Rispetto, etica e morale nella gestione istituzionale

pervenuta in redazione

SUVERETO 10 novem­bre 2016 — Da tan­to tem­po vedi­amo che il Comune di Suvere­to ha cre­ato una sua pag­i­na su face­book e ci siamo sem­pre chi­esti: chi gestisce la pag­i­na? con quali regole? La rispos­ta è sem­pre sta­ta non esauri­ente e non siamo mai sta­ti chia­mati, con­siglio comu­nale organo com­pe­tente, ad approvare un rego­la­men­to che approvasse queste regole. Forse èe utile che il sin­da­co chiarisca e ren­da con­to delle cose in maniera traspar­ente.
In questi giorni abbi­amo avu­to anche un’altra sor­pre­sa, quel­la di trovare sem­pre nel­la stes­sa pag­i­na un invi­to ad una pub­bli­ca assem­blea con i seguen­ti obi­et­tivi: Rifor­ma Cos­ti­tuzionale – Le ragioni del NO – Le con­seguen­ze del SI. Siamo alli­biti di fronte ad una sim­i­le scelta che non risponde pos­i­ti­va­mente ad una ges­tione dell’istituzione con la gius­ta eti­ca e rispet­to. E non si ven­ga a dire che l’obiettivo è quel­lo di infor­mare i cit­ta­di­ni e ren­der­li più con­sapevoli, per­ché se questo era l’obiettivo, allo­ra il Comune dove­va chia­mare i pro­mo­tori del­la rifor­ma e con loro, sta­bilire come ren­dere più edot­ti i cit­ta­di­ni elet­tori.
Il Sin­da­co, dall’alto delle sue con­vinzioni di con­tra­ri­età alla rifor­ma, legit­time per car­ità, da solo non può pen­sare di fare quel­lo che gli pare. L’istituzione meri­ta rispet­to, il grup­po con­sil­iare di mino­ran­za meri­ta rispet­to, ed è del tut­to evi­dente che un gov­er­no del­la cosa pub­bli­ca, non può scen­dere in cam­po, con lo stem­ma del Comune ed i suoi col­ori, per fare una rap­p­re­sen­tan­za total­iz­zante. Così si calpes­tano regole e soprat­tut­to non si com­pie un atto che unifi­ca e cer­ca di super­are le dif­feren­ze.
È del tut­to evi­dente che il sin­da­co Par­o­di non ha anco­ra com­pre­so bene che il Comune non è di sua pro­pri­età o di Assem­blea Popo­lare, ma è l’istituzione che deve rap­p­re­sentare tut­ti i cit­ta­di­ni. È sem­pre più evi­dente che pun­ta sem­pre e soltan­to a dividere, affer­man­do la mas­si­ma che suona così: “divide et impera”. Per noi è sem­pre più dif­fi­cile sen­tir­ci rap­p­re­sen­tati da chi non rispet­ta noi e la stes­sa isti­tuzione.

Suvere­to Pro­tag­o­nista

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