Marina Riccucci guiderà “Un’altra Piombino”

PIOMBINO 5 aprile 2014 – La can­di­da­ta sin­da­ca è Mari­na Ric­cuc­ci, 47 anni, docente di let­ter­atu­ra ital­iana all’università di Pisa, una casa a Pop­u­lo­nia stazione. Fino ad oggi l’avevamo conosci­u­ta come ani­ma­trice del Comi­ta­to “Giù le mani da Barat­ti”. Oggi la ritro­vi­amo in un ruo­lo diver­so: la cor­sa per la con­quista del Comune nelle prossime ammin­is­tra­tive. Su di lei ha pun­ta­to “Un’altra Piom­bi­no” la lista civi­ca che, come ha scrit­to su Face­book uno dei can­di­dati: “si col­lo­ca a sin­is­tra ed è nata da una aggregazione di per­sone che han­no volu­to incon­trar­si e lavo­rare insieme per­ché cre­dono che Piom­bi­no pos­sa essere ALTRA, cioè diver­sa da quel­la che è oggi”. Un con­cet­to che La Ric­cuc­ci ha pun­tu­al­iz­za­to meglio: “Non siamo qui a dirvi che vogliamo lavoro, salute e ambi­ente. Ma li vogliamo in nome del­la sola polit­i­ca che si incar­di­na sui prin­cipi e sui val­ori che con­sid­e­ri­amo ed eleg­giamo come irri­n­un­cia­bili: quel­li del­la legal­ità, del­la moral­ità, del­la tutela del­la salute e dell’ambiente, nel rispet­to dell’individuo, di ogni diver­sità, di ogni idea”.
A Maila Papi del­la “Nazione”, la can­di­da­ta sin­da­ca ha par­la­to anche di fat­ti con­creti: “Non mi piace lo slo­gan che campeg­gia all’ingresso del­la cit­tà <Piom­bi­no non deve chi­ud­ere>. Come fa una cit­tà a chi­ud­ere. Una cit­tà non chi­ude deve trovare le risorse per guardar­si allo spec­chio in maniera diver­sa. La realtà indus­tri­ale va preser­va­ta, è una risor­sa, ma non è la cit­tà. Dob­bi­amo lib­er­are la mente dal dis­fat­tismo, purtrop­po invece anche nei pro­gram­mi delle altre liste c’è mol­ta pro­pa­gan­da e con­sue­tu­di­ni lin­guis­tiche obso­lete. Si può dire che la fab­bri­ca non deve chi­ud­ere ed ha un val­ore impor­tante, ma non total­i­tario”.

Del­la lista “Un’al­tra Piom­bi­no” fan­no parte questi can­di­dati alla car­i­ca di con­sigliere comu­nale:
Cinzia Bar­tal­i­ni, inseg­nante pre­caria;
Car­la Bezzi­ni, infer­miera pro­fes­sion­ale;
Umber­to Benic­chi, tec­ni­co lab­o­ra­to­rio ITI;
Francesco Garo­fa­lo, dipen­dente La Mag­o­na;
Ful­via De Grazia, stu­dentes­sa uni­ver­si­taria;
Aldo Gril­li, pen­sion­a­to:
Sara Menicagli dipen­dente MC Don­ald;
Enri­co Nan­ni­ni, tec­ni­co Asl;
Angela Quin­ci, imp­ie­ga­ta;
Ser­gio De Grazia, impren­di­tore;
Emi Vac­cai, pen­sion­a­ta;
Loren­zo Pas­sa­mon­ti, lavo­ra­tore pre­cario;
Maria Con­cetta Mon­del­lo, imp­ie­ga­ta:
Daniele Quin­ti, dipen­dente La Mag­o­na;
Clau­dio Valac­chi, dipen­dente La Mag­o­na;
Flavia Mar­i­ot­ti­ni, imp­ie­ga­ta.

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