Quando la voglia di propaganda fa tenerezza

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Luigi Coppola

PIOMBINO 30 gen­naio 2016 — L’A­gen­zia delle entrate res­ta a Piom­bi­no ed cer­ta­mente una buona notizia, dopo tut­ti gli uffi­ci dei servizi prin­ci­pali che sono scom­par­si. Ogget­ti­va­mente è uno sfor­zo apprez­z­abile da parte del­l’am­min­is­trazione comu­nale, anche se ora­mai con i sis­te­mi telem­ati­ci le ques­tioni si risolvono da casa o dagli uffi­ci dei pro­fes­sion­ist. Fin qui tut­to bene ed un gra­zie agli art­efi­ci. Poi leggen­do il comu­ni­ca­to risalta un pas­sag­gio alquan­to dif­fi­cile da com­pren­dere nel suo sig­ni­fi­ca­to più recon­di­to: “…In sec­on­do luo­go ciò avrebbe rap­p­re­sen­ta­to un seg­nale con­trad­dit­to­rio rispet­to a quelle deci­sioni già messe in cam­po a liv­el­lo statale e regionale per facil­itare gli inves­ti­men­ti, sti­molan­do l’opera di rilan­cio e rein­dus­tri­al­iz­zazione del­la nos­tra cit­tà e che neces­sit­er­an­no di quel­lo che è un servizio strate­gi­co per l’intero ambito com­pren­so­ri­ale del­la Val di Cor­nia…”. Sin­ce­ra­mente questo peri­o­do che ho let­to tut­to d’un fia­to mi ha fat­to sor­rid­ere. In real­ta ho avu­to l’im­pres­sione che non volen­do dire nul­la di sostanzioso, in quan­to non vi è asso­lu­ta­mente sostan­za, emerge una voglia vis­cerale di pro­pa­gan­da che fa qua­si tenerez­za. Sono tan­ti i motivi per cui le aziende inve­stono in un ter­ri­to­rio, non è cer­to la pre­sen­za del­l’a­gen­zia delle entrate a fare la dif­feren­za (anzi, forse se con essa scom­par­is­sero anche le tasse per le imp­rese ci sarebbe un con­cre­to incen­ti­vo) , in quan­to a queste ques­tioni ci pen­sano i pro­fes­sion­isti attra­ver­so i servizi online e con i rap­por­ti con­sol­i­dati con le sedi provin­ciali. Basti pen­sare che in tut­ta la Bri­an­za ci sono solo tre dis­tac­ca­men­ti del­l’A­gen­zia delle entrate ed il numero delle aziende è esor­bi­tante. Alla fine una cosa buona e pos­i­ti­va a liv­el­lo ammin­is­tra­ti­vo è diven­ta­ta un grottesco modo per pub­bli­ciz­zare le azioni di chi gov­er­na. Sot­to il pro­fi­lo del­la comu­ni­cazione alla nos­tra ammin­is­trazione servirebbe un salto di qual­ità e di sobri­età (è un con­siglio, non una crit­i­ca); gli inutili incisi non solo las­ciano il tem­po che trovano, ma evi­den­ziano anche un lim­ite ogget­ti­vo: “vol­er dire subito trop­po per la pau­ra che poi alla fine non si avrà molto da dire”. In tal sen­so le vicende dei car­roz­zoni pub­bli­ci, fra quali “INVITALIA”, che sono ben conosciu­ti dalle cronache nazion­ali, dovreb­bero aver inseg­na­to qual­cosa.

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