Rebrab e Partito democratico uniti nel fallimento

PIOMBINO 9 set­tem­bre 2017 — Rebrab non ha mai rap­p­re­sen­ta­to l’oc­ca­sione per il rilan­cio del­la pro­duzione indus­tri­ale e a dis­tan­za di anni i fat­ti lo dimostra­no.
Anco­ra una vol­ta il gov­er­no nazionale, il Pd e gli enti locali oper­arono la scelta più fun­zionale alle logiche del cap­i­tale, quel­la di sven­dere una fab­bri­ca a chi ha pre­so impeg­ni fin da subito dis­at­te­si.
I respon­s­abili di ques­ta deci­sione non pos­sono far­la fran­ca: per respon­s­abili par­liamo di sin­da­cati, ammin­is­tra­tori locali e nazion­ali, indus­tri­ali che han­no sostenu­to come uni­ca stra­da per­cor­ri­bile quel­la di Rebrab quan­do era ben chiaro che sarebbe sta­to un fal­li­men­to.
La soluzione, allo­ra come oggi, era quel­la del­la nazion­al­iz­zazione del­la fab­bri­ca con l’im­peg­no diret­to del­lo Sta­to per costru­ire un nuo­vo polo siderur­gi­co ital­iano e allo stes­so tem­po impeg­nare fon­di pub­bli­ci per la bonifi­ca e il risana­men­to di alcune aree indus­tri­ali con­ver­tendole ad altro uso (chieden­do allo stes­so tem­po indi­etro i sol­di a chi ha per decen­ni inquina­to).
Dopo anni di parole e di promesse anche la Regione Toscana  e il gov­er­no dicono che Rebrab SE NE DEVE ANDARE rap­p­re­sen­tan­do solo un osta­co­lo alla ripresa delle attiv­ità indus­tri­ali e ad uno svilup­po del ter­ri­to­rio con boni­fiche di aree con­t­a­m­i­nate.
È il fal­li­men­to del Pd, di Ren­zi e del­lo stes­so gov­er­na­tore Rossi, delle politiche di sven­di­ta delle aziende pub­bliche a sogget­ti pri­vati che non han­no cer­to l’o­bi­et­ti­vo del rilan­cio del­la pro­duzione e del­lo svilup­po.
Quan­to accade a Piom­bi­no si è già ver­i­fi­ca­to altrove, a Pisa con la Saint Gob­ain (can­cel­la­to l’in­dot­to e dis­trut­ti decine di posti di lavoro), a Pont­ed­era con la Piag­gio che da anni delo­cal­iz­za e ele­mosi­nan­do commesse spinge al fal­li­men­to le stesse aziende del­l’in­dot­to.
È il fal­li­men­to del sin­da­ca­to che si pie­ga ai voleri del gov­er­no e crede alla sto­riel­la di nuovi pro­pri­etari dis­posti al rilan­cio di quel­la pro­duzione che han­no invece affos­sato, la pro­duzione di acciaio a Piom­bi­no. Non bas­ta un sem­plice com­pra­tore  sen­za un piano di rilan­cio che ten­ga insieme la tutela dei posti di lavoro con prog­et­ti inno­v­a­tivi e inves­ti­men­ti. Ma tut­to ciò non è mai accadu­to e si sono illusi e derisi gli operai.
Siamo di fronte alla scon­fit­ta di una vec­chia polit­i­ca (la stes­sa che ha pri­va­tiz­za­to le aziende pub­bliche sven­den­dole per pochi sol­di ai cap­i­tal­isti) che rin­un­cia anche a prog­ettare forme di svilup­po alter­na­tive del ter­ri­to­rio le quali per altro richiedereb­bero tem­pi lunghi e inves­ti­men­ti . Si preferisce invece regalare sol­di a fon­do per­du­to agli indus­tri­ali anche quan­do è chiara la loro polit­i­ca di delo­cal­iz­zazione e dis­trut­ti­va dei posti di lavoro. Lo Sta­to va in soc­cor­so dei padroni!
È accadu­to con la Fiat e con la Piag­gio, suc­cede da tem­po con Rebrab ver­so cui gli attes­ta­ti di fidu­cia del gov­er­na­tore Rossi sono sta­ti fin trop­po e non sup­por­t­ati da fat­ti reali (del resto cosa atten­der­ci da chi oggi invo­ca la dife­sa del­la san­ità ma per anni ha taglia­to pre­si­di san­i­tari e ospedalieri in Toscana??).
Il Pd ha un obi­et­ti­vo. scon­giu­rare la pro­duzione di acciai di alta qual­ità, la costruzione di fil­iere corte e di un mod­el­lo pro­dut­ti­vo a bas­so impat­to ambi­en­tale. Per­chè? Queste pro­duzioni devono avvenire altrove dove i padroni guadag­nano di più.
La sub­al­ter­nità di Cgil Cisl Uil ai det­ta­mi del­la polit­i­ca di gov­er­no ha prodot­to solo dan­ni, per esem­pio la riduzione del 30% del salario dei lavo­ra­tori e ammor­tiz­za­tori sociali fini­ti i quali ci sarà solo la dis­oc­cu­pazione l’im­pov­er­i­men­to del ter­ri­to­rio. Era pos­si­bile (ma anco­ra oggi siamo in tem­po per far­lo) invece costru­ire una oppo­sizione rad­i­cale ad ogni ipote­si di ridi­men­sion­a­men­to del polo siderur­gi­co e chia­mare in causa il gov­er­no e la Regione che quel dis­eg­no ave­vano fat­to pro­prio
Oggi ci ritro­vi­amo davan­ti al fal­li­men­to del gov­er­no e delle isti­tuzioni locali  ma a farne le spese sono solo gli operai e le loro famiglie.
Bisogna invece dar­si degli obi­et­tivi che non siano l’at­te­sa mes­sian­i­ca di un nuo­vo com­pra­tore a cui regalare sol­di pub­bli­ci sen­za vere in cam­bio un prog­et­to indus­tri­ale serio.
La sola scelta prat­i­ca­bile è quel­la di nazion­al­iz­zare la pro­duzione, inve­stire al con­tem­po per la bonifi­ca del ter­ri­to­rio, una polit­i­ca che dia risposte nel­l’im­me­di­a­to e sap­pia anche oper­are scelte in tem­pi più lunghi.
La paro­la d’or­dine delle nazion­al­iz­zazione è anco­ra attuale se vogliamo man­tenere in vita il polo siderur­gi­co e non sot­tostare ai ricat­ti del­la Ger­ma­nia e delle delo­cal­iz­zazioni ver­so altri pae­si dove il cos­to del lavoro è ai min­i­mi ter­mi­ni.
Ma per rag­giun­gere questi obi­et­tivi bisogna resti­tuire forza e dig­nità agli operai, met­tere nelle loro mani le deci­sioni che con­tano, l’e­sat­to con­trario di quan­to avvenu­to in questi anni nei quali le deci­sioni sono state prese a palaz­zo o nelle buie stanze dei sin­da­cati nazion­ali.

Sin­da­ca­to gen­erale di base toscana

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