Negano un piano B ma in alternativa niente

· Inserito in Spazio aperto
Riccardo Gelichi

PIOMBINO 27 feb­braio 2016 — “Non scam­bi­amo vec­chi prog­et­ti per nuovi piani B. Cose da fare a ‪#‎Piom­bi­no‬ ne abbi­amo tante, sen­za far perdere di iden­tità i nos­tri ter­ri­tori “. Ques­ta citazione appar­tiene al nos­tro Sin­da­co Mas­si­mo Giu­liani. Non si capisce bene a quali piani B si riferisca, ma rite­ni­amo che la dichiarazione con­tenga una seria posizione di sosteg­no rispet­to ai vec­chi prog­et­ti.
Come Lista Civi­ca, quel­lo che abbi­amo sem­pre temu­to era una rigi­do man­ten­i­men­to dei pro­gram­mi ammin­is­tra­tivi e politi­ci sul sol­co trac­cia­to del­la prece­dente ammin­is­trazione Ansel­mi. Lo stes­so Rego­la­men­to Urban­is­ti­co dell’Anselmi, che dove­va essere la base delle opere e del­lo svilup­po ter­ri­to­ri­ale futuro, trae­va le pro­prie fon­da­men­ta da prog­et­ti prece­den­ti alla crisi indus­tri­ale, per cui ad oggi non decol­la nul­la.
Le famose vari­anti urban­is­tiche di cui si è tan­to par­la­to, che oggi potreb­bero svin­co­lare Piom­bi­no, almeno in parte, dal­la mono­cul­tura indus­tri­ale, anco­ra non si vedono.
Se la nos­tra iden­tità ter­ri­to­ri­ale la inten­di­amo come quel­la di aver inquina­to un mil­ione di metri qua­drati di ter­ri­to­rio e aver prodot­to tre dis­cariche, rite­ni­amo che con la rot­ta­mazione navale, ulte­ri­ori dis­cariche e la pro­duzione di biodis­el, stia sereno Giu­liani, sicu­ra­mente ques­ta iden­tità non muterà di cer­to.
Noi un piano B rispet­to all’investitore uni­co l’abbiamo pro­pos­to, un piano arti­co­la­to che vede poten­zi­a­men­to di nau­ti­ca e tur­is­mo, la riv­is­i­tazione del piano del­la cos­ta urbana per ren­dere fruibili gli are­nili e la pos­si­bil­ità di aprire agli inves­ti­men­ti pri­vati, la sin­er­gia fra i due poli nau­ti­ci Barat­ti e Mari­na, una rin­no­va­ta fun­zione e autono­mia del­la Soci­età parchi nel con­trol­lo del ter­ri­to­rio, una riv­is­i­tazione degli accor­di di pro­gram­ma con­te­nente la 398, mod­u­lan­do meglio le risorse disponi­bili. Abbi­amo pro­pos­to una rispos­ta al degra­do delle Fab­bric­ciane con il rilan­cio del com­par­to edile e un poten­zi­a­men­to dell’uso tur­is­ti­co del promon­to­rio. Tut­to questo può tran­quil­la­mente andare a brac­cet­to con il tar­di­vo piano A, basterebbe solo vol­er­lo, men­tre l’impressione è che tut­to quel­lo che cer­ca di pren­dere for­ma oggi a Piom­bi­no non fac­cia parte di un dis­eg­no pre­or­di­na­to, ma solo d’azioni estem­po­ra­nee dis­ar­ti­co­late, una specie di nav­igazione a vista che a nos­tro giudizio, pec­ca di un pre­sun­tu­oso, per­son­al­is­ti­co con­ser­va­toris­mo.

(Foto di Pino Bertel­li)

Commenta il post