Perché non venga distrutto ciò che è rimasto

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CAMPIGLIA MARITTIMA 24 aprile 2020 — La bac­chet­ta mag­i­ca non c’è, d’accordo. I mar­gi­ni di manovra era­no inesisten­ti già pri­ma di ques­ta maz­za­ta, fig­u­rar­si se non com­pren­di­amo che oggi gestire un bilan­cio e dare delle risposte a cit­ta­di­ni e imp­rese pos­sa essere com­pli­catis­si­mo. Lo sap­pi­amo bene ma l’amministrazione comu­nale non ha scelta, deve trovare le risorse per­ché non crol­li ciò che la crisi ultra­de­cen­nale che attra­ver­si­amo non è rius­ci­ta anco­ra a dis­trug­gere.
Per­ché sen­za un tes­su­to impren­di­to­ri­ale non sarà pos­si­bile sostenere nep­pure la spe­sa sociale che in fasi così dif­fi­cili cresce in modo espo­nen­ziale. Si è già spre­ca­to tan­to tem­po. Ad oggi dove­va già essere giun­to a con­clu­sioni oper­a­tive un tavo­lo di crisi este­so a tut­to il cir­con­dario che com­pren­desse gli oper­a­tori eco­nomi­ci e i rap­p­re­sen­tan­ti del lavoro e del tes­su­to asso­cia­ti­vo, invece siamo anco­ra agli esor­di.
Allo­ra serve un impeg­no for­tis­si­mo e traspar­ente, aper­to a tutte le forze politiche, eco­nomiche e sociali su due liv­el­li. Quel­lo sovra­co­mu­nale, il più impor­tante, serve a far pres­sione sui servizi essen­ziali i cui costi inci­dono pesan­te­mente sulle aziende e sui cit­ta­di­ni (TARI in prim­is) per ottenere delle riduzioni sig­ni­fica­tive delle tar­iffe (i rin­vii non bas­tano) e per definire final­mente alcu­ni piani di svilup­po essen­ziali che pos­sono tran­quil­la­mente far­si stra­da anche in fase di post emer­gen­za. Ci sono modal­ità e obi­et­tivi che avrem­mo comunque dovu­to perseguire e che per­me­t­tono rispar­mi nel­la ges­tione del servizio, questo è il momen­to per non rin­viare anco­ra.
Quel­lo comu­nale per definire una revi­sione stra­or­di­nar­ia di ogni spe­sa a bilan­cio per con­vogliare risorse per il rilan­cio eco­nom­i­co anche attra­ver­so l’indebitamento che era sta­to pre­vis­to per opere pub­bliche in parte dis­cutibili e dovrà invece sostenere lo sfor­zo per la ricostruzione eco­nom­i­ca. Ma il Comune può fare altro, la leggen­daria sburo­c­ra­tiz­zazione innanzi tut­to. In un peri­o­do come questo se un’attività ha un’idea per soprav­vi­vere nonos­tante le con­dizioni poste, deve sapere che in 24 ore potrà par­tire con i suoi prog­et­ti.
Il Comune di Campiglia ha un liv­el­lo di impo­sizione trib­u­taria mas­si­mo, cosa che ha con­dizion­a­to neg­a­ti­va­mente il tes­su­to eco­nom­i­co già pri­ma del Covid-19, ora sen­za un cor­ret­ti­vo potente non rimar­rà che qualche trac­cia di tes­su­to eco­nom­i­co da sostenere. Anche attra­ver­so scelte dif­fi­cili e cor­ag­giose sul­la spe­sa cor­rente, bisogna rivedere Imu, impos­ta di sog­giorno e tosap.
Siamo come sem­pre pron­ti a met­tere le nos­tre idee al servizio del­la comu­nità. Colpisce però che il 27 aprile sia con­vo­ca­to un Con­siglio Comu­nale in cui di tut­to questo non c’è trac­cia, solo tre atti dovu­ti che non spostano asso­lu­ta­mente gli equi­lib­ri di bilan­cio: è già tar­di e siamo anco­ra all’anno zero. Male.

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