Per le bonifiche non servono 20 miiardi come a Mps

Francesco Ferrari

PIOMBINO 1 mar­zo 2017 — Si sa, l’uo­mo è dota­to di tante virtù tra le quali almeno un tem­po spic­ca­va il sen­so di soprav­viven­za; nei politi­ci tale dote è anco­ra pre­sente ed anzi esasper­a­ta: tal­vol­ta sono inter­es­sati uni­ca­mente a sal­var quel­la fac­cia che qual­cuno potrebbe mal­iziosa­mente chia­mare poltrona.
Bas­ta leg­gere i quo­tid­i­ani locali per capire che Piom­bi­no non fa eccezione.
Lo spir­i­to di soprav­viven­za di molti fa delib­er­ata­mente focal­iz­zare l’at­ten­zione su di un uni­co sogget­to: Rebrab. L’in­ten­to è quel­lo di far credere che sia lui l’u­ni­co respon­s­abile del­la crisi pro­fon­da di Piom­bi­no; gli impren­di­tori sono impreved­i­bili e, soprat­tut­to, spes­so pen­sano ai pro­pri inter­es­si ed a niente più.
Indub­bi­a­mente l’in­vesti­tore che dove­va far risoll­e­vare le sor­ti del­la nos­tra cit­tà ha pec­ca­to, facen­do solo promesse ed illu­den­do alcu­ni gra­zie a qualche mis­ero foglio chiam­a­to piano indus­tri­ale.
D’al­tronde il mirag­gio di un’oasi nel deser­to appare a chi ha sete.
La respon­s­abil­ità più grave, però, c’è l’ha la polit­i­ca e tut­ti col­oro che, in questi anni, si sono arro­gati mer­i­ti, come se il prob­le­ma fos­se sta­to risolto.
Han­no illu­so una cit­tà, pur sapen­do che il prog­et­to di Rebrab ave­va falle incolma­bili che avreb­bero dovu­to portare chi gov­er­na questi ter­ri­tori a pre­tendere sin da subito mag­giori garanzie.
Face­va invece como­do evi­den­ziare il “suc­ces­so” ed abbuiare quei prob­le­mi che, un giorno o l’al­tro, sareb­bero comunque affio­rati.
Sta in questo lo spir­i­to di soprav­viven­za dei politi­ci.
Rac­con­tare la ver­ità e cer­care allo­ra di val­utare ipote­si più cred­i­bili, anche se meno sen­sazion­ali, avrebbe por­ta­to il PD piom­bi­nese a riscuotere meno suc­ces­si alle elezioni comu­nali pri­ma e region­ali poi.
Arrivati a questo pun­to, il Gov­er­no deve elab­o­rare un piano B, nel­la malau­gu­ra­ta ipote­si, ora­mai tut­t’al­tro che remo­ta, che Rebrab si tiri indi­etro.
A dire il vero, lo avrebbe dovu­to già elab­o­rare da tem­po, sin da quan­do, anche dai banchi del­l’op­po­sizione in con­siglio comu­nale, il nos­tro grup­po con­sil­iare evi­den­zi­a­va le enor­mi incertezze del prog­et­to e con­tes­ta­va al PD ed al Pres­i­dente Enri­co Rossi di fare del mod­el­lo Piom­bi­no un suc­ces­so politi­co quan­do anco­ra niente era defini­to.
Ad oggi, l’u­ni­co prog­et­to alter­na­ti­vo non può che arrivare dal­lo Sta­to; se il Gov­er­no ha trova­to in un giorno 20 mil­iar­di di euro per sal­vare le banche, Mps in tes­ta, non è velleitario pre­tendere che tro­vi una cifra (assai infe­ri­ore) per attuare una seria e vera opera di risana­men­to e bonifi­ca di tut­ti i ter­ri­tori ambi­en­tal­mente assas­si­nati dal­la fab­bri­ca.
Solo così potrebbe essere sal­va­ta una cit­tà intera.
Un pro­gram­ma sem­plice che trae spun­to dal prin­ci­pio sec­on­do cui le opere di bonifi­ca dovreb­bero essere effet­tuate dal per­son­ale ex Luc­chi­ni e dalle ditte del­l’in­dot­to.
Questo garan­ti­rebbe ossigeno per molti anni, durante i quali dovreb­bero essere incen­ti­vati inves­ti­men­ti di pic­cole e medie imp­rese nei gran­di spazi las­ciati dal­l’in­dus­tria.
Una vol­ta per tutte ci dob­bi­amo ren­dere con­to che la pro­duzione del­l’ac­ciaio non è più cosa con­ve­niente e sag­gia per Piom­bi­no ed invece che guardare con nos­tal­gia al pas­sato dob­bi­amo vol­gere lo sguar­do alle pos­si­bil­ità che il futuro ris­er­va.
Nel frat­tem­po, gli ammin­is­tra­tori di questo ter­ri­to­rio dovran­no incen­ti­vare ed aiutare, sen­za trascu­rare nep­pure un solo pos­to di lavoro, ricor­dan­dosi sem­pre che gli ammor­tiz­za­tori sociali non esistono per sem­pre e, soprat­tut­to, non esistono per tut­ti.
In questo con­testo, lo sguar­do deve essere volto al tur­is­mo ed allo sfrut­ta­men­to intel­li­gente del ter­ri­to­rio, ad aiutare chi già ha investi­to in quel set­tore e chi vor­rà far­lo in futuro.
Anche i com­mer­cianti dovran­no essere aiu­tati con sgravi sen­si­bili delle imposte comu­nali, al fine di evitare che altre attiv­ità abbassi­no le ser­rande.
Il futuro di Piom­bi­no si giocherà in quel­la par­ti­ta chia­ma­ta diver­si­fi­cazione che dove­va essere gio­ca­ta già decine di anni fa, quan­do la crisi del­l’ac­ciaio com­in­ci­a­va a con­cretiz­zarsi sem­pre più evi­dente.

*Francesco Fer­rari è por­tav­oce Fratel­li d’I­talia — AN Val di Cor­nia

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