Con le lavoratrici dell’indotto si fa melina

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 15 dicem­bre 2017 — Noi c’eravamo a Roma, giovedì, a man­i­festare la nos­tra sol­i­da­ri­età ed il nos­tro impeg­no di lot­ta con le lavo­ra­tri­ci del­la men­sa e delle pulizie di Afer­pi, ultime, in ordine di tem­po, ad essere licen­zi­ate. Noi c’eravamo ed abbi­amo assis­ti­to ad uno spet­ta­co­lo che ha il sapore del peg­gio:

  • appel­lan­dosi ad un cav­il­lo tec­ni­co il gov­er­no ha nega­to ciò che ave­va for­mal­mente promes­so in un accor­do e cioè l’uguaglianza di trat­ta­men­to per queste lavo­ra­tri­ci con i lavo­ra­tori di Afer­pi (con­trat­to di sol­i­da­ri­età per 24 mesi);
  • il min­is­tero gio­ca allo scar­i­ca bar­ile, “con­siglian­do” le lavo­ra­tri­ci di richiedere soluzioni alla Regione;
  • da un pun­to di vista dei com­por­ta­men­ti, gravis­si­mo è il com­por­ta­men­to del min­istro, che si è rifi­u­ta­to di far parte­ci­pare le orga­niz­zazione sin­da­cali rap­p­re­sen­tan­ti delle lavo­ra­tri­ci all’incontro.

Atten­di­amo di conoscere le deci­sioni dei sin­da­cati Fil­cams e Ugl su come con­tin­uare la verten­za; da tut­ti i sin­ceri demo­c­ra­ti­ci che anco­ra aderiscono ai sin­da­cati ci aspet­ti­amo la denun­cia di questi atteggia­men­ti anti­sin­da­cali di un gov­er­no a parole di cen­tro sin­is­tra e nei fat­ti asso­lu­ta­mente con­trario ai lavo­ra­tori. Basterebbe un min­i­mo di volon­tà polit­i­ca per rimuo­vere i cav­il­li tec­ni­ci ed ono­rare gli accor­di pre­si con i lavo­ra­tori. Per questo la rispos­ta deve essere una com­pat­ta e forte mobil­i­tazione capace di obbli­gare il gov­er­no al rispet­to dei pat­ti!
Al sin­da­co Giu­liani ricor­diamo che la parte polit­i­ca, che dis­at­tende gli accor­di, che con­dan­na un grup­po di lavo­ra­tri­ci alla dis­per­azione, è la sua stes­sa parte polit­i­ca. Se davvero avesse volu­to rap­p­re­sentare gli inter­es­si di quelle donne, la cat­e­go­ria più debole del mon­do dell’occupazione, avrebbe dovu­to met­tere in gio­co la sua fas­cia tri­col­ore, arrivan­do sino alle dimis­sioni per protes­ta.
Ma tant’è: non è sper­abile che qual­cuno del­la nos­tra classe polit­i­ca abban­doni il teatri­no per una ques­tione di dig­nità e coeren­za.

COORDINAMENTO ART.1‑CAMPING CIG

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