Quell’ Unione dei Comuni di cui nessuno parla più

· Inserito in Spazio aperto
Walter Gasperini

SUVERETO 19 set­tem­bre 2015 — Nelle elezioni ammin­is­tra­tive del 2014, tutte le ammin­is­trazioni elette ave­vano avu­to il manda­to chiaro, dal­la polit­i­ca pri­ma e poi dai cit­ta­di­ni che li han­no votati, di pro­cedere alla cos­ti­tuzione dell’Unione dei Comu­ni come balu­ar­do del miglio­ra­men­to dei servizi per dare mag­giore effi­cien­za e se pos­si­bile anche risparmio nel­la spe­sa. Anche Suvere­to ha avu­to lo stes­so manda­to, per­ché pur non essendo espres­sione del Pd, anche Par­o­di ave­va ottenu­to lo stes­sa indi­cazione dai suoi elet­tori.
Solo da qualche mese si è sen­ti­to par­lare del­la, final­mente, ricos­ti­tuzione dell’Ufficio di piano, il quale uffi­cio dovrebbe essere uti­liz­za­to per il coor­di­na­men­to delle politiche urban­is­tiche dei Comu­ni com­po­nen­ti per­ché è ovvio che nes­suno pos­sa pen­sare di fare scelte di piani­fi­cazione in casa pro­pria e poi chiedere agli altri soltan­to la pre­vista approvazione finale. Questo non sarebbe coor­di­na­men­to ma una brut­ta pre­sun­zione asso­lu­ta non cer­to pro­dut­ti­va.
Occor­rono invece oper­azioni di trasparen­za impor­tante e voglia uni­taria, dan­do forza a quelle scelte che non divi­dono o emar­ginano nes­suno ma unis­cono più di quan­to non sia sta­to fat­to dagli anni set­tan­ta ad oggi. Appare del tut­to ovvio che, per preparare ques­ta con­ven­zione, saran­no sta­ti nec­es­sari incon­tri tra sin­daci o asses­sori per definire il con­tenu­to, invece il sin­da­co Par­o­di ha affer­ma­to che mai è sta­to con­vo­ca­to ad un incon­tro prepara­to­rio; le voci dicono invece che non si è mai pre­sen­ta­to e ques­ta mi appare come cosa net­ta­mente diver­sa.
Ma al momen­to mi inter­es­sa molto di più sapere che fine farà la scelta del­la cos­ti­tuzione dell’Unione dei Comu­ni, per­ché riten­go che sia fon­da­men­tale per un futuro armon­i­co del gov­er­no del­la cosa pub­bli­ca, dove pro­prio gli ammin­is­tra­tori dovran­no far vedere quan­ta unità di inten­ti e di prospet­ti­va sapran­no met­tere insieme con l’unico obi­et­ti­vo del bene delle comu­nità.
Con­fes­so la mia pre­oc­cu­pazione, per­ché trop­po tem­po è trascor­so e non si è prodot­to niente, men­tre invece sono le cose che dovreb­bero far­ci spin­gere nel­la gius­ta direzione. Mi auguro anche che pro­prio i Comu­ni di Sas­set­ta e Suvere­to sap­pi­ano met­tere in cam­po ogni sfor­zo affinché si cam­mi­ni sul­la stra­da indi­ca­ta, sen­za aspettare leg­gi che mag­a­ri ci obb­ligher­an­no a fare cose che lascer­an­no l’a­maro in boc­ca.
È la sto­ria polit­i­ca e isti­tuzionale del­la Val di Cor­nia che chiede questo, per aggiun­gere tas­sel­li impor­tan­ti che eviti­no qualunque iso­la­men­to di enti pic­coli o gran­di nes­suno deve avere la pre­sun­zione di pot­er cam­minare con le pro­prie gambe. La forza delle cose e delle idee è rap­p­re­sen­ta­ta pro­prio dall’unità delle politiche che ele­va il con­fron­to e la capac­ità di rispos­ta alle esi­gen­ze del­la col­let­tiv­ità.
Questo vale per tut­ti e per qualunque prob­le­ma. Se qual­cuno ha voglia di sostenere il con­trario, mi fac­cia un favore, vada a rileg­ger­si la sto­ria degli ulti­mi quarant’anni del­la nos­tra Val di Cor­nia e potrà vedere che ogni vit­to­ria, ogni suc­ces­so ha vis­to tut­ti uni­ti a costru­ire gli obi­et­tivi e portare risposte in ter­mi­ni di servizi e di qual­ità del­la polit­i­ca.
Vale la mas­si­ma che suona così: “non sa dove va chi non sa da dove viene”.

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