RIMateria: un progetto che non sta in piedi

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PIOMBINO 11 feb­braio 2016 — La ges­tione irre­spon­s­abile e inet­ta delle ultime ammin­is­trazioni del­la Val di Cor­nia sul tema dei rifiu­ti ci con­seg­nano un ter­ri­to­rio sull’urlo di una crisi dram­mat­i­ca.
Dopo aver per­me­s­so che l’ASIU riem­p­isse la dis­car­i­ca con rifiu­ti spe­ciali sen­za che vi fos­se un atto delib­er­a­to in tal sen­so e dopo aver accol­la­to sul­la soci­età l’impianto TAP che fino­ra si è dimostra­to un man­gia­sol­di pub­bli­ci, oggi i Sin­daci del­la Val di Cor­nia chiedono di archiviare tut­to pas­san­do a RIMate­ria.
Non si spie­ga come si è accu­mu­la­to un deb­ito a otto cifre (sem­bra 30 mil­ioni di euro), non si fa nep­pure chiarez­za sul­la cifra esat­ta aggior­na­ta e su quali siano i cred­i­tori. Men che meno si fa rifer­i­men­to alla neces­sità di un’assunzione di respon­s­abil­ità da parte di quei politi­ci stret­ta­mente addet­ti al con­trol­lo di un’azienda che pre­sen­ta oggi un con­to dev­as­tante ai Comu­ni soci. I respon­s­abili di un sim­i­le fal­li­men­to, a quan­to pare, non esistono.
Si preferisce par­lare invece di Rima­te­ria e del­la real­iz­zazione imme­di­a­ta di 1,9 mil­ioni di metri cubi per lo stoccag­gio dei rifiu­ti spe­ciali e peri­colosi a Ischia di Cro­ciano, tra cui l’amianto, nelle aree con­tigue alle dis­cariche esisten­ti. Volu­mi di stoccag­gio e impianti di trat­ta­men­to richiedono inves­ti­men­ti per 40 mil­ioni di euro che si aggiun­gono ai 30 mil­ioni di deb­ito di ASIU. Cifre iper­boliche che andran­no comunque rip­a­gate anche in assen­za di boni­fiche, tant’è che nelle mod­i­fiche allo Statu­to di ASIU si cre­ano le pre­messe giuridiche per ricor­rere al mer­ca­to dei rifiu­ti spe­ciali e peri­colosi, di qual­si­asi prove­nien­za ovvero sen­za vin­co­lo di prossim­ità. Dove le oppo­sizioni han­no richiesto d’inserire tale vin­co­lo, è sta­to respin­to.
I volu­mi e gli impianti per i rifiu­ti peri­colosi non sono il fine, ma il mez­zo per attuare un serio prog­et­to di bonifi­ca che a Piom­bi­no, dopo un decen­nio di chi­ac­chiere e di accor­di mai attuati, man­ca del tut­to. Se vogliamo essere seri, delle ipote­si di RIMate­ria e del con­di­vis­i­bile “prin­ci­pio di prossim­ità” si potrà par­lare solo quan­do ci saran­no chiare soluzioni tec­niche, tem­pi e risorse finanziarie certe per le boni­fiche.
Oggi al con­trario, vis­to che persi­no la prog­et­tazione del risana­men­to ambi­en­tale è in alto mare e i sol­di per avviar­la non ci sono, nuovi impianti e nuovi volu­mi di stoccag­gio sono il modo migliore per atti­rare rifiu­ti spe­ciali peri­colosi da fuori men­tre i nos­tri mar­cis­cono negli 800 ettari di aree da rip­ulire.
Come annun­ci­a­to si cercherebbe infat­ti il “know how” facen­do entrare in soci­età aziende del set­tore che avreb­bero tut­to l’interesse a ren­dere oper­a­tive le ipote­si di RIMate­ria a pre­scindere dai tem­pi di parten­za delle boni­fiche del polo siderur­gi­co. Si avreb­bero così commesse da tutt’Italia men­tre non si farebbe un pas­so avan­ti per il nos­tro ter­ri­to­rio. Dell’incognita TAP poi, è dif­fi­cile par­lare. Si ritiene di pot­er oggi far fun­zionare ciò che da tre lus­tri non fun­ziona anche per­ché le ammin­is­trazioni comu­nali sba­data­mente preferiscono usare nelle opere pub­bliche i mate­ri­ali di cava.
In questo cir­co­lo vizioso si tace sull’ASIU e sul dan­no arreca­to alla col­let­tiv­ità dalle ammin­is­trazioni che han­no gesti­to l’azienda, men­tre c’è bisog­no di chiarez­za e di far pagare cias­cuno per le respon­s­abil­ità che ha. Nel pan­tano del deb­ito di ASIU si pen­sa a costru­ire nuovi impianti e nuovi volu­mi per lo stoccag­gio dei rifiu­ti spe­ciali e peri­colosi, quan­do dovrem­mo impeg­nar­ci per­ché si prog­et­ti e si finanzi la bonifi­ca dell’area siderur­gi­ca piom­bi­nese (i 50 mil­ioni di euro del­la Velo sono una bazzeco­la). Si invo­ca il prin­ci­pio di prossim­ità nel­lo trat­ta­men­to dei rifiu­ti quan­do si apre all’arrivo dei rifiu­ti da ogni dove sen­za un prog­et­to per smaltire i nos­tri.
Con un “pub­bli­co” così, vale a poco il dibat­ti­to se sia oppor­tuno man­tenere la soci­età che gestisce rifiu­ti peri­colosi pub­bli­ca o del­e­gare il tut­to al pri­va­to per­ché l’intero prog­et­to non sta in pie­di, da nes­sun pun­to di vista.

Un’Al­tra Piom­bi­no
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