Rifiuti: la Val di Cornia è in ritardo. E in futuro?

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PIOMBINO 15 gen­naio 2016 — Nel­la Val Di Cor­nia, la ges­tione dei rifiu­ti urbani è sta­ta fino ad oggi molto lega­ta all’uso del­la dis­car­i­ca e del­l’incener­i­men­to. La ges­tione delle fun­zioni di spaz­za­men­to e rac­col­ta sono state cedute al gestore SEI, che non pare inten­zion­a­ta ad andare ver­so la direzione del mas­si­mo rici­clo e del riu­so.
Le attiv­ità umane sono evi­den­te­mente le più, se non le uniche, attiv­ità impat­tan­ti e causa di squilib­rio del sis­tema, attiv­ità che nel cor­so dei sec­oli, mag­gior­mente a par­tire dal pri­mo sta­dio del­la riv­o­luzione indus­tri­ale, si sono sem­pre più inten­sifi­cate… Rifiu­ti Zero è quin­di un lento e pro­gres­si­vo ritorno dell’uomo nell’alveo del­la sosteni­bil­ità sis­tem­i­ca.
Meno pro­duzione di scar­ti di ogni genere, sig­nifi­ca meno lavoro di rici­clo, meno inquina­men­to, ambi­ente più puli­to. La riduzione dei rifiu­ti è basi­lare per­chè se pro­duci meno rifiu­ti, crei anche meno car­bu­rante per gli incener­i­tori.
Il RICICLO è una con­seguen­za del RIFIUTO. Ormai sap­pi­amo che molti rifiu­ti, nonos­tante esista la tec­nolo­gia per essere rici­clati, ven­gono deposti nelle dis­cariche e/o incener­i­ti. L’incener­i­men­to por­ta sol­di tramite i cer­ti­fi­cati ver­di alle aziende che dis­per­dono dios­sine in ogni dove.
Abit­u­are i cit­ta­di­ni a pro­durre meno rifiu­ti, attra­ver­so le buone pratiche come il com­postag­gio domes­ti­co con l’or­gan­i­co prodot­to, ripristi­no del vuo­to a ren­dere, scegliere prodot­ti sen­za imbal­lag­gio, bere acqua del rubi­net­to, uti­liz­zare borse di tela per fare la spe­sa, deter­sivi e cos­meti­ci nat­u­rali e fai-da te o ricar­i­ca­bili, stop alla pub­blic­ità in cas­set­ta, sec­on­da vita degli ogget­ti, sos­ti­tuire ogget­ti di vita breve con beni che dura­no nel tem­po ecc. sono tutte strate­gie, sia indi­vid­u­ali che col­let­tive, per pro­durre meno rifiu­ti ed azzer­are gli scar­ti.
Chiara­mente sti­amo par­lan­do di una vera e pro­pria riv­o­luzione cul­tur­ale, che non è recepi­ta in gius­ta maniera dalle uten­ze e che porterebbe in futuro ad una attuazione del­la TARIP, una tar­if­fa pun­tuale cal­co­la­ta sul­la pro­duzione del rifi­u­to evi­tan­do il ved­er­si lievitare con­tin­u­a­mente le bol­lette da pagare.
Pro­porre un pro­to­col­lo che istru­is­ca a fare meno rifiu­ti, potrebbe essere una sper­an­za per incrinare il sis­tema che è sta­to cre­ato per incen­ti­vare l’incener­i­men­to dei rifiu­ti stes­si o il con­fer­i­men­to in dis­car­i­ca dietro paga­men­to.
Ques­tione sep­a­ra­ta, ma altret­tan­to impor­tante e non sola­mente per  l’entità dei volu­mi in gio­co, è quel­la dei rifiu­ti spe­ciali e peri­colosi.
Nonos­tante rite­ni­amo un atto dovu­to che ci sia sta­to il cam­bio nome e di statu­to all’interno di ASIU, altra crit­ic­ità è rap­p­re­sen­ta­ta dall’inserimento del cosid­det­to prin­ci­pio di prossim­ità. Infat­ti ci sem­bra una richi­es­ta log­i­ca che in una dis­car­i­ca dove ven­gono accolti e trat­tati rifiu­ti spe­ciali peri­colosi, quest’ul­ti­mi deb­bano rig­orosa­mente appartenere al locale ed entro un cer­to lim­ite chilo­met­ri­co defini­to pro­prio da tale prin­ci­pio (vi ricor­date le dis­cariche peri­ur­bane?).
I RIFIUTI spe­ciali peri­colosi da smaltire pre­sum­i­amo siano rifer­i­ti prin­ci­pal­mente all’ AMIANTO, che reg­is­tra una pre­sen­za di diverse ton­nel­late sola­mente negli impianti siderur­gi­ci da dis­met­tere; se pen­si­amo poi di ricev­erne anche da altre par­ti d’I­talia, sarebbe un vero e pro­prio busi­ness, ma a dis­capi­to del nos­tro ter­ri­to­rio. È forse a ques­ta ripresa eco­nom­i­ca che si riferisce Vale­rio Cara­mas­si.
Se così fos­se, non osi­amo immag­inare quan­to amianto pos­sa essere sot­ter­ra­to a Piom­bi­no.
Un’altra ques­tione di estrema ril­e­van­za è la sosteni­bil­ità eco­nom­i­ca del prog­et­to Rima­te­ria che, al net­to dei buoni proposi­ti, deve comunque dare rispos­ta ad alcu­ni que­si­ti di basi­lare impor­tan­za. Quale sarà il core-busi­ness di Rima­te­ria se malau­gu­rata­mente AFERPI non costru­isse un’acciaieria elet­tri­ca? Chi soster­rà il cos­to di con­fer­i­men­to delle scorie stoc­cate abu­si­va­mente nell’area denom­i­na­ta LI53? Qualo­ra venis­sero a man­care questi ele­men­ti, esistono, in un perimetro prossi­mo agli impianti, mate­ri­ali da trattare tali da sostenere eco­nomi­ca­mente l’azienda? Al net­to di queste ogget­tive prob­lem­atiche, ci saran­no soci pri­vati dis­posti ad entrare in questo mer­ca­to o il ris­chio di impre­sa sarà total­mente a cari­co dei soci pub­bli­ci (Comu­ni)?
Noi che sog­ni­amo una Val Di Cor­nia ver­so un’e­cono­mia cir­co­lare, con una ges­tione dei rifiu­ti che offra più posti di lavoro, minori costi di con­fer­i­men­to e nes­sun onere per lo smal­ti­men­to dei residui di rifi­u­to, ci chiedi­amo se sia oppor­tuno las­cia­re l’onere di ques­ta trasfor­mazione alla stes­sa classe polit­i­ca che ha gesti­to fino ad ora i flus­si di rifiu­ti, con risul­tati che sono sot­to gli occhi di tut­ti .
Il MoVimento5Stelle intende andare ver­so una nuo­va fron­tiera Made in Italy più equa inno­v­a­ti­va e sosteni­bile a garanzia di un futuro migliore.

M5S Piom­bi­no
M5S Campiglia
Meet Up Stori­co San Vin­cen­zo

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