“Operazione 500” contro lo smercio di droga
PIOMBINO 14 maggio 2016 — Nei primi mesi del 2015, personale dipendente del Commissariato di Piombino, a seguito di una complessa e meticolosa attività investigativa, riusciva a stroncare un vasto traffico di sostanze stupefacenti ed acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico di sette pregiudicati. Attività che si concludeva con tre misure cautelari e quattro indagati a piede libero. Il Tribunale di Livorno infatti, emetteva Ordinanza di Misure Cautelari Personali a carico dei tre individui già noti per il loro trascorso criminale: Arduini Alessandro di anni 44, Marano Antonio di anni 39 e Sarpa Giuseppe di Napoli anni 54. Oltre ai suddetti venivano indagati, in stato di libertà, altre quattro persone (A.N. di anni 71, P.M. di anni 44, A.P. di anni 39 e C.F. di anni 63),tutti responsabili a vario titolo di spaccio continuato di sostanza stupefacente del tipo Cocaina, Eroina ed Hashish.
L’attività di indagine scaturiva da quella già condotta sempre da questo Commissariato di Pubblica Sicurezza nei riguardi di uno degli odierni indagati. Infatti, all’epoca venne coltivata l’ipotesi che il decesso della giovane Ylenia Fermato (28.2.2015) fosse la conseguenza, non voluta, dell’assunzione di una dose letale di eroina, fornita appunto A.P… Per questo episodio A.P. veniva rinviato a giudizio con gravi ipotesi di reato a suo carico.
I fatti.
Grazie al lavoro svolto diuturnamente e alle incessanti indagini supportate anche da complesse e laboriose attività tecniche, gli investigatori, da subito, oltre a trovare conferma di essere di fronte ad un ingente traffico di sostanze stupefacenti, riuscivano anche ad individuare il canale di rifornimento, la criminalità organizzata partenopea.
L’attività investigativa, in poco tempo, ha dato contezza della notevole consistenza dell’attività di spaccio, la cui principale connotazione è rappresentata dalla varietà di sostanze offerte sulla piazza piombinese. Proprio la molteplicità dei tipi di sostanze trattate dagli indagati, ha permesso al G.I.P. del Tribunale di Livorno, di trovare sufficienti elementi e le aggravanti necessarie per emettere le misure cautelari in corso.
I collegamenti tra i vari soggetti individuavano le responsabilità personali e quelle in concorso. Infatti, oltre ad essere il principale fornitore di A.P., le investigazioni hanno svelato che A.A. riusciva a coprire un ampio mercato di spaccio ai tossici della zona. Ciò veniva anche confermato dai molteplici sequestri delle dosi di droga, che gli operatori di polizia sono riusciti a trovare nella diretta disponibilità dei clienti abituali. Durante l’attività di P.G., A.A. venne, altresì, dagli stessi operatori di polizia, tratto in arresto in esecuzione di un decreto di carcerazione per altri e più vecchi reati della stessa indole. Da quel momento subentrava nella gestione dello spaccio e nei contatti con i “pusher” M.A. facendo così emergere chiaramente il patto delinquenziale tra questi soggetti e portando alla luce, definitivamente, il collegamento tra Piombino e Napoli, con l’individuazione di S. G. quale fonte di approvvigionamento dei gestori dello spaccio in Piombino. Infatti, gli agenti e ufficiali di Polizia in seno al Commissariato di Piombino e segnatamente quegli appartenenti alla squadra anticrimine nei loro pedinamenti sono riusciti a cristallizzare e documentare molti incontri che, parallelamente, alle intercettazioni sono risultati di assoluta e fondamentale rilevanza per accertare e documentare lo smercio della droga che veniva trasportata dall’area partenopea a Piombino.
Come ipotizzato, infatti, il corriere individuato e monitorato iniziava ad avere contatti con un noto personaggio piombine vicino alla criminalità organizzata partenopea, già noto alla cronaca piombinese, R.G..
Quanto accertato in maniera certosina dall’attività posta in essere dal personale di questa Squadra Anticrimine, coordinata dal Sostituto Procuratore Dr. Gianfranco Petralia, portava nel corrente mese di maggio 2016 all’esecuzione delle ordinanza di applicazione delle misure cautelari disposte dal GIP del Tribunale di Livorno per tre di loro e alla denuncia in stato di libertà degli altri quattro.
Commissariato di Pubblica Sicurezza Piombino