La storia delle cave di Campiglia scritta a 4 mani

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CAMPIGLIA MARITTIMA 10 novem­bre 2018 — È la sto­ria det­tagli­a­ta, vis­su­ta giorno dopo giorno, di una vicen­da triste che ha por­ta­to in dieci anni alla fotografia che oggi pos­si­amo osser­vare da ogni ango­lo del­la pia­nu­ra e perfi­no dalle pen­di­ci dell’Elba che guardano ver­so il con­ti­nente. È una sto­ria, scrit­ta a quat­tro mani, sen­za neanche un pre­ven­ti­vo accor­do tra gli autori, ognuno dei quali ha lavo­ra­to per pro­prio con­to anno dopo anno. È la sto­ria delle cavi di Campiglia.
Uno degli autori siamo noi di Stile libero Idee dal­la Val di Cor­nia che, nel­la rubri­ca “Pub­bli­cazioni” del­la nos­tra Home page, abbi­amo inser­i­to ogni arti­co­lo, ogni doc­u­men­to, ogni inter­ven­to pub­bli­ca­to sul­la tes­ta­ta dal 3 luglio 2013 al 4 novem­bre 2018. In prat­i­ca da quan­do il gior­nale è nato fino ad oggi. Cinque anni di lavoro non solo nos­tro ma dei moltissi­mi, asso­ci­azioni, enti e sin­goli pri­vati, che sug­li svilup­pi delle escav­azioni han­no volu­to offrire con­tribu­ti, pro­poste e val­u­tazioni.
L’altro autore è anda­to anche oltre. Il Comi­ta­to per Campiglia ha infat­ti volu­to unire alla nos­tra pub­bli­cazione – per questo lo ringrazi­amo — anche il pro­prio lunghissi­mo lavoro. Lo ha fat­to rac­coglien­do nel pro­prio por­tale (http://www.comitatopercampiglia.it/blog/) dieci anni di attiv­ità e di stu­dio. Con un link dal­la Home page del sito potrete andare a rileg­gere tut­ti gli inter­ven­ti del Comi­ta­to pub­bli­cati dal 2008 ad oggi.
Il lun­go lavoro è sta­to coor­di­na­to dall’architetto Alber­to Pri­mi, un pro­fes­sion­ista pratese che diver­si anni fa ha scop­er­to le bellezze di Campiglia e anche purtrop­po le innega­bili “brut­tezze” con­seguen­ti alle escav­azioni. Le reit­er­ate, fre­quen­ti prese di posizioni del Comi­ta­to, rias­sunte nel­la pub­bli­cazione di oggi, non han­no mai sfio­ra­to la banal­ità e, al di là del­la più o meno con­vin­ta con­di­vi­sione, rap­p­re­sen­tano il risul­ta­to di stu­di, ricerche ed appro­fondi­men­ti, sem­pre pacata­mente ori­en­tati a favorire la com­pren­sione.
Oggi Pri­mi, rileggen­do la copiosa doc­u­men­tazione, rib­adisce la pro­pria con­vinzione sec­on­do cui “sulle cave non c’è mai sta­to alcun ripen­sa­men­to nelle ammin­is­trazioni locali. I sin­daci han­no dimostra­to sem­pre e comunque di priv­i­le­gia­re gli inter­es­si dei pro­pri­etari di cave rispet­to a qualunque nuo­va econo­mia che cer­casse di far­si largo e che avrebbe potu­to creare molti posti di lavoro in più rispet­to ai 65 delle cave di San Car­lo e Cave di Campiglia”.
La con­clu­sione finale riu­nisce le due pub­bli­cazioni, la nos­tra e quel­la campigliese, in una con­sid­er­azione da “Marem­ma ama­ra” con la prospet­ti­va del­la creazione in Val di Cor­nia del polo estrat­ti­vo del­la Regione Toscana.

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