La Scuola Normale di Pisa prende casa a Follonica

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FOLLONICA 26 set­tem­bre 2017 —  La Scuo­la Nor­male di Pisa prende casa a Fol­loni­ca. La vec­chia fonde­ria del­l’ex Ilva, la Fonde­ria 1, che pro­duce­va ghisa a ridos­so del cen­tro del bor­go, abban­do­na­ta negli anni Ses­san­ta e ristrut­tura­ta nel 2015 per farne uno spazio espos­i­ti­vo e fieris­ti­co, diven­terà un polo ded­i­ca­to all’a­groal­i­menta­re, alla blue econ­o­my (ovvero uno svilup­po del­l’e­cono­mia verde) e ai beni cul­tur­ali. Oggi c’è sta­ta la fir­ma del­l’in­te­sa tra Comune, Scuo­la e Regione.
Il recu­pero del­l’ed­i­fi­cio è sta­to finanzi­a­to con 350 mila euro di con­tribu­ti region­ali, ma  pari qua­si a 25 mil­ioni è sta­to l’im­peg­no com­p­lessi­vo negli anni sul­l’area, che con­ser­va anco­ra memo­ria del suo pas­sato otto­cen­tesco: inves­ti­men­ti des­ti­nati al teatro e al museo del fer­ro,  all’ex ippo­dro­mo e all’area mer­catale.
La scuo­la di eccel­len­za pisana sarà con i pro­pri allievi e ricerc­tori a Fol­loni­ca, nel­la Fonde­ria 1, già dai prossi­mi mesi, gius­to il tem­po di attrez­zare (di nuo­vo con il con­trib­u­to del­la Regione) le prime sale mul­ti­me­di­ali. Orga­nizzerà cor­si di ori­en­ta­men­to per stu­den­ti e di aggior­na­men­to per gli inseg­nan­ti, scuole estive ma ben fer­mo sarà soprat­tut­to un impeg­no, come ha rib­a­di­to anche sta­mani il diret­tore del­la Nor­male, Vin­cen­zo Barone: scam­biare conoscen­za a tut­ti i liv­el­li, anche tra mon­do acca­d­e­mi­co e mon­do indus­tri­ale. Per la Nor­male non è la pri­ma sede fuori Pisa. La Scuo­la, da qualche tem­po pre­sente a Firen­ze e da ancor pri­ma a Cor­tona, pros­egue dunque la sua “polit­i­ca di dis­sem­i­nazione”.

La ricer­ca per svilup­po agri­co­lo
“La pre­sen­za del­la Nor­male con i suoi lab­o­ra­tori – sot­to­lin­ea il pres­i­dente del­la Toscana Rossi, oggi alla pre­sen­tazione a Fol­loni­ca delle attiv­ità  dei prossi­mi mesi, accom­pa­g­na­to dal sin­da­co Andrea  Beni­ni  – sarà sicu­ra­mente un aiu­to per lo svilup­po del ter­ri­to­rio, che ha la sua vocazione nel­l’a­gri­coltura e nel­l’a­groal­i­menta­re ma anche nel tur­is­mo cul­tur­ale. Insom­ma l’at­tiv­ità di ricer­ca del­la scuo­la ben risponde alla vocazione di ques­ta parte di Toscana e l’U­ni­ver­sità può dare un con­trib­u­to fon­da­men­tale”. Con la tec­nolo­gia 4.0 presta­ta ai beni cul­tur­ali ad esem­pio, ricor­da il pres­i­dente, con la val­oriz­zazione del­la pre­sen­za etr­usca o delle trac­ce del­l’uo­mo di Nean­derthal ritrovate nel­la cava di La Pietra, su Roselle  “per cui la Regione – dice anco­ra Rossi – la Regione è a dis­po­sizione”, e soprat­tut­to  sul fronte agri­co­lo e dei prodot­ti agroal­i­men­ta­ri.
“Dob­bi­amo favorire ques­ta vocazione agri­co­la indus­tri­ale del­la Toscana del Sud – ripete Rossi anche a mar­gine del­l’inizia­ti­va – L’ex­port dei  prodot­ti di qual­ità è in asce­sa, men­tre l’a­gri­coltura esten­si­va seg­na il pas­so. In questi ter­ri­tori ci sono poten­zial­ità uniche e stra­or­di­nar­ie”. “Dovre­mo inve­stire sul­l’ac­qua – dice anco­ra Rossi – ma anche una stra­da che col­leghi la Marem­ma dal nord al sud in sicurez­za e sen­za soluzione di con­ti­nu­ità è essen­ziale: di per sé non è fori­era di svilup­po, ma lo aiu­ta quan­do il ter­ri­to­rio ha poten­zial­ità”. “A noi – risponde Rossi alle domande di alcu­ni cro­nisti, a propos­i­to del­la Tir­reni­ca e l’ad­dio all’au­tostra­da – va bene anche una stra­da a quat­tro cor­sie in sicurez­za  Dico solo che si fac­cia e che dopo che per quat­tro volte sono cam­biati i prog­et­ti vor­rem­mo avere certezze”.

Per­ife­ria non vuol dire mar­gin­al­ità
L’ac­cor­do con la Nor­male prevede attiv­ità che inter­esser­an­no i prossi­mi cinque anni.  “Lo vedi­amo come una rinasci­ta e un pun­to di ri-parten­za” sot­to­lin­ea il sin­da­co, men­tre Rossi chiosa come  occor­ra com­bat­tere l’idea che c’è svilup­po solo nelle gran­di con­cen­trazioni urbane nel mon­do. “Abbi­amo invece bisog­no di una Toscana, di un Paese e di un’Eu­ropa poli­cen­tri­ca, per evitare con­ges­tion­a­men­ti o la mar­gin­al­ità di alcune zone” spie­ga il pres­i­dente.
Per portare la vita den­tro il grande spazio del­l’ex Ilva il lavoro non è con­clu­so. Pros­eguirà. Fuori l’ex fonde­ria intan­to, in un saba­to mat­ti­na anco­ra esti­vo, si riempino di gente il par­co cen­trale e i gia­r­di­ni davan­ti al Teatro Leopol­do che fes­teggia la terza sta­gione e davan­ti al bel­lis­si­mo museo Mag­ma, luoghi che peri­odica­mente ospi­tano anche instal­lazioni di arte con­tem­po­ranea. Offic­i­na delle idee ma anche un esem­pio di rigen­er­azione urbana e sociale, con la sim­pat­i­ca e inaspet­ta­ta pre­sen­za di una colo­nia di trentac­inque adora­bili feli­ni, accu­d­i­ti da volon­tari.
“Non è la mia pri­ma vol­ta qui nel­l’area ex Ilva – con­clude Rossi —  Sul prog­et­to ho  vis­su­to anche lo scetti­cis­mo di qual­cuno, ma oggi da luo­go abban­do­na­to che era è diven­ta­to uno spazio vivo. E ques­ta è la con­fer­ma che  gli inves­ti­men­ti che si basano su buona prog­et­tual­ità  e la voglia anche di rischiare un po’ pos­sono dare risul­tati impor­tan­ti”.

UFFICIO STAMPA REGIONE TOSCANA

Una risposta a “La Scuola Normale di Pisa prende casa a Follonica”

  1. Nilo Pucci says:

    Ma se a Piom­bi­no han­no per­du­to anche il liceo clas­si­co!!!!

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