RIMateria: divieto di raddoppio e riqualificazione

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Francesco Ferrari

PIOMBINO 26 aprile 2019 — Domani sarò al con­veg­no orga­niz­za­to dal Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca con rela­tori di alto liv­el­lo nell’ambito medico ed ambi­en­tale: sarà l’occasione per appro­fondire ulte­ri­or­mente la ques­tione RIMa­te­ria su cui noi abbi­amo idee chiaris­sime.
Vogliamo impedire il rad­doppio dei suoi spazi. Questo può essere fat­to con gli stru­men­ti urban­is­ti­ci che possiede un’amministrazione: è suf­fi­ciente una vari­ante urban­is­ti­ca, pri­ma anco­ra che dichiarare Col­ma­ta cen­tro abi­ta­to.
Non rad­doppi­are quel­la dis­car­i­ca – impe­den­dole così di diventare la più grande d’Italia – non vuol dire osta­co­lare la pro­duzione dell’acciaio né la bonifi­ca del Sin: gli spazi autor­iz­za­ti da riem­pire sono anco­ra tan­ti e potreb­bero agevol­mente far fronte a quelle esi­gen­ze; per­al­tro, è bene ricor­dare che i rifiu­ti derivan­ti da quelle opere di bonifi­ca che ci impeg­ner­e­mo a pre­tendere dal gov­er­no nazionale, per loro natu­ra, potreb­bero entrare solo in pic­co­la per­centuale nel­la dis­car­i­ca Rima­te­ria.
Non vogliamo chi­ud­ere la dis­car­i­ca; la soci­età, ora­mai pres­soché intera­mente pri­va­ta, avrà a dis­po­sizione anco­ra tan­ti spazi da riem­pire ma dovrà nec­es­sari­a­mente riqual­i­fi­car­si, trasfor­man­dosi da sogget­to che riceve e stoc­ca i rifiu­ti a soci­età che li trat­ta e li lavo­ra. Solo così potrà soprav­vi­vere e rap­p­re­sentare un val­ore aggiun­to per il nos­tro ter­ri­to­rio. Dopo tut­ti gli errori del pas­sato (non per ulti­mo il deb­ito di bilan­cio di 50 mil­ioni di euro), ques­ta è l’unica soluzione per avere una prospet­ti­va.

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