La tattica della “rana bollita a fuoco lento”

PIOMBINO 16 giug­no 2017 — Men­tre non si ha notizia di una data per effet­tuare, almeno nel com­pren­so­rio, lo sciopero gen­erale di tutte le cat­e­gorie, si sco­pre però che “non c’è un emen­da­men­to Piom­bi­no nel­la manovra eco­nom­i­ca approva­ta al Sen­a­to.” Ci ha infor­ma­to l’ onorev­ole Fassi­na ieri a Piom­bi­no per impeg­ni con la sua parte polit­i­ca; lo ringrazi­amo anche per la sol­i­da­ri­età espres­sa al nos­tro pre­sidio. Poche parole, a pochi giorni dal­la sca­den­za degli effet­ti del­la Legge Marzano (1/7/2017), fan­no tab­u­la rasa del­la sper­an­za che ci fos­se un sus­sul­to di dig­nità polit­i­ca nel gov­er­no. Questi avrebbe potu­to sot­trarre il con­trol­lo del­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co di Piom­bi­no ad un impren­di­tore dalle facili e gran­di promesse, rego­lar­mente dis­at­tese. Con un sem­plice emen­da­men­to il gov­er­no avrebbe potu­to non solo assi­cu­rare il man­ten­i­men­to dei posti di lavoro, la con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va ed il pro­l­unga­men­to dei con­trat­ti di sol­i­da­ri­età, ma anche rilan­cia­re un futuro per la siderur­gia locale e per il ter­ri­to­rio.
Evi­den­te­mente Pd e gov­er­no nazion­ali con­tin­u­ano impert­er­ri­ti sul­la scelta conc­re­ta di affos­sare la man­i­fat­tura e la siderur­gia in Italia, sot­to l’ide­olo­gia total­i­taria del “libero mer­ca­to” . Al PD e al gov­er­no locali è demanda­to il com­pi­to di “coprire” la manovra, con le ras­si­cu­razioni sen­za fon­da­men­to, con la briglia tira­ta ad ogni ten­ta­ti­vo di mobil­i­tazione del­la cit­tà, con tiepi­de dichiarazioni di sol­i­da­ri­età ai lavo­ra­tori men­tre si attac­cano pro­prio quei lavo­ra­tori che la lot­ta la pro­muovono davvero e col­oro che han­no loro espres­so sol­i­da­ri­età conc­re­ta e atti­va. Al sin­da­co di Piom­bi­no dici­amo che sì, abbi­amo capi­to. Abbi­amo capi­to che Comune, Regione e gov­er­no Pd stan­no dal­la parte del loro uomo del­l’an­no Rebrab: non a caso gli han­no con­ces­so la vari­ante Afer­pi, che gli regala l’area nat­u­ral­is­ti­ca del quaglio­dro­mo e un trac­cia­to del­la stra­da 398 che passerà sot­to le finestre delle famiglie del Cotone-Pogget­to. Gio­cano per sé alla fac­cia dei lavo­ra­tori, guardan­do mag­a­ri alla sca­den­za elet­torale del 2018, come già fu in occa­sione delle elezioni europee del 2014 e di quelle region­ali del 2015.
Qui sta il nodo politi­co del con­flit­to in atto tra ammin­is­trazione comu­nale e Camp­ing CIG per il pre­sidio al Riv­el­li­no. Il rig­ore buro­crati­co a propos­i­to del pre­sidio incate­na­to ha lo stes­so sig­ni­fi­ca­to del diniego che ci è sta­to oppos­to a leg­gere un breve comu­ni­ca­to in occa­sione del­la ser­a­ta musi­cale con Gino Paoli. Ha lo stes­so sig­ni­fi­ca­to del­l’at­tac­co al sin­da­co di Suvere­to, spes­so pre­sente e sol­i­dale con le nos­tre inizia­tive. Ha lo stes­so sig­ni­fi­ca­to del­la penal­iz­zante con­dizione pos­ta dal Comune, per cui il pre­sidio degli incate­nati al Riv­el­li­no potrebbe pros­eguire soltan­to… a giorni alterni, con gli evi­den­ti prob­le­mi logis­ti­ci che ne con­seguireb­bero. Si sap­pia però che in un modo o nel­l’al­tro, lì o altrove, in ogni caso il Camp­ing CIG con­tin­uerà a mobil­i­tar­si, Le acque non devono restare stag­nan­ti, men­tre i lavo­ra­tori, e con loro la cit­tà, affon­dano.
Nelle con­dizioni eccezion­ali e dram­matiche del­la attuale situ­azione non c’è più spazio per posizioni equiv­oche: o si sta con i lavo­ra­tori, con le loro mobil­i­tazioni, o si sta con chi vuole estinguer­li con la tat­ti­ca del­la “rana bol­li­ta a fuo­co lento” e con chi vuole can­cel­lare il futuro di Piom­bi­no e del­la Val di Cor­nia.

Coor­di­na­men­to Art. 1‑Camping CIG

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