Lo stabilimento balneare va ora demolito

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SAN VINCENZO 2 luglio 2017 — Le vol­gari e banali accuse che l’asses­sore Roven­ti­ni ha riv­olto ad Assem­blea San­vin­cen­z­i­na, che in un recente comu­ni­ca­to ha accusato di non essere in gra­do di ammin­is­trare neanche un con­do­minio, si sono anco­ra una vol­ta riv­e­late propizia­to­rie di gran­di suc­ces­si nel­la ges­tione urban­is­ti­ca del­l’am­min­is­trazione comu­nale di San Vin­cen­zo
La sen­ten­za del Con­siglio di Sta­to di ieri, che riget­ta i ricor­si del Comune e del­la pro­pri­età, è di nuo­vo schi­ac­ciante a favore dei ricor­ren­ti. Sono sta­ti quin­di defin­i­ti­va­mente annul­lati il per­me­s­so di costru­ire lo sta­bil­i­men­to bal­n­eare Bayahibe. La demolizione del­la strut­tura, a questo pun­to, è un atto dovu­to, pas­sato in giu­di­ca­to. I ricor­ren­ti si vedono riconosci­u­to anche un’in­den­niz­zo legale di com­p­lessivi 20mila euro.
Anco­ra una vol­ta si evi­den­ziano le falle di una piani­fi­cazione sbagli­a­ta, pochissi­mo rispet­ta­ta  che è costa­ta cifre fol­li alla cit­tad­i­nan­za.
Uno sta­bil­i­men­to bal­n­eare di 300 metri qua­drati  in cemen­to sul­la spi­ag­gia non è con­cepi­bile nel ter­zo mil­len­nio. Né da un pun­to di vista ambi­en­tale né, tan­tomeno, da un pun­to di vista eco­nom­i­co.
La man­can­za di visione e di respon­s­abil­ità polit­i­ca degli ulti­mi 30 anni di piani­fi­cazione ed edilizia risul­tano ormai evi­den­ti.
Ammin­is­trazioni, che han­no antepos­to la spec­u­lazione al lavoro, la ren­di­ta al red­di­to e che han­no dimostra­to l’in­ca­pac­ità di portare a ter­mine prog­et­ti di evi­dente inter­esse pub­bli­co, sono un cos­to che la comu­nità con­tin­uerà a pagare per molto tem­po, se non si deciderà a scrol­lar­si di dos­so ques­ta cas­ta che è costret­ta, per fedeltà di par­ti­to, a por­si sem­pre in con­ti­nu­ità con il pas­sato.
Pare evi­dente resistere in giudizio quan­do si viene attac­cati, ma per un’am­min­is­trazione far­si pro­motrice di ricor­si infini­ti è un cos­to eco­nom­i­co enorme, che nasconde la pre­sun­zione di essere nel gius­to anche di fronte alle più chiare dimostrazioni del con­trario, le quali dovreb­bero piut­tosto indurre a rivedere le pro­prie pro­ce­dure o il pro­prio organ­i­gram­ma inter­no.

Grup­po Con­sil­iare Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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