Certezze smentite da risposte inesistenti

· Inserito in Spazio aperto
Riccardo Gelichi

PIOMBINO 20 agos­to 2015 — L’impressione, ma è qua­si una certez­za, è che la por­ta­ta del­la crisi di questo ter­ri­to­rio non sia anco­ra per­cepi­ta. Incolpevoli respon­s­abili sono le pen­sioni, e una ric­chez­za accu­mu­la­ta nel tem­po che con­sente di armo­niz­zare il mor­so del­la crisi. Un van­tag­gio appar­ente è il fat­to che anco­ra una vol­ta si è affac­cia­to un investi­tore, Cevi­tal, che sostanzial­mente ha pre­so tut­to in cari­co: rilan­cio del­la siderur­gia, boni­fiche, agroal­i­menta­re, logis­ti­ca por­tuale. La polit­i­ca, fat­to il pri­mo pas­sag­gio con la stesura di più accor­di di pro­gram­ma, l’insediamento di un tavo­lo inter­min­is­te­ri­ale e l’avvio del piano di ricon­ver­sione. Suc­ces­si­va­mente a ques­ta fase sem­bra che tut­to ral­len­ti, sti­amo inizian­do a scon­trar­ci con buro­crazia, le tem­p­is­tiche appaiono piut­tosto lunghe e spe­ri­amo in bene. Che cosa man­ca allo­ra? Un piano B, o meglio un per­cor­so par­al­le­lo di svilup­po e di diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca che pos­sa viag­gia­re su tem­p­is­tiche e prog­et­tual­ità più snelle. La rispos­ta che dove­va dar­ci il nuo­vo rego­la­men­to urban­is­ti­co non è arriva­ta, per­ché già vec­chio nel­la sua recen­tis­si­ma approvazione. Ora ser­vono le vari­anti, un rapi­do per­cor­so di riv­is­i­tazione delle poten­zial­ità tur­is­tiche ricettive, nau­tiche ed impren­di­to­ri­ali di questo ter­ri­to­rio, ter­reni ines­plo­rati pro­prio a causa delle certezze Cevi­tal. Abbi­amo caren­za di ter­ri­to­rio dove pos­sa svilup­par­si la pic­co­la e media impre­sa, abbi­amo un piano per la nau­ti­ca total­mente inef­fi­cace, abbi­amo un tur­is­mo con­cen­tra­to solo nelle aree lim­itrofe al ter­ri­to­rio urbano, quin­di molto blan­do e non riscon­tra­bile nel tes­su­to eco­nom­i­co com­mer­ciale del­la cin­ta urbana. Se si aggiunge una percezione dis­tor­ta del­la realtà dove il popo­lo si con­cen­tra preva­len­te­mente sul come ci si diverte a Piom­bi­no e per questo val­u­ta l’operato di un’amministrazione, diven­ta dif­fi­cile assumere piglio deci­si­vo per risol­vere non solo i prob­le­mi, ma per super­are ques­ta sud­di­tan­za da con­sen­so di una soci­età ormai trop­po abit­u­a­ta all’attesa di un cura­tore che tut­to risolve, una cit­tà apri­or­is­ti­ca­mente ostile al cam­bi­a­men­to, che invece potrebbe riv­e­lar­si anche piacev­ole.

Una risposta a “Certezze smentite da risposte inesistenti”

  1. Una anal­isi ed una espo­sizione parziale del­la crisi che coin­volge Piom­bi­no, per­ciò non cor­rispon­dente. Cevi­tal anco­ra non è una certez­za, un esem­pio è il forno elet­tri­co. Se il gov­er­no nazionale non dà risposte sul cos­to ener­geti­co, nero su bian­co e non a parole, dif­fi­cil­mente lo vedremo real­iz­za­to. Le tem­p­is­tiche per lo svilup­po del­la media e pic­co­la impre­sa sono le stesse, autor­iz­zazioni, cer­ti­fi­cazioni, urban­iz­zazioni, con­for­mità, finanzi­a­men­ti, non per­chè pic­co­lo è più veloce. Con­cor­do solo su due cose: par­al­le­la­mente alla grande indus­tria puntare anche su ques­ta econo­mia che sicu­ra­mente non potrà dare lavoro ai cir­ca 4.000 dis­oc­cu­pati, questo è un dis­cor­so più che vec­chio ma sem­pre attuale. L’al­tra è sul piom­bi­nese abit­u­a­to da sem­pre che qual­cuno gli tol­ga le castagne dal fuo­co e la grande indus­tria, come si chi­a­mi non ha impor­tan­za, sia la mam­mel­la da cui attin­gere ali­men­to. Le PPSS sono morte da un pez­zo, ma per alcu­ni sono sem­pre lì, al di là di quel­la recinzione.

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