RIMateria: dopo tre lustri si ricomincia da capo

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 1 mar­zo 2016RIMate­ria è il nome del­la soci­età che pri­ma si chia­ma­va Tap (Tec­nolo­gie Ambi­en­tali Pulite), posse­du­ta per il 75,1% da Asiu e per il 24.9% da Luc­chi­ni. È la soci­età pro­pri­etaria del­l’impianto che pro­duce o avrebbe dovu­to pro­durre con­glomix, impianto dato in affit­to ad Asiu che lo gestisce. C’è sta­to solo un cam­bi­a­men­to di nome per­ché come è scrit­to nel­lo stes­so Prog­et­to RIMate­ria «…non siamo di fronte ad un cam­bio di ogget­to sociale, né ad un cam­bio di strategia…Siamo di fronte invece ad un ten­ta­ti­vo – questo ulte­ri­ore pas­sag­gio è da sot­to­lin­eare – di prati­care ciò che dove­va essere prat­i­ca­to almeno da tre lus­tri: rici­clo (scorie, loppe, refrat­tari, ecc.…), iner­tiz­zazione (polveri di abbat­ti­men­to fumi) e smal­ti­men­to in con­dizioni di sicurez­za di ciò che non è/era rici­cla­bile (rifiu­ti peri­colosi, amianto, ecc.…)».
Niente da eccepire su ques­ta affer­mazione che pog­gia sopratut­to su tre atti fon­da­men­tali:

  • lo Statu­to di Tap del 4 set­tem­bre 1995,
  • il Pro­to­col­lo di inte­sa pres­so la Pres­i­den­za del Con­siglio dei min­istri del 26 aprile 1999,
  • il Pro­to­col­lo d’in­te­sa pres­so il Cir­con­dario del­la Val di Cor­nia del 30 otto­bre 2002.

Bas­ta leg­gere i pas­si più impor­tan­ti di questi tre doc­u­men­ti per capire la loro impor­tan­za:

Statu­to di Tap
«…La soci­età ha per ogget­to le seguen­ti attiv­ità:
la prog­et­tazione, real­iz­zazione e ges­tione di impianti per il trat­ta­men­to, il recu­pero, il rici­clo e lo smal­ti­men­to in sicurez­za dei rifiu­ti spe­ciali e spe­ciali peri­colosi;
la prog­et­tazione e la real­iz­zazione di inter­ven­ti di bonifi­ca delle aree i indus­tri­ali e dei siti con­t­a­m­i­nati;
il recu­pero ener­geti­co delle bio­masse;
la com­mer­cial­iz­zazione dei mate­ri­ali derivan­ti dai vari cicli di pro­duzione indus­tri­ale nonché dal rici­clo di questi;
lo svol­gi­men­to di ogni altra attiv­ità com­ple­mentare e/o sus­sidiaria a quel­la di isti­tu­to.
Potrà gestire diret­ta­mente o affi­dare total­mente o parzial­mente a terzi la ges­tione.
La soci­età ha altresì per ogget­to lo stu­dio per le inno­vazioni tec­no­logiche, gli inter­ven­ti di miglio­ra­men­to tec­no­logi­co, la ver­ti­cal­iz­zazione e la com­mer­cial­iz­zazione dei prodot­ti derivan­ti dal rici­clo di mate­ria, nonché la ricer­ca dei finanzi­a­men­ti per tal­li attiv­ità…»

Pro­to­col­lo di inte­sa pres­so la Pres­i­den­za del Con­siglio dei min­istri
«..per la ges­tione e il riu­ti­liz­zo dei rifiu­ti indus­tri­ali e per la bonifi­ca delle aree si dà atto degli stu­di di fat­tibil­ità in cor­so a cura del­la Luc­chi­ni con la con­sulen­za del­la soci­età ARRR (parte­ci­pa­ta del­la Regione Toscana) e del­la ipote­si di uti­liz­zo del­la soci­età TAP – Tec­nolo­gie Ambi­en­tali Pulite – (già isti­tui­ta dal Comune di Piom­bi­no e dal­la Luc­chi­ni) come sogget­to di rifer­i­men­to. La Tap potrà oper­are con risorse pri­vate, derivan­ti anche da coin­vol­gi­men­to di even­tu­ali nuovi soci, e con con­tribu­ti pub­bli­ci region­ali e nazion­ali in base alla legge 426/98 o da altra leg­is­lazione in mate­ria, pre­via indi­cazione di pri­or­ità su cui la Regione Toscana e la Provin­cia di Livorno man­i­fes­tano il loro assen­so. In mer­i­to la Giun­ta del­la Regione Toscana ha per­al­tro già adot­ta­to il “Piano regionale dei rifiu­ti spe­ciali peri­colosi” che assume i medes­i­mi obi­et­tivi…»

Pro­to­col­lo d’in­te­sa pres­so il Cir­con­dario del­la Val di Cor­nia
«… La pre­sen­za del­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co dà luo­go a ril­e­van­ti quan­tità di sot­to­prodot­ti prove­ni­en­ti dai cicli pro­dut­tivi e/o di rifiu­ti indus­tri­ali. La mag­gior parte di questo mate­ri­ale viene accu­mu­la­to, ormai da tem­po, all’interno del­lo sta­bil­i­men­to come dimostra la notev­ole esten­sione dei cumuli di lop­pa e di polveri­no dell’altoforno che cos­ti­tu­is­cono la fonte prin­ci­pale di emis­sione di polveri totali sospese. …Sul­la base delle indi­cazioni for­nite dal Piano regionale dei rifiu­ti spe­ciali, TAP Srl ha prog­et­ta­to una piattafor­ma tec­no­log­i­ca per il recu­pero delle diverse tipolo­gie di rifiu­ti siderur­gi­ci (loppe, scorie, fanghi, polveri) per l’ottenimento di aggre­gati catal­iz­za­ti suscettibili di riu­ti­liz­zo, in sos­ti­tuzione di iner­ti di cava. Il prog­et­to di piattafor­ma è inser­i­to tra quel­li finanzi­a­bili dal­la Regione Toscana su FSR 2001–2006. Ha com­ple­ta­to l’iter autor­iz­za­to­rio per quan­to riguar­da l’approvazione del prog­et­to di bonifi­ca dell’area su cui dovrà inse­di­ar­si, ai fini del­la bonifi­ca, ed è in cor­so quel­lo di autor­iz­zazione del prog­et­to dell’impianto….».

Ciò che è suc­ces­so dopo e che ora obbli­ga RIMate­ria a rispolver­are quei proposi­ti dopo più di tre lus­tri l’ab­bi­amo già nar­ra­to in un prece­dente arti­co­lo di Stile libero al quale riman­di­amo:

UN IMPIANTO CHE PER IL MOMENTO PRODUCE SOLTANTO DEBITI
Tap tra inno­vazione, inco­eren­za, imper­izia e fur­bizie

 

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