una classe dirigente che da anni preferisce parlare del nulla

Emendamento inesistente, inutile e pur declamato

· Inserito in Editoriale, Lavoro e lavori
Redazione

PIOMBINO 17 giug­no 2017 – No, non è tan­to il fat­to che quel­l’e­men­da­men­to non sia sta­to pre­sen­ta­to quan­to il modo in cui è sta­to annun­ci­a­to, uni­ta­mente alla descrizione dei suoi effet­ti, che colpisce ed induce a rif­les­sioni politiche.
In realtà sarebbe sta­to un emen­da­men­to inutile per Taran­to ed a mag­gior ragione per Piom­bi­no. Frut­to di una classe diri­gente che di fronte ai prob­le­mi non sa dove met­tere le mani e si rifu­gia nelle ipote­si più assurde ed inef­fi­caci pur di far vedere che c’è? Frut­to del­l’inizia­ti­va di qualche ani­ma bel­la? No, con­sue­tu­dine ormai acclara­ta da tem­po e dunque un prob­le­ma politi­co enorme.
L’e­men­da­men­to avrebbe pre­vis­to che l’amministrazione stra­or­di­nar­ia (ex legge Marzano, ndr) avrebbe potu­to ripren­der­si l’azienda cedu­ta se l’imprenditore a cui è sta­ta affi­da­ta fos­se sta­to inadem­pi­ente rispet­to agli inves­ti­men­ti indus­tri­ali e occu­pazion­ali con­cor­dati e per i quali si era impeg­na­to.
«È un inter­ven­to che sti­amo facen­do guardan­do anche al piano di rilan­cio di Piom­bi­no – ha spie­ga­to la vicem­i­nistro Tere­sa Bel­lano­va – Queste oper­azioni devono servire alla ripresa pro­dut­ti­va, al rilan­cio delle imp­rese e alla tutela dei posti di lavoro».
Fran­ca­mente c’è da stupir­si.
Pri­mo per­ché nel caso di inadem­pien­ze in qualunque con­trat­to di ven­di­ta scat­tano le penali e se del caso la risoluzione del con­trat­to. Lo dice il codice civile e non c’è bisog­no di nes­suna dis­po­sizione di legge che del resto non può che pas­sare da quel­la pro­ce­du­ra.
E poi Piom­bi­no.
Ammes­so che quel­l’e­men­da­men­to avesse un sen­so si sarebbe volu­to appli­care a Piom­bi­no. Non ci vuole molto a capire che si trat­terebbe di un’applicazione retroat­ti­va per andare a dis­ci­pli­nare un con­trat­to sot­to­scrit­to nel 2015 e sarebbe in con­trasto con il prin­ci­pio del­la non retroat­tiv­ità del­la legge che vuole che un con­trat­to sia rego­la­to dal­la nor­ma­ti­va vigente al momen­to del­la sua stip­u­la.
E dunque? Di cosa si par­la?
La realtà è che dal 2004 non si fa altro che par­lare del nul­la.
Una vol­ta ci sono i finanzi­a­men­ti per la 398 e par­ti­ran­no i lavori imme­di­ata­mente e in realtà non ci sono.
Un’al­tra anco­ra nel giro di pochi giorni par­ti­ran­no le boni­fiche del­l’area indus­tri­ale e gli stes­si che le deb­bono real­iz­zare (solo in parte) dicono e scrivono in doc­u­men­ti uffi­ciali che ci vogliono anni.
Un’ altra anco­ra si dà per deciso l’ar­ri­vo di centi­na­ia di mil­ioni di euro in con­nes­sione all’ar­ri­vo dei fanghi di Bag­no­li ma tut­to decade e per saper­lo bas­ta­va leg­gere ciò che si era fir­ma­to.
Per non par­lare del­l’ar­ri­vo del­la Con­cor­dia per essere sman­tel­la­ta in un por­to che non c’è o per l’ar­ri­vo delle navi mil­i­tari che sono lì ad aspettare.
Oggi i peana per il dis­faci­men­to delle prospet­tive indus­tri­ali di Afer­pi, delle boni­fiche del­la zona indus­tri­ale e del rilan­cio di Piom­bi­no sec­on­do un nuo­vo mod­el­lo di svilup­po quan­do in realtà  le con­clu­sioni era­no già tutte scritte in ciò che fu fir­ma­to e si volle invece con­tra­b­ban­dar­lo per la res­ur­rezione di Piom­bi­no e del­la Val di Cor­nia.
L’ elen­co potrebbe con­tin­uare a lun­go.
Sba­datag­gine? Imper­izia? Scarsa com­pe­ten­za?
Sì anche questo, ma al fon­do c’è qual­cosa di più serio, molto più serio. C’è una classe diri­gente che non ha il cor­ag­gio di fare i con­ti con la realtà ed inven­ta soluzioni a pre­scindere dal­la loro real­iz­z­abil­ità e veridic­ità.
Cioè ciò che una classe diri­gente non dovrebbe asso­lu­ta­mente fare.
E per­cor­ren­do ques­ta stra­da si arri­va a rac­con­tare di emen­da­men­ti che non ci sono e che anche se ci fos­sero non risolvereb­bero niente.
Ognuno tiri le con­clu­sioni che vuole, ma non dica che non sape­va.

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