Nuova mazzata per economia della zona è in arrivo

PIOMBINO 3 novem­bre 2018 — Amaris­si­ma sor­pre­sa per le orga­niz­zazioni sin­da­cali e per i lavo­ra­tori delle acciaierie all’ incon­tro di Roma al MISE: se non ci sarà un provved­i­men­to imme­di­a­to ad hoc, dal 5 novem­bre i lavo­ra­tori di Piom­bi­no Logis­tics rester­an­no per qualche mese sen­za salario e a fine novem­bre toc­cherà a tut­ti i lavo­ra­tori Afer­pi. Jin­dal potrebbe approf­ittare del­la man­ca­ta con­ti­nu­ità degli ammor­tiz­za­tori sociali per pro­cedere a licen­zi­a­men­ti. Una nuo­va maz­za­ta per l’ econo­mia del­la zona è in arri­vo.
Nonos­tante le promesse del gov­er­no, l’ ulti­mo decre­to (n. 119) non solo non assi­cu­ra di man­tenere l’ attuale liv­el­lo salar­i­ale (ci sarebbe un ulte­ri­ore taglio fino a 300 euro al mese) ma non è applic­a­bile ai lavo­ra­tori Afer­pi. È nec­es­sario un nuo­vo decre­to, mira­to alla situ­azione piom­bi­nese, pos­si­bile solo se il gov­er­no pren­derà atto del­la valen­za strate­gi­ca del­lo sta­bil­i­men­to per il set­tore siderur­gi­co nazionale. Ci vuole dunque una scelta polit­i­ca che si tra­d­u­ca, entro pochi giorni, in una nor­ma che assi­curi la con­ti­nu­ità degli ammor­tiz­za­tori e del liv­el­lo di ret­ribuzione.
Tut­to questo non avver­rà se non ci sarà una forte mobil­i­tazione che final­mente por­ti Piom­bi­no alla rib­al­ta nazionale. Piom­bi­no, nonos­tante il suo pesante cari­co di prob­le­mi (non solo ammor­tiz­za­tori, ma anche crol­lo del­la econo­mia cit­tad­i­na, boni­fiche, infra­strut­ture e neces­sità di diver­si­fi­cazione) si ritro­va ad essere “snob­ba­ta” dalle élites politiche region­ali e nazion­ali: una situ­azione molto peri­colosa, che rischia di affos­sare tut­ta la cit­tà.
L’azienda è la pri­ma respon­s­abile (anche se non l’ uni­ca) di quest’ultimo guaio sug­li ammor­tiz­za­tori; si deve atti­vare per la soluzione rad­i­cale del prob­le­ma, a com­in­cia­re dall’ aumen­to delle ore lavo­rate (e intro­ducen­do anche la rotazione tra chi lavo­ra e chi no); ma anche col con­cor­so eco­nom­i­co alla inte­grazione salar­i­ale, con Regione e gov­er­no. Sono ormai indis­pens­abili azioni for­ti nei con­fron­ti dell’azienda, che “buchi­no” i media nazion­ali e suoni­no come cam­pan­el­lo di allarme per le isti­tuzioni ed il gov­er­no, se vogliamo che la polit­i­ca final­mente si accor­ga che Piom­bi­no esiste e vuole con­tin­uare ad esistere. Dob­bi­amo dec­retare la fine del­lo scor­ag­gia­men­to, dell’ apa­tia, del­la del­e­ga e del­la pace sociale. È nec­es­sario subito uno sciopero a oltran­za con il bloc­co totale del­la fab­bri­ca e con la mobil­i­tazione cit­tad­i­na. Non pos­si­amo aspettare l’ ulti­mo min­u­to, per­ché l’ ulti­mo min­u­to è ora.

Coor­di­na­men­to Art 1 — Camp­ing CIG

(Foto di Pino Bertel­li)

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