La Tap e le cave non vanno d’accordo

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PIOMBINO 28 agos­to 2015 — Legam­bi­ente pen­sa che Il manda­to ottenu­to da Cara­mas­si e tut­ta la nuo­va diri­gen­za di Asiu e Tap sia chiaro : rilan­cia­re la fil­iera del recu­pero e rici­clo di rifiu­ti indus­tri­ali, rispet­tan­do “il prin­ci­pio di prossim­ità”, cioè il trat­ta­men­to dei rifiu­ti indus­tri­ali e di tut­ti quei mate­ri­ali, anche peri­colosi pre­sen­ti sul nos­tro ter­ri­to­rio, avvian­do una fil­iera indus­tri­ale e occu­pazionale del risana­men­to,
Con­tem­po­ranea­mente il coin­vol­gi­men­to nel­l’azien­da Tap delle imp­rese che poten­zial­mente pro­dur­ran­no in futuro rifiu­ti indus­tri­ali (Afer­pi) e quelle che attual­mente sca­v­ano mate­ri­ale vergine dalle nos­tre colline, attra­ver­so un rad­i­cale ridi­men­sion­a­men­to del­la attiv­ità estrat­ti­va e con la loro ricon­ver­sione alla nuo­va attiv­ità (Sales e Cave di Campiglia).
Questi prin­cipi sono sem­pre sta­ti sostenu­ti da Legam­bi­ente che ha fat­to sem­pre quel­lo che era pos­si­bile fin dal­la nasci­ta del­l’impianto Tap. Rin­novi­amo il nos­tro sosteg­no a questo prog­et­to.
Aggiun­giamo però che per rag­giun­gere questi obi­et­tivi occorre un’u­nità d’in­ten­ti e una coeren­za che fino ad ora su questo ter­ri­to­rio non c’è sta­ta. Gli annun­ci politi­ci, gli accor­di fra Regione, Comu­ni e altre isti­tuzioni spes­so han­no prodot­to procla­mi e accor­di con i giusti con­tenu­ti: met­tere freno alle escav­azioni dei mon­ti di Campiglia, uti­liz­zo di mate­ri­ali di Tap per le opere pub­bliche, boni­fiche, ecc. Poi i procla­mi e gli accor­di sono sta­ti tra­di­ti, la prat­i­ca è sta­ta un’al­tra, nuove con­ces­sioni ad ampli­are le cave, opere pub­bliche sen­za neanche un gram­mo di con­glomix (come il por­to di Piom­bi­no), boni­fiche al palo.
Le isti­tuzioni e la polit­i­ca tut­ta devono pro­nun­cia­r­si chiara­mente e con­seguente­mente agire. Per­ché il prog­et­to di Cara­mas­si sia cred­i­bile è indis­pens­abile che l’at­tuale legge regionale e il prog­et­to di mod­i­fi­ca pron­to nei cas­set­ti del­la Regione per essere adot­ta­to, sia mod­i­fi­ca­to sostanzial­mente e che ven­ga prodot­to imme­di­ata­mente un nuo­vo Piano Regionale delle Attiv­ità Estrat­tive che veda per la Val di Cor­nia una dras­ti­ca riduzione del mate­ri­ale vergine da estrarre.
Nel nuo­vo PRAE si trat­ta di resp­in­gere tutte le osser­vazioni già fat­te in sede di Piano Provin­ciale di Livorno per ampli­are le aree di sca­vo, per aumentare i volu­mi estraibili e per rin­no­vare le con­ces­sioni. Inoltre è indis­pens­abile mod­i­fi­care le nor­ma­tive in modo che i piani estrat­tivi tengano con­to dei mil­ioni di metri cubi di mate­ri­ali da rici­clare che sono pre­sen­ti in Val di Cor­nia e non solo dei residui delle cave. Infine è indipens­abile aumentare il con­trib­u­to di con­ces­sione por­tan­do­lo ad almeno 2 €/mc. per ren­dere più appetibile l’u­so di mate­ri­ali rici­clati, preve­den­do sanzioni pesan­ti per gli Enti che non impon­gono nelle opere pub­bliche l’u­so già obbli­ga­to­rio, di almeno il 30% di mate­ri­ali rici­clati .
Comunque la pri­ma azione che per­me­t­terà di capire se si intende fare sul serio è fare in modo che le pro­ce­dure di rin­no­vo delle con­ces­sioni di cava siano bloc­cate e si annun­ci l’in­ter­ruzione delle escav­azioni, alla sca­den­za. Sia mes­so rap­i­da­mente a pun­to e real­mente atti­va­to il prog­et­to di rilan­cio del­la fil­iera del recu­pero e rici­clo di rifiu­ti indus­tri­ali, in accor­do tra Regione, Comu­ni, Tap e con­ces­sion­ari. Sia defin­i­ti­va­mente scar­ta­ta l’ipote­si di un rin­no­vo delle con­ces­sioni richi­este, una nuo­va autor­iz­zazione che, evi­ti le esportazioni, con­sid­eri solo le reali neces­sità del ter­ri­to­rio, in relazione con i volu­mi anco­ra da scav­are delle vec­chie con­ces­sioni e le pro­duzioni Tap.
Deve essere chiaro che non deve trat­tar­si di una fin­ta in cui Sales e Cave di Campiglia met­tono dei sol­di in Tap per ingraziar­si le ammin­is­trazioni ed avere poi, comunque, il rin­no­vo delle con­ces­sioni con le mire di espan­sione già dichiarate .
Anche con Afer­pi l’at­teggia­men­to delle isti­tuzioni deve essere chiaro, nel­l’ac­cor­do di pro­gram­ma non c’è una sola paro­la che riguar­da la fun­zione stat­u­ar­ia di Tap, il recu­pero e riu­so dei rifiu­ti, ques­ta è una grave man­can­za a cui bisogna rime­di­are e sug­ge­ri­amo di coin­vol­gere non solo Afer­pi ma diret­ta­mente Cevi­tal nel­la Tap, in quan­to pro­pri­etaria di Afer­pi, Cevi­talia e Cevilog che preve­dono altre attiv­ità sui ter­reni da bonifi­care.

Legam­bi­ente

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