Nubi oscure all’ orizzonte nonostante l’addendum

· Inserito in È accaduto, Lavoro e lavori

PIOMBINO 3 agos­to 2017 — La fab­bri­ca è com­ple­ta­mente fer­ma fino a dopo fer­ragos­to e forse oltre. Nes­suno sa (neanche, pare, i diri­gen­ti locali di Afer­pi) quan­do e se arriver­an­no le navi col mate­ri­ale da lam­inare. L’ Alge­ria rib­adisce il bloc­co dei cap­i­tali di Rebrab. Ci sono tut­ti gli ingre­di­en­ti per­ché il pri­mo “palet­to” dell’ adden­dum (la ripresa pro­dut­ti­va del treno rotaie entro agos­to ) ven­ga vio­la­to, con con­seguente rescis­sione del con­trat­to di com­praven­di­ta dell’ azien­da.
L’ “adden­dum” ha avu­to la fun­zione di pro­l­un­gare gli ammor­tiz­za­tori sociali e la pro­tezione dei lavo­ra­tori da pos­si­bili licen­zi­a­men­ti. Purtrop­po, vista l’ inat­tendibil­ità dell’ inter­locu­tore prin­ci­pale, sta venen­do a man­care l’ altro pilas­tro fon­da­men­tale degli accor­di e delle attese sin­da­cali e di tut­ta la cit­ta: il rilan­cio pro­dut­ti­vo e la diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca, in nome dei quali sono sta­ti fat­ti regali sostanziosi a Rebrab (a com­in­cia­re dal 30% del salario dei lavo­ra­tori). Sen­za rilan­cio pro­dut­ti­vo, la fun­zione dell’ adden­dum diven­ta quel­la di un nar­coti­co che alle­via il dolore nel­la pro­gres­si­va ago­nia.
Per pri­mi dicem­mo, già dal dicem­bre 2016 (in con­siglio comu­nale, alla pre­sen­za dell’ AD di Afer­pi, Faus­to Azzi) che non può essere Rebrab la soluzione per la siderur­gia piom­bi­nese: è lui stes­so che ce lo ha già dimostra­to coi fat­ti. Ora bisogna asso­lu­ta­mente stac­care la spina. Un piano alter­na­ti­vo, che invochi­amo da tem­po, è oggi più che mai indis­pens­abile e urgente. Se di nuo­vo il Gov­er­no si pre­sen­tasse a con­testare l’ inadem­pien­za di Rebrab a mani nude, si sarebbe alla farsa e diven­terebbe chiaro che non di errori si è trat­ta­to ma di ges­tione cosciente del­la lin­ea del­lo sman­tel­la­men­to, del­la “morte lenta”, in com­plic­ità tra le isti­tuzioni locali e, soprat­tut­to, nazion­ali. È chiaro che il Gov­er­no ha i mag­giori poteri e dunque la mag­giore respon­s­abil­ità in mate­ria e deve met­tere sul piat­to tutte le pro­prie armi: accor­di con nuovi part­ner ( la stam­pa ci dice che alcu­ni si stan­no facen­do avan­ti), clau­sole con defin­i­ti obi­et­tivi pro­dut­tivi e occu­pazion­ali, impeg­no pub­bli­co con­cre­to su infra­strut­ture e boni­fiche, incen­tivi (fis­cali, ener­geti­ci etc) come area di crisi com­p­lessa, sin­ergie con gli altri siti siderur­gi­ci di inter­esse nazionale, fino alla parte­ci­pazione diret­ta alla ges­tione azien­dale, nell’ otti­ca aus­pi­ca­bile di costru­ire un per­cor­so di nazion­al­iz­zazione nell’ ambito di un piano siderur­gi­co nazionale. Insom­ma, final­mente, una polit­i­ca indus­tri­ale di uno sta­to indipen­dente che non abban­dona indus­trie e ter­ri­tori alle scor­ribande spec­u­la­tive delle multi­nazion­ali di turno. Su questi obi­et­tivi è nec­es­saria una grande mobil­i­tazione uni­taria di sin­da­cati, par­ti­ti e isti­tuzioni locali. Chi oppor­rà osta­coli e resisten­ze sarà com­plice atti­vo del­la dev­as­tazione eco­nom­i­ca e sociale del nos­tro ter­ri­to­rio.

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

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