FORUM COL PRESIDENTE CARAMASSI ALLA VIGILIA DEL SUO PENSIONAMENTO

Quale sarà il futuro e quale ruolo avrà RiMateria?

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PIOMBINO 10 agos­to 2018 – A pochi giorni dall’addio per pen­sion­a­men­to, Vale­rio Cara­mas­si ha rice­vu­to la redazione di  Stile libero Idee dal­la Val di Cor­nia per il suo quar­to forum sull’attività di RiMa­te­ria. Domande e risposte con un ammin­is­tra­tore che in due ore non ha mai dimostra­to di avere le valige pronte ma ha ret­to l’impegno qua­si gli apparte­nesse il futuro remo­to dell’azienda. Quin­di non cer­to un mes­sag­gio di addio ma piut­tosto un nutri­to pro memo­ria per chi ver­rà nel­la con­vinzione di una stra­da trac­cia­ta. Mag­a­ri la realtà e gli even­ti dimostr­eran­no altro. Anzi è cosa prob­a­bile che l’addio di Cara­mas­si pos­sa essere foriero di novità al pun­to che non è azzarda­to dire che l’uscita di sce­na del man­ag­er coin­ci­da con la fine di un peri­o­do stori­co pri­ma in Asiu e quin­di in RiMa­te­ria, la soci­età che Cara­mas­si ha inven­ta­to e pro­mosso fin dal­la scelta del nome e del logo. Il pres­i­dente — va riconosci­u­to — dopo tre anni las­cia con il deb­ito di 20,8 mil­ioni di Asiu dimez­za­to e, come ave­va rib­a­di­to dopo il seque­stro a Ischia di Cro­ciano, con i lavori di risana­men­to del­la dis­car­i­ca ter­mi­nati nel ter­mine pre­vis­to, cioè il cor­rente mese di agos­to.
La parten­za del forum ha avu­to inizio con una doman­da sul­la trasparen­za.

D. «Non appro­vo che si dica che l’azienda sia ret­i­cente nel dare risposte – ha det­to Cara­mas­si – In 35 mesi che sono a Piom­bi­no ho fat­to 35 incon­tri pub­bli­ci, l’azienda la fac­cia ce l’ha mes­sa sem­pre, ci sono molti luoghi dove si dis­cute e le per­sone inter­ven­gono espri­men­do la loro opin­ione». La doman­da è: per­ché allo­ra il capi­to­lo del sito di RiMa­te­ria che si chia­ma “Ammin­is­trazione traspar­ente” è vuo­to? Dirà al suo suc­ces­sore che la pri­ma cosa da fare è pro­prio ques­ta?
R. Io ho sem­pre fat­to pre­sente a tut­ti che in caso di inter­esse facessero richi­es­ta di acces­so agli atti…

D. L’accesso agli atti è un’altra cosa. Ci sono pre­cise norme che regolano la trasparen­za che nel vostro sito non sono rispet­tate.
R. È un’opinione. 

D. Ma tu lo pren­di l’impegno di las­cia­re un pro memo­ria per il prossi­mo ammin­is­tra­tore sul rispet­to del­la trasparen­za?
R. Va bene. Pren­do atto e me lo seg­no.

D. Ad esem­pio, con una mag­giore trasparen­za, si capirebbe meglio la pro­pri­età di RiMa­te­ria che risul­ta essere:
Asiu in liq­uidazione 87,75%
Luc­chi­ni 12,25%.
Dunque posse­du­ta solo indi­ret­ta­mente dai Comu­ni. Cosa che vale anche per Piom­bi­no.
Non tro­vi sin­go­lare allo­ra che relazione e con­clu­sioni nell’occasione del presti­to da parte del Comune di Piom­bi­no a RiMa­te­ria per la nota fide­jus­sione siano state tenute dal pres­i­dente di RiMa­te­ria nel silen­zio dell’assessore com­pe­tente al bilan­cio? E nell’assenza del com­mis­sario liq­uida­tore di Asiu?
R. Al riguar­do, pos­so solo dire che io sono sta­to chiam­a­to ad illus­trare le ragioni per le quali RiMa­te­ria chiede­va un presti­to per pagare subito la fideius­sione aven­do sof­feren­ze di cas­sa. 

D. La richi­es­ta del presti­to è sta­ta riv­ol­ta solo al Comune di Piom­bi­no?
R. No, è sta­ta riv­ol­ta anche a Campiglia e San Vin­cen­zo che stan­no ver­i­f­i­can­do le varie con­dizioni (cas­sa ecc.) per even­tual­mente pro­cedere. 

D. Quin­di l’importo totale per le fideius­sione ammon­ta a…
R. Cinque­cen­tomi­la euro.

 Ndc. A questo pun­to Stile libero ha ril­e­va­to che a fronte di un presti­to, richiesto da RiMa­te­ria, in Comune non è sta­to invi­ta­to il respon­s­abile di Asiu in liq­uidazione che al momen­to res­ta comunque pro­pri­etario di RiMa­te­ria all’87,75%.

D. Tredi­ci mil­ioni di incas­si e 228.310 ton­nel­late da 10 regioni. Mai una tale quan­tità era sta­ta pre­sa (il mas­si­mo ave­va rag­giun­to 8 mil­ioni di incas­si), in lin­ea con le neces­sità di risana­men­to di Asiu ora mes­sa in liq­uidazione ma da qui a dire che si è dimez­za­to il deb­ito ce ne corre. Per­ché la situ­azione finanziaria rap­p­re­sen­ta solo una parte del prob­le­ma. Si capisce che cir­ca trenta mil­ioni di deb­ito, dimi­nu­iti di poco più di nove per la pos­tic­i­pazione delle spese del­la chiusura del­la dis­car­i­ca, siano sta­ti dimez­za­ti in con­seguen­za dell’incasso per l’ingresso dei rifiu­ti spe­ciali. Ma non è tut­to. Pur momen­tanea­mente accan­to­nate, restano a cari­co di Asiu le spese del cosid­det­to “post mortem” ovvero per la cita­ta chiusura del­la dis­car­i­ca. Res­ta soprat­tut­to la ques­tione degli impianti ered­i­tati da Asiu e inservi­bili tan­to che nel bilan­cio 2017 di RiMa­te­ria si osser­va una sva­l­u­tazione.
R. Sì è vero con gli utili RiMa­te­ria (tre quar­ti dei rifiu­ti trat­tati sono venu­ti dal­la Toscana) si è andati a coprire parte del buco per le sva­l­u­tazioni, un’operazione che, tra l’altro, è costa­ta 1,3 mil­ioni di tasse.

D. Poi c’è una terza parte, ovvero i cred­i­ti che Asiu ha pas­sato a RiMa­te­ria per la Tia non paga­ta, ovvero 2,3 mil­ioni per le bol­lette del servizio del­la rac­con­ta dell’immondizia a cui gli uten­ti non han­no fat­to fronte. Una som­ma che chiara­mente i Comu­ni dovran­no comunque cor­rispon­dere a RiMa­te­ria. E da dove attinger­an­no ques­ta som­ma se non attra­ver­so le bol­lette degli uten­ti, com­pre­si quel­li che la Tia l’hanno già paga­ta fino all’ultimo cen­tes­i­mo?
Esistono poi gli 800mila euro del­la cosid­det­ta “trasferen­za”, ovvero la som­ma con­cor­da­ta tra RiMa­te­ria e Sei Toscana per il provvi­so­rio stoccag­gio dei rifiu­ti del gestore del servizio di igiene urbana nell’impianto di Ischia di Cro­ciano in atte­sa del trasfer­i­men­to alle dis­cariche finali nel gros­se­tano.
Fini­amo l’elenco con l’accantonamento dei 400 mila euro su cred­i­to van­ta­to ver­so Lonzi e altri.
R. Per quel che mi riguar­da in più sedi ho sem­pre cer­ca­to di dis­tinguere tra deb­ito e buco. Fin dal pri­mo momen­to fu chiaro che il deb­ito ammon­ta­va a 20,8 mil­ioni, oltre i 9 mil­ioni del “post mortem” del­la dis­car­i­ca.
Poi c’è la situ­azione del­lo sta­to impiantis­ti­co, inte­so in sen­so gen­erale, per il quale, fin da luglio 2015, ho ritenu­to nec­es­sario impostare una pro­ce­du­ra per la quale i pri­mi introiti sareb­bero imme­di­ata­mente andati a sanare lo sta­to impiantis­ti­co che ver­sa­va in uno sta­to di abban­dono.
Grosso modo ques­ta parte vale una deci­na di mil­ioni.
Poi esiste quel­la parte di impianti che han­no avu­to un peso con­tabile (Piattafor­ma, impianto del Cdr ecc.) dal momen­to che a bilan­cio abbi­amo dovu­to con­cepire una sva­l­u­tazione con il con­seguente paga­men­to anche delle rel­a­tive tasse. Più o meno dob­bi­amo con­tare un’altra deci­na di mil­ioni. Ne con­segue che com­p­lessi­va­mente, alla data del 2015, quel­lo che io chi­amo “buco” si aggi­ra­va, grosso modo, intorno a 50 mil­ioni di euro.
La par­ti­ta Tia, pur impor­tante, non ha invece ril­e­van­za sul bilan­cio di RiMa­te­ria dal momen­to che l’azienda con­tin­ua ad incas­sare e comunque 2,3 mil­ioni di euro di pre­sun­ta inesi­gi­bil­ità dovran­no comunque essere cor­risposti dai Comu­ni a cui il servizio era des­ti­na­to.
Cosa diver­sa invece la sto­ria del­la “trasferen­za” che RiMa­te­ria ha svolto con accor­di con Sei Toscana per tut­to il 2016 e, attra­ver­so una pro­ro­ga in con­dizione di emer­gen­za, anche  fino al 31 dicem­bre 2017. Per tut­to il 2016 la soci­età ha riscos­so dal gestore 23 euro a ton­nel­la­ta di rifiu­ti provvi­so­ri­a­mente stoc­cati. Il servizio, pat­tuito alle stesse con­dizioni, non ha invece prodot­to incas­si per tut­to il 2017. Attual­mente è in cor­so una “due dili­gence” per trovare un accor­do amichev­ole cer­can­do di con­cil­iare i 23 euro sot­to­scrit­ti tra RiMa­te­ria e Sei (800 mila euro per l’intera anna­ta) con gli 8 che invece l’Ato intende riconoscere a Sei per lo stes­so servizio.
Non c’è dub­bio che la situ­azione risen­ta molto dall’organizzazione attuale che vede gli stes­si sogget­ti, espres­sione dei Comu­ni, svol­gere i com­pi­ti di affi­datari del servizio, gestori del servizio e richieden­ti servizio.
La sper­an­za è che un accor­do pos­sa essere trova­to altri­men­ti non potrem­mo che dar cor­so ad un decre­to ingiun­ti­vo.
Comunque, come per la Tia, anche la som­ma per la “trasferen­za”, non pos­so con­sid­er­ar­la come parte del “buco”. Di cer­to non pos­si­amo som­mare deb­iti e cred­i­ti. Questi ulti­mi caso­mai si sot­trag­gono.

D. Anche le con­seguen­ze del­la “trasferen­za” fini­ran­no quin­di in bol­let­ta?
R. In questo caso riter­rei asso­lu­ta­mente nor­male che questi costi finis­sero in bol­let­ta così come, fino ad oggi, è sta­to anor­male il fat­to che non ci sono sta­ti inser­i­ti. D’altra parte è la legge che sta­bilisce questo. E, ovvi­a­mente, non solo a Piom­bi­no.
L’alternativa in ogni caso sarebbe il paga­men­to attra­ver­so la fis­cal­ità gen­erale, cosa anche peg­giore. 

Ndc: a questo pun­to nel forum prende cor­po una con­ver­sazione sui cri­teri e sui prob­le­mi del­la rac­col­ta dif­feren­zi­a­ta, sull’uso e sui costi degli impianti, del­lo smal­ti­men­to, sulle respon­s­abil­ità del­la polit­i­ca sulle “nar­razioni” di molti ammin­is­tra­tori. Per finire in una affer­mazione di Cara­mas­si per il quale “l’emergenza rifiu­ti in Toscana è già in viag­gio”.

D. Nel­la nos­tra regione non c’è una pro­gram­mazione min­i­ma sul ciclo dei rifiu­ti?
R. Ques­ta è un’affermazione sbagli­a­ta: in Toscana c’era e ci sarebbe anco­ra una pro­gram­mazione meti­colosa ma si deve ril­e­vare che quel che esiste non si è prat­i­ca­to e si sta purtrop­po sman­tel­lan­do. 

D. Venen­do allo speci­fi­co nos­tro…
R. Se inten­dete la situ­azione in siderur­gia por­rei subito l’attenzione ai tre mil­ioni di ton­nel­late di rot­tame all’anno nec­es­sari per i forni elet­tri­ci. Atten­zione, il rot­tame è un rifi­u­to. Pos­so dire che è un rifi­u­to più dif­fi­cile da gestire rispet­to al mio 1212, cioè il rifi­u­to che si gen­era dal­la selezione e dal rici­clo dei rifiu­ti soli­di urbani. Ed è chiaro che, in giro, pranzi gra­tu­iti non ci sono. Per cui la lavo­razione del rot­tame pro­duce a sua vol­ta 5–600mila ton­nel­late annue di rifiu­ti da gestire che pos­sono scen­dere alla metà in caso di uso del pre­ri­dot­to con altri prob­le­mi che comunque si gen­er­a­no.
Io cre­do che, al di là di più o meno certe o pos­si­bili real­iz­zazioni, si deb­ba sciogliere il nodo cir­ca la desider­abil­ità di accogliere tre mil­ioni di ton­nel­late annue di rot­tame e di gestire 5–600.000 tonnellate/anno di ri-pro­duzione di rifiu­ti. Atten­zione: tre mil­ioni di tonnellate/anno, impor­tate “da fuori” rap­p­re­sen­tano ciò che il piano di RiMa­te­ria prevede di smaltire in 12 anni. Nat­u­ral­mente se ci ver­ran­no da “den­tro” noi siamo pron­ti, come lo erava­mo nel 2015. 

D. Sull’impatto di un forno elet­tri­co che ha da dire?
R. Sicu­ra­mente sul piano delle polveri l’impatto del forno elet­tri­co è minore rispet­to al vec­chio alto­forno. Sulle emis­sioni bisogna invece chiarire di quali emis­sioni si stia par­lan­do. Per esem­pio sulle dios­sine starei molto atten­to. 

D. Lo sce­nario futuro per RiMa­te­ria?
R. È chiaro che, se si arriverà a real­iz­zare i forni elet­tri­ci, qual­cuno dovrà fir­mare le autor­iz­zazioni ed è anche pos­si­bile che le autor­iz­zazioni riguardi­no non una ma, per il prin­ci­pio di prossim­ità, anche due dis­cariche, una per gli spe­ciali e una per i peri­colosi e per l’amianto gesti­ti da pri­vati.
In assen­za di RiMa­te­ria, per la quale la par­ti­ta, (e non era scon­ta­to), rimane aper­ta, non ci potrebbe essere che ques­ta soluzione. Mag­a­ri addirit­tura con applausi per­ché così RiMa­te­ria non importerebbe più rifiu­ti da fuori (ma come det­to, li importereb­bero altri e di ben altre quan­tità). Deb­bo aggiun­gere, con amarez­za estrema, che il link fra pro­duzione pri­maria di acciaio, ges­tione dei flus­si di mate­ria, estrazione di mate­ria vergine e costruzione di infra­strut­ture, è anco­ra coral­mente igno­ra­to da tutte le forze politiche e sociali, a com­in­cia­re dai sin­da­cati e per finire con i comi­tati. A qua­si ven­ti anni dal­la nasci­ta del­la Tap, sem­bra incred­i­bile. Il “buco” più grosso non è affat­to quel­lo dell’Asiu: è questo! Ne pren­do atto.

 



La car­ta d’i­den­tità di RiMa­te­ria

Ind­i­riz­zo: local­ità Ischia di Cro­ciano, 4/5 — 57025 Piom­bi­no;
Natu­ra: soci­età per azioni con cap­i­tale sociale 9.391.999,76 di euro — numero azioni 10.672.727 per un val­ore di 0,88 euro;
Soci: Asiu Spa in liq­uidazione 87,75% — Luc­chi­ni Spa 12,25%
(Asiu è posse­du­ta dai  Comu­ni di  Piom­bi­no 61,80%, Campiglia 20,64%, Castag­ne­to 8,72%, San Vin­cen­zo   8,64%, Suvere­to 0,12%, Sas­set­ta 0,08%; il liq­uida­tore di Asiu è Bar­bara Del Sep­pia, i sin­daci revi­sori sono Fran­co Gar­gani (pres­i­dente), Leonar­do Car­oli­ni, Lau­ra Baroni (sin­daci), Ste­fano Noferi, Alessan­dro Pac­chi­ni (sin­daci sup­plen­ti);
Attiv­ità preva­lente: smal­ti­men­to di rifiu­ti soli­di urbani e spe­ciali con pro­duzione di mate­ri­ale prove­niente da attiv­ità di selezione e trasfor­mazione dei rifiu­ti stes­si;
Con­siglio di ammin­is­trazione: Vale­rio Cara­mas­si (pres­i­dente), Maria Grazia Catani, Pao­lo Gio­van­ni­ni (con­siglieri);
Sin­daci revi­sori: Leonar­do Car­oli­ni (pres­i­dente), Ste­fano Noferi, Luisa Grazi­oli (sin­daci), Fran­co Gar­gani, Luca Fer­rari (sin­daci sup­plen­ti);
Soci­età di revi­sione: Her­mes Spa;
Altre cariche: Luca Chi­ti (procu­ra­tore spe­ciale);
Addet­ti: dipen­den­ti 46, col­lab­o­ra­tori 2 (al 31 mar­zo 2018);
Bilan­ci: bilan­cio 2016 chiusura con un utile di 442.638 euro — bilan­cio 2017 chiusura con un utile di 166.263 euro;
Rifiu­ti spe­ciali con­fer­i­ti: nel 2017 sono sta­ti con­ferite nel­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano 228.310,58 ton­nel­late di rifiu­ti spe­ciali così sud­di­vise in base alla prove­nien­za: Emil­ia Romagna (11.103,96), Friuli Venezia Giu­lia (1.155,41), Lazio (38.192,88), Lig­uria (4.367,05), Lom­bar­dia (5.434,76), Marche (5.366,06), Piemonte (240,86), Toscana (160.330,41), Umbria (22,07), Vene­to (2.097,12);
Ricavi: i ricavi dal con­fer­i­men­to dei rifiu­ti spe­ciali sono sta­ti nel 2017 pari a 13.075.875 euro.


 

 

 

 

 

 

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