Necessario un maggior rispetto verso i sindacati

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 20 agos­to 2016 — Attual­mente, ha affer­ma­to Adri­ano Sofri in un suo recente arti­co­lo sul quo­tid­i­ano Il Foglio, ci sono 1.400 operai che ricevono men­sil­mente la loro bus­ta paga. Col fal­li­men­to aus­pi­ca­to anche del­l’Afer­pi sem­plice­mente ci sareb­bero 1.400 operai che non la ricev­ereb­bero più.
Alcu­ni, non molti per la ver­ità e con final­ità dif­fer­en­ti tra di loro e ben altri inter­es­si in gio­co, sem­bra­no aus­pi­care un fal­li­men­to del prog­et­to. E qui entra­no in gio­co quelle che a liv­el­lo min­is­te­ri­ale ci han­no con­fer­ma­to essere delle vere e pro­prie bufale di fer­ragos­to su pos­si­bili nuovi asset­ti soci­etari di Afer­pi con l’en­tra­ta in sce­na di un fan­tomati­co fon­do sovra­no del Dubai. Notizia che è sta­ta subito smen­ti­ta dal grup­po Cevi­tal e anche dal Diret­tore del­la divi­sione unità di crisi del Mise Giampiero Cas­tano, da noi con­tat­ta­to tele­foni­ca­mente.
A questo pun­to ci chiedi­amo quale sia la final­ità di chi da tem­po ormai tira in bal­lo ques­ta sto­ria: l’o­bi­et­ti­vo è forse quel­lo di scred­itare il lavoro che, pur non nascon­den­done gli osta­coli, isti­tuzioni e azien­da, sin­da­cati e lavo­ra­tori si stan­no impeg­nan­do a portare avan­ti per l’at­tuazione del piano indus­tri­ale del grup­po Cevi­tal? É quan­tomeno curioso che si dichiari come cer­ta una oper­azione finanziaria di tale por­ta­ta, indi­can­do persi­no il giorno del­l’in­con­tro fis­sato al Mise (per l’e­sat­tez­za giovedì), pub­bli­can­do poi un aggior­na­men­to che sem­bra tra le righe una smen­ti­ta men­tre sia il min­is­tero che i ver­ti­ci di Afer­pi smen­tis­cono.
Rite­ni­amo incom­pren­si­bile la final­ità di chi si pre­oc­cu­pa solo di evi­den­ziare i ritar­di ed i prob­le­mi sul piano Afer­pi, sen­za però indi­carne le pos­si­bili soluzioni o ipo­tiz­zan­done altre asso­lu­ta­mente imper­cor­ri­bili.
Pur aven­do chiari i ritar­di ed i prob­le­mi sul­l’at­tuazione del piano sem­pre evi­den­ziati nelle sedi isti­tuzion­ali e alla stam­pa, ci siamo impeg­nati per cer­care soluzioni nec­es­sarie e pos­si­bili, anziché pen­sare che questo prog­et­to non avesse più ragione di esistere. Chi spera invece che Afer­pi fal­lis­ca, sap­pia che sta facen­do il gio­co del­la potente lob­by delle acciaierie del nord che da sem­pre ha osta­co­la­to il prog­et­to di rilan­cio del siderur­gi­co a Piom­bi­no, per il ris­chio di perdere quote di mer­ca­to. E a più riprese siamo inter­venu­ti per evi­den­ziare, nel nos­tro ruo­lo di ammin­is­tra­tori, reiterati ten­ta­tivi di sab­otare il rilan­cio del man­i­fat­turiero nel nos­tro ter­ri­to­rio”.
Un impeg­no che cer­chi­amo di portare avan­ti per evitare, per dirla con Sofri, che 1.400 operai non rice­vano più la loro bus­ta paga. E per attuare un dis­eg­no di rilan­cio com­p­lessi­vo e diver­si­fi­ca­to del­l’e­cono­mia del Com­pren­so­rio.
La rimod­u­lazione del piano indus­tri­ale, come evi­den­zia la doc­u­men­tazione che Afer­pi ha pre­sen­ta­to alla Regione nelle pro­ce­du­ra per la ver­i­fi­ca di assogget­ta­bil­ità alla VIA, provocherà tem­p­is­tiche ed inves­ti­men­ti dif­fer­en­ti rispet­to a quel­lo orig­i­nario, com­pre­so il tema delle sca­den­ze degli ammor­tiz­za­tori sociali e del­la modal­ità di rien­tro in azien­da a novem­bre dei lavo­ra­tori oggi in Luc­chi­ni in Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia. Assieme ai sin­da­cati abbi­amo pos­to con forza la ques­tione all’ul­ti­ma riu­nione al Mise, otte­nen­do dal­l’azien­da un’aper­tu­ra sul tema e la con­vo­cazione di una riu­nione ristret­ta ed oper­a­ti­va ad hoc con i diver­si sogget­ti coin­volti.
Anche per questo sarebbe più oppor­tuno tenere un atteggia­men­to di mag­gior rispet­to nei con­fron­ti dei sin­da­cati rispet­to a quel­lo a cui abbi­amo assis­ti­to dopo la riu­nione al Mise da parte di una mino­ran­za di lavo­ra­tori. Dividere i lavo­ra­tori e tentare di iso­lari i sin­da­cati rende i lavo­ra­tori più deboli, sia i diret­ti che quel­li del­l’in­dot­to. E bene ha fat­to Cas­tano ad indire anche una sec­on­da riu­nione sul­la rimod­u­lazione del piano indus­tri­ale il 26 set­tem­bre, per costrin­gere anche l’azien­da a par­lare un lin­guag­gio chiaro su cui poi impostare le nec­es­sarie azioni per affrontare i pos­si­bili prob­le­mi.
Infine, ci pare del tut­to legit­ti­mo pre­sentare osser­vazioni alla Regione sul­la ver­i­fi­ca di assogget­ta­bil­ità alla VIA, come alcune asso­ci­azioni han­no fat­to. Legit­ti­mo e deg­no di onore se l’o­bi­et­ti­vo è avere una rispos­ta chiara in mer­i­to con l’ot­ti­ca di tute­lare e difend­ere la salute dei cit­ta­di­ni. Ma una vol­ta ottenu­ta una rispos­ta dob­bi­amo stare tut­ti dal­la stes­sa parte, qualunque sia l’e­si­to. Per­ché altri­men­ti ci sorge il dub­bio, anch’es­so legit­ti­mo, che tali osser­vazioni siano stu­di­ate al solo scopo di ottenere ulte­ri­ori ritar­di nel­la real­iz­zazione del piano per denun­cia­r­li e sper­are in un suo fal­li­men­to. Gov­ernare sig­nifi­ca cer­care soluzioni pos­si­bili ai prob­le­mi reali. Chiedere utopis­ti­ci piani B di cui non si san­no nep­pure delin­eare i con­torni sig­nifi­ca invece solo pren­dere in giro lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni, ali­men­tan­do bufale fer­ragostane che non si mer­i­tano.

Mas­si­mo Giu­liani Sin­da­co di Piom­bi­no
Ste­fano Fer­ri­ni Vice Sin­da­co ed Asses­sore allo Svilup­po Eco­nom­i­co di Piom­bi­no

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