Porto di Piombino: strategie politiche sbagliate

· Inserito in Spazio aperto
Francesco Ferrari

PIOMBINO 13 otto­bre 2018 — Non arri­va alcun seg­no di vita dagli sbandierati inse­di­a­men­ti di gran­di soci­età pri­vate: dove­vano rap­p­re­sentare un con­trib­u­to per la ripresa eco­nom­i­ca ed occu­pazionale di una cit­tà che, purtrop­po, non si può più per­me­t­tere di aspettare.
Numerosi sono sta­ti i procla­mi, come numerosi sono gli errori di cui la polit­i­ca si è resa respon­s­abile. Tra quel­li più mador­nali se ne annover­a­no tre, i mag­giori.
Il pri­mo, di aver spe­so mil­ioni di euro sen­za una con­cen­trazione degli inves­ti­men­ti, facen­do­lo a mac­chia di leop­ar­do, cos­ic­ché oggi tut­to è avvi­a­to e niente con­clu­so.
Il sec­on­do, di non aver inte­gra­to alle opere por­tu­ali quelle infra­strut­turali di con­nes­sione del por­to alla rete fer­roviaria e viaria, come se un por­to potesse fun­zionare sen­za strade e fer­rovie di col­lega­men­to.
Il ter­zo, di aver deciso curiosa­mente di asseg­nare in con­ces­sione spazi dema­niali (ban­chine e piaz­za­li) anco­ra inesisten­ti.
Ques­ta ulti­ma deci­sione è a dir poco anom­ala, come anom­ala è l’intera pro­ce­du­ra di con­ces­sione in favore di Pim e Gen­er­al Electrics (GE).
In entram­bi i casi, infat­ti, l’aggiudicazione non è com­in­ci­a­ta con un ban­do pub­bli­co ben­sì con una man­i­fes­tazione di inter­esse delle due soci­età; suc­ces­si­va­mente nes­suno ha man­i­fes­ta­to un inter­esse con­cor­rente o quel­li pre­sen­tati sono sta­ti con­siderati inam­mis­si­bili e così  Pim e GE van­tano oggi un dirit­to su quelle aree anco­ra da com­pletare.
Non spet­ta comunque a noi val­utare la rego­lar­ità delle sud­dette pro­ce­dure; siamo cer­ti che il per­son­ale dell’Autorità por­tuale piom­bi­nese ha sem­pre lavo­ra­to con pro­fes­sion­al­ità e rispet­to delle regole; coltivi­amo sem­mai qualche per­p­lessità sull’operato dei politi­ci.
Il dato di fat­to è che i lavori di cui si era impeg­na­ta l’Autorità por­tuale non sono anco­ra ulti­mati.
Man­ca il com­ple­ta­men­to del piaz­za­le del­la darse­na nord, con la infra­strut­turazione di un’area di 195mila metri qua­drati, il cui cos­to si aggi­ra attorno a 49 mil­ioni di euro, non a cari­co dei sogget­ti pri­vati ben­sì del pub­bli­co (39 a cari­co del­la Regione e 10 dell’Autorità di Sis­tema).
Ciò com­por­ta che ad oggi Pim e  GE non han­no anco­ra a dis­po­sizione le aree su cui avreb­bero dovu­to già inve­stire.
Per col­pa dell’inefficienza del­la polit­i­ca sono a repen­taglio impor­tan­ti inves­ti­men­ti pri­vati. E se dovessero esser­ci pas­si indi­etro da parte di questi ulti­mi, arriverebbe anche la bef­fa di mil­ioni di euro spe­si per infra­strut­ture sen­za certezze di un ritorno occu­pazionale ed eco­nom­i­co.

*Francesco Fer­rari respon­s­abile di Fratel­li d’Italia Val di Cor­nia

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