L’accanimento del PD contro il piano paesaggistico

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PIOMBINO 10 mar­zo 2015 — L’opera di demolizione del Piano Pae­sag­gis­ti­co da parte del­la ses­ta com­mis­sione con­sil­iare del­la Regione Toscana con­tin­ua alacre­mente e con un raro impeg­no lavo­ra­ti­vo del PD, in pieno accor­do con le forze più con­ser­va­tri­ci del­la Toscana con le quali ha scel­to di allear­si allon­tanan­dosi da una pos­si­bile mag­gio­ran­za all’in­ter­no del­la com­mis­sione più aper­ta a pro­ces­si di riforme di fat­to e non solo di parole.
Urban­isti, arche­olo­gi, pae­sag­gisti, geolo­gi, nat­u­ral­isti, esper­ti del set­tore tur­is­ti­co avan­za­to ecc. noti a liv­el­lo nazionale e non solo, ave­vano vis­to nel Piano Pae­sag­gis­ti­co toscano un esem­pio inno­v­a­ti­vo in mate­ria di tutela e pro­mozione del pae­sag­gio inte­so come insieme di ele­men­ti iden­ti­tari di un ter­ri­to­rio.
Un grup­pet­to di politi­ci, sal­vo raris­si­mi casi del tut­to igno­ran­ti del­la mate­ria trat­ta­ta, ha sil­u­ra­to defin­i­ti­va­mente il lavoro di anni che cer­ca­va di met­tere in sicurez­za il ter­ri­to­rio dal­la polit­i­ca di demolizione e di sac­cheg­gio del prece­dente Asses­so­ra­to all’Ur­ban­is­ti­ca.
Stan­do a quan­to ripor­ta la stam­pa, il Pres­i­dente del­la Com­mis­sione Ven­turi, che sec­on­do la sua biografia si ispi­ra a Berlinguer, alle socialdemocra­zie europee e al pen­siero Kennedi­ano (sic!), ha pre­sen­ta­to emen­da­men­ti che prati­ca­mente ridan­no il potere deci­sion­ale ai Comu­ni che in questi anni molto spes­so si sono dimostrati pron­ti a per­me­t­tere ogni porcheria urban­is­ti­ca venisse richi­es­ta dai soli­ti sosten­i­tori di politiche spec­u­la­tive a cor­to o cor­tis­si­mo rag­gio. Sem­pre stan­do alla stam­pa, non si stac­ca dal coro il vice­ca­pogrup­po PD che non ammette che la Val di Chi­ana non si fac­cia cari­co di un pò di dis­cariche. E, sem­pre stan­do alla stam­pa, il piom­bi­nese Tor­toli­ni del PD ha pre­sen­ta­to emen­da­men­ti al Piano che per­me­t­tereb­bero ulte­ri­ori attac­chi alle coste e dune sul litorale marem­mano con la real­iz­zazione di vil­lag­gi tur­is­ti­ci e nuove strade all’iso­la d’El­ba, alla fac­cia del­la tutela del “brand toscano” volu­to dai sin­daci del ter­ri­to­rio.
Ci sem­bra evi­dente in ques­ta oper­azione del­l’ul­ti­mo min­u­to, la volon­tà di ven­di­car­si del­la riduzione delle autonomie di Comu­ni spes­so pochissi­mo vir­tu­osi e pron­ti a inter­pre­tazioni funam­bo­lesche delle norme per accon­tentare qualche spec­u­la­tore che arri­va sven­tolan­do il sog­no di nuovi posti di lavoro. Accan­to a ques­ta resa dei con­ti si svela final­mente anche il peso politi­co che in Toscana han­no i pro­pri­etari di cave delle Apuane, gli immo­bil­iaristi del tur­is­mo di liv­el­lo solo spec­u­la­ti­vo, i vig­naioli che vor­reb­bero trasfor­mare la Toscana in una pic­co­la Cal­i­for­nia.
E’ inter­es­sante vedere come il PD in quest’ultimo exploit ten­ti di strin­gere in un ango­lo il Gov­er­na­tore Rossi costrin­gen­do­lo a scegliere tra l’obbe­dien­za al PD con rel­a­ti­va can­di­datu­ra alle prossime elezioni, e il deside­rio (spe­ri­amo) di difend­ere la scelta cul­tur­ale e polit­i­ca di aver dato l’incarico di Asses­sore all’Ur­ban­is­ti­ca alla pro­fes­sores­sa Anna Mar­son dopo anni di neb­bia polit­i­ca e cul­tur­ale nel set­tore ges­tione e gov­er­no del ter­ri­to­rio.
Gli emen­da­men­ti sono pas­sati sen­za «l’accordo dell’assessore all’urbanistica Anna Mar­son», ammette Ven­turi.
A questo pun­to se Rossi con­tin­uerà a cer­care assur­di com­pro­mes­si accoglien­do in tut­to o in parte gli emen­da­men­ti, sarà bene che per decen­za dimis­sioni l’Asses­sore e si pren­da la respon­s­abil­ità, solo lui, di portare in con­siglio una legge che da neona­to sano rischia ormai di trasfor­mar­si in un abor­to da mam­mana.
Purtrop­po lo scan­da­lo politi­co rap­p­re­sen­ta­to dal caso Piano Pae­sag­gis­ti­co, per­me­tte anche di pas­sare sot­to silen­zio il fat­to che è pronta per la com­mis­sione di com­pe­ten­za una legge di mod­i­fi­ca del­la legge 78/98 sulle cave che, se approva­ta così come è, bat­terà l’ul­ti­mo chio­do sul fer­etro del pae­sag­gio toscano.
Infat­ti se ques­ta pro­pos­ta è piena di buone inten­zioni, di fat­to non si pre­oc­cu­pa min­i­ma­mente di garan­tire stru­men­ti che priv­i­legi­no l’u­so di mate­ri­ale rici­cla­to al pos­to di iner­ti sca­v­ati dalle mon­tagne, che ne rid­u­cano la demolizione e che riequi­lib­ri­no i dan­ni por­tati dalle cave su altre set­tori del lavoro, che per­me­t­tano di rinat­u­ral­iz­zare le migli­a­ia di cave abban­do­nate in Toscana, che in sin­te­si porti­no la polit­i­ca toscana sul tema nelle lineee molto più vir­tu­ose del­la polit­i­ca di tan­ti pae­si europei.

Comi­ta­to per Campiglia Arch. Alber­to Pri­mi

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