Manifesto per una fotografia dei diritti umani

· Inserito in Bertelli, Da non perdere

PIOMBINO 15 luglio 2019 —  Pub­blichi­amo di segui­to il Man­i­festo per una fotografia dei dirit­ti umani redat­to da Pino Bertel­li, Maria di Pietro e Felisia Toscano. Ad oggi le firme a sosteg­no sono di Pao­la Gril­lo, Francesco Maz­za, Mau­r­izio Moret­ti, Tiziano Gril­lo, Luca De Luca, Ste­fano Fontana, Ciro Ric­cia­r­di.

Il dirit­to di avere dirit­ti, o il dirit­to di ogni indi­vid­uo ad appartenere all’umanità, dovrebbe essere garan­ti­to dall’umanità stes­sa”.

Han­nah Arendt

« Sto cer­can­do ciò che è vera­mente reale nel mio cuore: e quan­do l’avrò trova­to, potrò star­gli umil­mente accan­to e dire: “Ecco qui, questo è ciò che sen­to, ques­ta è la mia ones­ta inter­pre­tazione del mon­do; e non è influen­za­ta dal denaro, da ingan­ni o pres­sioni — tranne la pres­sione del­la mia ani­ma”… Caris­si­ma mam­ma, sono cal­mo come una lagu­na addor­men­ta­ta, anche se ques­ta, come me, potrebbe nascon­dere un vul­cano sul pun­to di eruttare. Chi ti ha det­to che c’è la pos­si­bil­ità che io ven­ga fat­to fuori, o che li fac­cia fuori. Dopo­tut­to sono i miei otto dol­lari (in presti­to) con­tro i loro otto mil­iar­di (una cifra immag­i­nar­ia)… Forse sti­amo cam­mi­nan­do tenen­do­ci per mano, io e la trage­dia, e con la dis­per­azione siamo in tre, anche se il mio stom­a­co freme come quel­lo di una dan­za­trice del ven­tre, la dan­za­trice è paga­ta, men­tre il mio si va cor­ro­den­do… In altre parole, non allar­mar­ti — sono in arri­vo dif­fi­coltà, ma non dev­as­tazione. E cias­cuno avrà il denaro che gli spet­ta.
La fotografia è un mez­zo di espres­sione potente. Usa­ta adeguata­mente è di grande util­ità per il miglio­ra­men­to e la com­pren­sione. Usa­ta male ha causato e causerà molti guai… Il fotografo ha la respon­s­abil­ità del suo lavoro e degli effet­ti che ne derivano… La fotografia per me non è sem­plice­mente un’occupazione. Por­tan­do la macchi­na fotografi­ca io por­to una fiac­co­la ».

W. Eugene Smith

(… quan­do W. E. Smith è scom­par­so ha las­ci­a­to in ered­ità 18 dol­lari e un pat­ri­mo­nio culturale/fotografico per l’intera uman­ità).


Man­i­festo
Per una fotografia dei dirit­ti umani
Resisten­za sociale, dis­obbe­dien­za civile e poet­i­ca dell’immagine

1

La Fotografia dei dirit­ti umani o del­la bellez­za prodi­ga (che dona sen­za misura), esprime estetiche/etiche di resisten­za sociale in affran­ca­men­to agli ulti­mi, gli sfrut­tati, gli oppres­si o pratiche di dis­obbe­dien­za civile in dife­sa del­la dis­truzione del piane­ta azzur­ro… è una fotografia in lib­ertà che — ovunque lo spet­ta­co­lo delle ide­olo­gie, delle fedi o dei mer­cati riduce l’uomo a sud­di­to — si oppone all’avvenire del ter­ri­bile, dila­ta il pen­siero del­la dis­si­den­za e lo riveste di dig­nità… lavo­ra per abolire l’attuale situ­azione d’ingiustizia, per costru­ire una soci­età del bel­lo, del gius­to e del bene comune. La lib­ertà è in cias­cuno e non può essere men­di­ca­ta né recisa. Tut­ti gli uomi­ni nascono liberi e uguali, forse… ma ovunque sono tenu­ti a cate­na. Si trat­ta di mostrare la ver­gogna d’ogni potere e ren­der­la anco­ra più ver­gog­nosa!

2

L’immaginale del­la Fotografia dei dirit­ti umani è sem­pre una fines­tra aper­ta sul mon­do e una fotografia, quan­do è grande, con­tiene il ritrat­to di un’epoca. È deplorev­ole per l’educazione del­la gioven­tù che la sto­ria del­la fotografia sia sem­pre sta­ta scrit­ta da gente che la fotografia del dolore non ha com­pre­so. Non ci sono guerre giuste né guerre uman­i­tarie o guerre di reli­gione che pos­sono gius­ti­fi­care le predazioni dei pae­si ric­chi con­tro i popoli impov­er­i­ti… la Fotografia dei dirit­ti umani com­pen­sa con la dig­nità ritrova­ta, tut­ta l’impudenza e la man­can­za di prin­cipi del­la vita dom­i­na­ta e denun­cia le con­dizioni di schi­av­itù nelle quali ver­sano gli ulti­mi del­la ter­ra. Quan­do non c’è nes­suna Utopia, non c’è nes­sun futuro! 

3

La Fotografia dei dirit­ti umani o dell’esistenza lib­er­a­ta opera uno spae­sa­men­to esteti­co ed eti­co dell’immagine fotografi­ca e resti­tu­isce la percezione del­la lib­ertà dove è sta­ta schi­ac­cia­ta… il dirit­to alla dig­nità è invi­o­la­bile, non è negozi­a­bile, non ha prez­zo e su di essa nes­suno può esercitare alcun potere (se non quel­lo di reprimer­la). Le azioni di dis­obbe­dien­za civile espresse nel­la sto­ria, sono rius­cite ad abbat­tere dif­fi­den­ze, bar­riere, dis­crim­i­nazioni e pro­durre mag­giori lib­ertà. Quan­do i gov­erni com­in­ciano a perdere il con­sen­so, vuol dire che le proteste sono state effi­caci!

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La Fotografia dei dirit­ti umani svali­gia uni­ver­si con­venu­ti ed ele­va il bel­lo tra il reale e l’eternità. Soltan­to i cat­tivi fotografi del “bel­lo” eserci­tano una cer­ta influen­za e l’entusiasmo allo sta­to mor­boso del banale che lo pre­sup­pone. Ogni immag­ine pre­sa alla sto­ria del­la vio­len­za cor­risponde a un tipo di felic­ità da con­quistare… i fotografi del­la lib­ertà che si schier­a­no a fian­co dei dirit­ti umani, sono tes­ti­moni o poeti che ci inseg­nano a riflet­tere, a non dimen­ti­care… ci nutrono con le loro immag­i­ni gra­zie alle quali pos­si­amo vedere di che mate­ria sono fat­ti i nos­tri sog­ni… la coscien­za e la conoscen­za di questi cor­sari del­la fotografia del vero e del bel­lo dis­er­tano tutte le dis­ci­pline dei lin­guag­gi fig­u­ra­tivi, spalan­cano le gab­bie del­la realtà con­dizion­a­ta affinché l’umanità non rin­un­ci all’innocenza del divenire. La bellez­za con­tiene anche la gius­tizia e non s’abbevera agli aro­mi avve­le­nati del con­sen­so o alle stig­mate del suc­ces­so. Non appe­na un mae­stro vuole avere dis­ce­poli, diven­ta sospet­to!

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La Fotografia dei dirit­ti umani fior­isce in affran­ca­men­to ai riv­ol­gi­men­ti e ai muta­men­ti sociali… com­bat­te le strut­ture del dominio, del sapere e del­la tec­ni­ca e invera il cat­ti­vo uso del­la polit­i­ca come museruo­la a una vita sen­za pas­sioni… resp­inge dap­per­tut­to l’infelicita… non por­ta né la pace né la spa­da ma la vital­ità di uno stile che fa pau­ra perfi­no agli angeli… è l’autobiografia o la con­fes­sione in ver­ità (non solo fotografi­ca) che tra­boc­ca nell’epifania o poet­i­ca del dis­ve­la­men­to come lin­guag­gio per­son­ale… la fine dell’ineguaglianza è la spin­ta che muove le gio­vani gen­er­azioni alla lot­ta per la lib­ertà e non avrà mai tregua sino a quan­do gli uomi­ni tut­ti non godran­no dei medes­i­mi dirit­ti… prin­ci­pio e fine di ogni filosofia/politica è la lib­ertà. Se vuoi essere uni­ver­sale fotografa la cuci­na del­la tua casa e i volti dei tuoi padri!

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La Fotografia dei dirit­ti umani o il risveg­lio delle coscien­ze (in fotografia e dap­per­tut­to) è un richi­amo alla vita aut­en­ti­ca e la sola occa­sione per met­tere fine al mis­cuglio inde­cente di ter­rori, banal­ità, costrizioni che i poteri flu­i­di architet­tano con­tro i popoli addo­mes­ti­cati. Gli indesider­abili del­la ter­ra sono alle porte dei palazzi e dicono che l’uomo non è sta­to capace soltan­to d’inventare i campi di ster­minio, la bom­ba atom­i­ca, la cat­a­strofe del piane­ta o il ter­ror­is­mo del­la Bor­sa, ma anche di creare le rose blu. La fotografia che si avvic­i­na alla ver­ità è supe­ri­ore sia alla ver­ità che alla fotografia!

7 

(o set­tan­ta­sette volte sette+1)

Il lin­guag­gio fotografi­co dei dirit­ti umani è una maniera di per­cepire il mon­do e por­tar­lo nel­la vita quo­tid­i­ana. Non c’è lib­ertà né gius­tizia a pieno tito­lo dove anche a un solo uomo è sot­trat­ta la lib­era creazione del­la pro­pria per­son­al­ità. Il riconosci­men­to del­la per­sona, del­la sua uman­ità, dig­nità sociale non può essere ingan­nev­ole, ma sovra­no… Il dirit­to di avere dirit­ti è un appel­lo alla ter­ra e a tut­ti gli uomi­ni, le donne che con­tin­u­ano a lottare per la con­quista di una dimen­sione dell’umano che si accor­da con i dirit­ti di bellez­za, gius­tizia e lib­ertà, apre il cam­mi­no del­la sper­an­za del vivere bene, del vivere insieme in una civiltà del rispet­to, di pace e di fra­ter­nità. Le riv­o­luzioni si fan­no con le riv­o­luzioni, ma con la fotografia pos­si­amo diventare donne e uomi­ni migliori per la con­quista di una soci­età più gius­ta e più umana!

 

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