L’unica cosa certa è che la Tari aumenta

· Inserito in Spazio aperto

CAMPIGLIA 29 mar­zo 2017 — Di segui­to pub­blichi­amo le dichiarazioni sul cer­to aumen­to del­la tar­if­fa per il servizio rifiu­ti 2017 che sarà delib­er­a­to dal Con­siglio comu­nale di Campiglia entro pochi giorni. Aumen­ti che, se peser­an­no meno sui sin­goli cit­ta­di­ni, avran­no un peso con­sis­tente per le imp­rese.

Giun­ta comu­nale di Campiglia
In vista del­la riu­nione del  Con­siglio comu­nale del 31 mar­zo si sono svolti degli incon­tri pre­lim­i­nari per l’ap­provazione del­la Tari, la tar­if­fa per il servizio rifiu­ti. Sono state con­vo­cate la com­mis­sione comu­nale com­pe­tente, le cat­e­gorie e i sin­da­cati e in ques­ta sede il sin­da­co e l’assessore han­no illus­tra­to la tar­if­fa 2017.
“Quest’an­no scon­ti­amo anco­ra l’adegua­men­to delle tar­iffe a quelle del­l’am­bito regionale che vedran­no un aumen­to che, se per i cit­ta­di­ni sarà con­tenu­to, per alcune cat­e­gorie azien­dali sarà più impor­tante”, ha spie­ga­to la sin­da­ca di Campiglia Rossana Sof­frit­ti.
Le famiglie avran­no un impat­to dall’1,71 fino al 4,40 per cen­to. Arriverà all’8 per cen­to solo nei casi di per­sone che, ad esem­pio, vivono da sole in case di 100 metri qua­drati ed oltre.
Sulle aziende invece ci saran­no aumen­ti, in media, di cir­ca il 30 per cen­to. Va pre­cisato che le aziende pro­dut­tive non vedran­no aumen­ti per quan­to riguar­da le aree scop­erte, sulle quali nel 2016 è sta­to fat­to un lavoro di ric­og­nizione che ha molto dimi­nu­ito la tar­if­fa. Men­tre le altre cat­e­gorie subi­ran­no mag­gior­mente l’au­men­to.
“Nonos­tante la nos­tra zona riman­ga in media quel­la con le tar­iffe più basse appli­cate in Toscana – spie­ga anco­ra la sin­da­ca Sof­frit­ti — dob­bi­amo affrontare un pas­sag­gio del­i­ca­to  L’au­men­to in parte deri­va dal­l’adegua­men­to, dovu­to all’obbligatorio pas­sag­gio dal­la ges­tione Asiu a quel­la dell’ambito regionale, sud­di­vi­so in tre anni, che nel 2017 per Campiglia pesa molto, ma che sarà l’ul­ti­mo ril­e­vante. Ma ci sono anche altre cause che gra­vano sul­la tar­if­fa, come ad esem­pio i com­por­ta­men­ti scor­ret­ti”.
“C’è purtrop­po da ril­e­vare – sot­to­lin­ea la sin­da­ca — l’aumento notev­ole del cos­to derivante dagli abban­doni di mate­ri­ali fuori dai cas­sonet­ti. Nonos­tante esista e fun­zioni bene il servizio gra­tu­ito, a chia­ma­ta, di ritiro a domi­cilio degli ingom­bran­ti, molti preferiscono las­cia­re rifiu­ti e mate­ri­ali ingom­bran­ti per stra­da con il risul­ta­to che il cos­to si river­sa sul servizio gra­van­do su tut­ti i cit­ta­di­ni. Il cos­to del recu­pero dei rifiu­ti abban­do­nati in poco tem­po è trip­li­ca­to ed è asso­lu­ta­mente nec­es­saria un’inversione di ten­den­za”. Nell’incontro con le cat­e­gorie sin­da­co e asses­sore han­no pre­so l’impegno di ver­i­fi­care nei prossi­mi mesi l’efficacia del servizio, per miglio­rare l’accesso alle isole eco­logiche e per sostenere una cam­pagna infor­ma­ti­va con­tro gli abban­doni.

M5S Campiglia
Nuo­vo aumen­to in vista per la tas­sa sui rifiu­ti per cit­ta­di­ni ed imp­rese del Comune di Campigllia. Dopo l’aumento record appli­ca­to nel 2016, nel prossi­mo Con­siglio comu­nale di ven­erdì 31 mar­zo il ris­chio è quel­lo che ven­ga aval­la­ta da ques­ta ammin­is­trazione una ulte­ri­ore cresci­ta del­la Tari, sti­ma­ta indica­ti­va­mente con un aumen­to del’8,04% pro capite, con punte dal 20 al 40% per le uten­ze non domes­tiche, com­pen­sate in parte dalle detrazioni e tra l’1 e il 4% per le uten­ze domes­tiche. E nonos­tante tut­to ci rac­con­ter­an­no che c’è da essere feli­ci con­sid­er­a­to che l’aumento è comunque ampia­mente infe­ri­ore ad alcu­ni impor­tan­ti adegua­men­ti imposti. Quin­di dob­bi­amo atten­dere anco­ra per chi sper­a­va si potesse alleg­gerire la col­let­tiv­ità di una tas­sa che inizia ad essere mor­ti­f­i­cante. Anco­ra una vol­ta occorre ricor­dare che a fronte degli aumen­ti non ci sarà un miglio­ra­men­to del servizio di rac­col­ta rifiu­ti, né l’intenzione di miglio­rare i risul­tati del servizio di spaz­za­men­to strade, né tan­tomeno andare nel­la direzione di un incre­men­to dei bassis­si­mi, imbaraz­zan­ti val­ori di dif­feren­zi­azione dei rifiu­ti di cui il Comune di Campiglia è ora­mai con­cla­ma­ta, insieme a tut­ta la Regione Toscana, esem­pio non cer­to vir­tu­oso. Sul­la ges­tione dei rifiu­ti era nec­es­sario cam­biare strate­gia, come tan­ti Comu­ni stan­no facen­do, inizian­do a gestire ques­ta risor­sa come un paese entra­to nel ter­zo mil­len­nio. Esistono con­creti esem­pi anche con sin­daci del­lo stes­so par­ti­to di ques­ta ammin­is­trazione che dimostra­no che sarebbe pos­si­bile cam­biare stra­da, basterebbe copi­are e rim­boc­car­si le maniche.
Par­ti­amo da una pre­mes­sa: il modo più effi­cace ed eco­nom­i­co per ridurre i rifiu­ti da smaltire è con­vin­cere i cit­ta­di­ni a dif­feren­ziare. Dif­feren­ziare i rifiu­ti cos­ta al sin­go­lo cit­tadi­no tem­po e fat­i­ca e può anche essere sgrade­v­ole (pen­si­amo alla puz­za dei rifiu­ti organi­ci), men­tre i van­tag­gi eco­nomi­ci ed eco­logi­ci van­no all’in­tera comu­nità. Para­dos­salmente, è pro­prio questo il prob­le­ma. Se si rius­cisse in qualche modo a pre­mi­are, con i proven­ti derivan­ti dalle o sanzioni, l’at­tiv­ità del sin­go­lo di modo che sia incen­ti­va­to a ten­er con­to dei van­tag­gi che la rac­col­ta dif­feren­zi­a­ta por­ta alla intera soci­età, il prob­le­ma dei rifiu­ti ver­rebbe in parte risolto. In assen­za di con­trol­li esisterà sem­pre la ten­tazione di vivere la situ­azione dei rifiu­ti in modo paras­si­tario, ovvero facen­do rici­clare gli altri, come dimostra­no i 2.000 abban­doni annui, trip­li­cati rispet­to al 2015, con un notev­ole cos­to ambi­en­tale ed eco­nom­i­co per tut­ta la comu­nità.
È una neces­sità par­lare di econo­mia cir­co­lare, equiv­ale a met­tere in prat­i­ca sis­te­mi di recu­pero e di riu­ti­liz­zo di ciò che già si ha a dis­po­sizione, il prob­le­ma rifiu­ti è davvero un serio prob­le­ma e rius­cire ad avviare un per­cor­so di tran­sizione ver­so un mod­el­lo di econo­mia cir­co­lare sarebbe un input strate­gi­co di non poco con­to. La Com­mis­sione ha sta­bil­i­to di fis­sare l’o­bi­et­ti­vo comune UE di rici­clare il 65% dei rifiu­ti urbani entro il 2030, nonché di rici­clare il 75% dei rifiu­ti di imbal­lag­gio entro il 2030 e di fis­sare un vin­co­lo di col­lo­ca­men­to in dis­car­i­ca per ridurre tale prat­i­ca al mas­si­mo al 10% di tut­ti i rifiu­ti entro il 2030. L’economia cir­co­lare rap­p­re­sen­ta uno dei prin­ci­pale motori di spin­ta in ambito eco­nom­i­co e di approvvi­gion­a­men­to, nonché di busi­ness lega­to alla green econ­o­my, e non pos­si­amo più pen­sare di farne a meno.
Il M5S Campiglia Marit­ti­ma ha pre­sen­ta­to molti doc­u­men­ti nei Con­sigli comu­nali in riguar­do, ma a ques­ta ammin­is­trazione le buone pratiche in tema “rifiu­ti” non inter­es­sano, preferisce gravare anco­ra una vol­ta aumen­tan­do l’imposizione sui con­tribuen­ti sen­za che vi sia un miglio­ra­men­to del servizio dopo il pas­sag­gio da ASIU a Sei Toscana in Ato Sud.
Res­ti­amo comunque a dis­po­sizione dei cit­ta­di­ni speran­do che le nos­tre pro­poste con tema le pratiche di rici­clo e riu­so vengano prese in con­sid­er­azione dal­l’am­min­is­trazione stes­sa. Ma la nos­tra battaglia sarà anco­ra più dura  riguar­do al sis­tema tar­if­fario appli­ca­to dal­l’am­min­is­trazione alle pic­cole medie imp­rese. Rite­ni­amo inac­cetta­bile ritrovar­si ogni anno a dover com­bat­tere l’au­men­to del­la Tari, non è pos­si­bile che, in una situ­azione di deflazione come quel­la attuale, cali­no diverse voci di cos­to tranne i rifiu­ti, che arrivano a pesare anche il 10% nei bilan­ci azien­dali. Sen­za con­tare la grande dif­fi­coltà riscon­tra­ta nel con­ferire il mate­ri­ale prove­niente dalle pmi nelle isole eco­logiche, dovu­to alla legge Ronchi, la quale ha cre­ato un groviglio nor­ma­ti­vo di dif­fi­cile risoluzione, da risol­vere a liv­el­lo nazionale insieme agli altri Comu­ni che han­no lo stes­so prob­le­ma. Infine se con­sid­e­ri­amo poi che la Val di Cor­nia si col­lo­ca in un con­testo di area di grave crisi com­p­lessa, trasci­na­ta dal­la crisi del grande polo siderur­gi­co di Piom­bi­no, non pos­si­amo pro­prio accettare questi aumen­ti.
Cre­di­amo che i numeri rac­con­ti­no una sto­ria diver­sa: qualunque azien­da sarebbe capace di fare quadrare i con­ti con un cliente che accetta ogni anno aumen­ti del­la misura illus­tra­ta, quin­di chiedi­amo il bloc­co delle tar­iffe per le imp­rese, che non pos­sono sostenere ulte­ri­ori aumen­ti dopo quel­li a doppia cifra degli ulti­mi anni, inoltre ridurre la tar­if­fa in pro­porzione alla quan­tità di rifiu­ti avviati al recu­pero ed allo smal­ti­men­to dal pro­dut­tore stes­so. Tut­to questo nel­la sper­an­za di una rinasci­ta eco­nom­i­ca del­la nos­tra zona, già teatro per trop­po tem­po di manovre “lacrime e sangue” sul­la pelle dei cit­ta­di­ni.

 

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