunicato di USB PIOMBINO LAVORO PRIVATO del 23 marzo ore18:39
Esprimiamo amarezza e sconcerto su certe decisioni attendiste dei sindacati e delle rsu aziendali di Jsw Steel Piombino. Visto il dramma della pandemia mondiale per il Coranavirus, che ha colpito il mondo in maniera massiccia e capillare contagiando anche il nostro Paese, la SALUTE dei CITTADINI viene al PRIMO POSTO!
Il vero dramma e’ la “calma delle rsu” che sono state demandate da una parte dei lavoratori Jsw a rappresentarli.
Il nuovo decreto PARLA DI CHIUSURA DI AZIENDE NON DI PRIMA NECESSITÀ, tra cui fa parte anche JSW Steel Piombino. Però cosa dice il davvero il decreto?
Viene demandato al Prefetto di valutare e o capire la necessita o meno di chiedere per un periodo o rimanere aperto!
IL PUNTO DI SVOLTA È QUI, IL GOVERNO HA FATTO IL DECRETO MA HA DEMANDATO AI PREFETTI, PERCHÉ?? Al CITTADINI ma sopratutto ai LAVORATORI TUTTI diciamo e affermiamo questo:
“Con criteri e situazioni di necessita ci vuole intelligenza, non importa le tessere o “lavori garantiti ” con la famosa paccata sulla spalla, serve DIGNITÀ perché se uno di noi non ha DIGNITÀ non è un lavoratore ! QUESTO È IL DNA, QUESTO VUOL DIRE ESSERE CONSAPEVOLI E NEL GIUSTO!”.
Noi di USB siamo al fianco di tutti i lavoratori perché giustamente hanno paura di essere contagiati dal Coronavirus, ma soprattutto hanno la paura di contagiare altre persone in primis i familiari. Ci sono navi che vengono messe in quarantena, Paesi e nazioni che si fermano in tutto il mondo e qui si aspetta che si fermi dopo che un lavoratore si contagi? In JSW non ci sono impianti che hanno bisogno di salvaguardia, impianti e produzione come erano nel 2014 (COKERIA e ALTOFORNO), quindi fermare si può. Ribadiamo con forza che prime viene la SICUREZZA e poi tutto il resto. Abbiamo uno strumento che i lavoratori possono usare in casi di sicurezza sul lavoro lo SCIOPERO.
Comunicato di RSU UGLm e Segreteria Provinciale UGLm del 23 marzo ore 22:02
Apprendiamo con piacere, ma anche con sorpresa, la improvvisa decisione di ieri da parte di FIM, FIOM e UILM provinciali di chiedere la fermata delle fabbriche piombinesi, per salvaguardare la salute dei lavoratori.
Che dire?.…FINALMENTE!!
Ci preme però sottolineare che UGLm è stato l’ UNICO sindacato che da subito ha chiesto la chiusura preventiva.
Non è certo tempo di fare polemiche. Questo momento delicato dovrebbe vederci tutti uniti per uscire da questa emergenza nel più breve tempo possibile.
Però non possiamo non evidenziare che se FIM, FIOM e UILM avessero seguito e appoggiato da subito la linea di UGLm, probabilmente JSW avrebbe già fermato e non ci saremmo trovati con potenziali rischi o ancora peggio con casi di Covid-19.
La nostra linea è sempre stata la stessa, dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Fermare gli impianti per tutelare al massimo la salute di tutti i lavoratori, diretti e delle imprese dei servizi.
Oggi dopo la conferma del primo caso accertato in JSW, UGLm ha deciso di aprire lo stato di agitazione.
Gli slogan e le giravolte improvvise le lasciamo volentieri agli altri.
Comunicato di Fratelli d’Italia Piombino del 24 marzo ore 10:10
L’emergenza Covid-19 sta preoccupando sempre di più tutti i cittadini: i contagi aumentano e non sembra avvicinarsi una risoluzione in tempi brevi. Proprio per questo è ancora più importante chiudere tutti i luoghi di assembramento, come per esempio le fabbriche”. Vorremmo che con senso di responsabilità si chiudessero tutte le fabbriche del nostro Comune per alcune settimane, ricorrendo agli aiuti promessi dal Governo affinché gli operai e tutti i lavoratori possano stare a casa. Chi resta a lavoro sia attrezzato di tutti i dispositivi di protezione individuale, sia all’interno dei reparti delle fabbriche che resteranno aperti sia in tutti gli altri luoghi di lavoro.
Nel frattempo, però, sarebbe utile che i supermercati e tutti negozi di alimentari potessero stare aperti addirittura più ore non chiudendo la domenica, così si potrebbe non incorrere nei soliti assembramenti di persone all’esterno dei supermercati comprensibilmente presi d’assalto. Per allungare le ore e i giorni di apertura, i supermercati potrebbero ricorrere all’assunzione del personale stagionale di fiducia dando così anche un segno confortante all’occupazione in generale dando così un servizio migliore ai cittadini.
(Foto di Pino Bertelli)