Passato, presente e futuro della cooperativa

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Roberto Marini

PIOMBINO 21 set­tem­bre 2013 — Uni­coop Tir­reno si tro­va da qualche giorno di fronte ad un prob­le­ma ined­i­to: 250 per­sone sono par­tite da Napoli per man­i­festare sot­to la sua Direzione a Vig­nale. Per la pri­ma vol­ta Uni­coop Tir­reno è chia­ma­ta ad inter­rog­a­r­si su aspet­ti che non le era­no comu­ni: la protes­ta di 250 lavo­ra­tori che rischi­ano il licen­zi­a­men­to, una situ­azione che può appannare i val­ori fon­dan­ti del sis­tema coop­er­a­ti­vo.
Cosa è suc­ces­so?
Anni ’90: la Coop Toscana Lazio, questo il nome in quegli anni, dopo il più stori­co di Coop la Pro­le­taria, decide, nel quadro di un pro­gram­ma di svilup­po del­la grande dis­tribuzione coop­er­a­ti­va, di espan­dere la pro­pria pre­sen­za in Cam­pa­nia.
Non sap­pi­amo quan­to questo sia sta­to frut­to di una strate­gia com­p­lessi­va del movi­men­to coop­er­a­ti­vo lega­to alla grande dis­tribuzione o quan­to una visione di espan­sione sogget­ti­va det­ta­ta anche da fat­tori pos­i­tivi che era­no pre­sen­ti sul mer­ca­to: gran­di opere, nuove politiche com­mer­ciali, sta­bil­ità e poten­ziale cresci­ta dei con­su­mi.
Un dato però emerge, in questo quadro di ipotet­i­ca cresci­ta del­la pre­sen­za del movi­men­to coop­er­a­ti­vo nel­la grande dis­tribuzione. Tan­ti era­no infat­ti gli appeti­ti che muove­vano sogget­ti esterni e no (Auchant,Carrefour, Leclerc, Esselun­ga, Conad etc.) per un inser­i­men­to in aree non anco­ra sfrut­tate ma, al con­trario, all’in­ter­no del movi­men­to coop­er­a­ti­vo Uni­coop Firen­ze decide ad esem­pio, di ampli­are e con­sol­i­dare la sua pre­sen­za in un ter­ri­to­rio già conosci­u­to e con un trend dei con­su­mi e di fideliz­zazione molto alta, cioè la Toscana (Firen­ze, pra­to, Pisa, Luc­ca etc.). Sarà forse un caso?
Coop Toscana Lazio, questo allo­ra il suo nome, fa una scelta diver­sa, cor­ag­giosa o no ma sicu­ra­mente non facile, decide di espan­dere la pro­pria pre­sen­za in un ter­ri­to­rio vergine, in cui la grande dis­tribuzione non era cer­to al pri­mo pos­to e cioè la Cam­pa­nia.
Non è il solo grande grup­po del­la dis­tribuzione Coop­er­a­ti­va, ma Coop Toscana Lazio, appro­va un piano di svilup­po in Cam­pa­nia che non ha prece­den­ti.
Forte del­la sua pre­sen­za sul mer­ca­to, incor­po­ra Coop Cam­pa­nia, direzione, negozi e per­son­ale, piani­fi­ca un piano di svilup­po che prevede la real­iz­zazione di pic­coli ma anche e soprat­tut­to gran­di cen­tri commerciali(Afragola, Quar­to, Ben­even­to, Avel­li­no, Tevero­la).
Coop Toscana Lazio mod­i­fi­ca anche la sua denom­i­nazione sociale, diven­ta Uni­coop Tir­reno, di fat­to espande la sua pre­sen­za da Mas­sa Car­rara, lun­go tut­ta la fas­cia tir­reni­ca, com­pre­so Roma, fino ad Avel­li­no (oltre 6000 dipen­den­ti).
ipercoopUna grande oper­azione, con un impiego di energie eco­nomiche e no e soprat­tut­to con un sis­tema logis­ti­co di estrema com­p­lessità.
Uni­coop Tir­reno, com­in­cia subito a fare i con­ti con due fat­tori impor­tan­ti.
Il pri­mo è una realtà che si muove isti­tuzional­mente in maniera diver­sa e spes­so anom­ala: ritar­di nei per­me­s­si, com­pli­cazioni nei rap­por­ti isti­tuzion­ali, una cul­tura coop­er­a­ti­va che lì è in gran parte assente, dai diri­gen­ti nuovi che ven­gono inser­i­ti, al per­son­ale di base.
Ciò che più con­ta però è il sec­on­do e cioè il fat­to che quel mer­ca­to non è in gra­do di dare le risposte che poten­zial­mente Uni­coop Tir­reno si aspet­ta­va. Le dichiarazioni di alcu­ni dipen­den­ti che han­no man­i­fes­ta­to davan­ti alla direzione di Vig­nale sono solo il seg­nale del­la situ­azione dif­fi­cile che attra­ver­sano: «I negozi che ci cir­con­dano, e che sono tan­ti, appli­cano prezzi strac­ciati, come se ci fos­se una speci­fi­ca volon­tà di far­ci fal­lire».
Non è così, quel­la polit­i­ca non è da ora che in Cam­pa­nia, soprat­tut­to ad Afrago­la, viene fat­ta da pic­coli e gran­di dis­trib­u­tori e non è lega­ta al ten­ta­ti­vo di far fal­lire la Coop è un sis­tema che lì vige non da ora. Prezzi e con­trat­ti del per­son­ale sono moti­vo di ges­tione pri­va­ta e piratesca dei pro­pri­etari e ven­gono appli­cati al di fuori di qual­si­asi rego­la con­trat­tuale o di mer­ca­to. Anche questo è un dato su cui riflet­tere, la Coop non può per­me­t­ter­si con­trat­ti al di fuori delle regole, né un non con­trol­lo e una trasparen­za sui prodot­ti e sui costi. La Coop è sul mer­ca­to e le regole val­go­no anche per lei e i con­ti devono tornare.
L’at­teggia­men­to del­la direzione è sta­to in questi anni teso a dare una rispos­ta pos­i­ti­va e meno indo­lore pos­si­bile ai lavo­ra­tori, a par­tire dal­l’oc­cu­pazione alla pros­e­cuzione pro­dut­ti­va e non sono cer­to gius­tifi­cate le man­i­fes­tazioni di chiusura a soluzioni che da tem­po avreb­bero risolto il prob­le­ma, anche se con qualche sac­ri­fi­cio.
All’ Uni­coop va dato atto di questo, ma rimane un grande inter­rog­a­ti­vo a cui non è pos­si­bile sot­trar­si: per­ché tut­to questo? E’ un prob­le­ma solo di mer­ca­to di calo delle ven­dite? E per­ché i tem­pi sono sta­ti così lunghi nel­l’as­sumere deter­mi­nate deci­sioni e per­ché si è pros­e­gui­to in parte su un piano di inves­ti­men­ti che di fat­to ave­va già dimostra­to le sue gran­di dif­fi­coltà?
Un inter­rog­a­ti­vo ed una dis­cus­sione pub­bli­ca si impone dato il grande appor­to eco­nom­i­co e occu­pazionale che anco­ra por­ta in questo e altri ter­ri­tori e le sue carat­ter­is­tiche
sociali e cul­tur­ali. «Quale prog­et­to è pre­sente per l’og­gi e per il futuro per Uni­coop Tir­reno?»

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